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Tutto è nato, durante l’esame del Lodo Alfano costituzionale. Un emendamento presentato dal senatore del Pd Stefano Ceccanti, recitava: “Il presidente della Repubblica, durante il suo mandato, non può essere perseguito per violazione alla legge penale“. Com’é possibile?, si è chiesto ieri “Il Fatto Quotidiano”, mantre il “Giornale”, con un commento del vicedirettore Alessandro Sallusti, ha insinuato mascalzonescamente, “nulla, soprattutto nel mondo del potere, accade per caso. C’è sempre un motivo più o meno confessabile per cui si fa una cosa”.
Tanto è bastato per far andare su tutte le furie il buon Napolitano, di solito dotato di una flemma inglese. E così il Quirinale ha replicato accusando il quotidiano di aver forzato i termini della vicenda parlamentare, alla quale è estraneo, con “un sensazionalistico titolo e articolo di prima pagina, destituiti di qualsiasi fondamento, la cui natura ridicolmente ma provocatoriamente calunniosa nei confronti del presidente della Repubblica non può essere dissimulata da qualche accorgimento ipocrita: la Presidenza non può non rilevarne la gravità. Il Presidente della Repubblica - conclude la nota - non ha comunque nessun motivo, né personale né istituzionale, per sollecitare innovazioni alla normativa vigente, quale è sancita dalla Costituzione, sulle prerogative del capo dello Stato.
Anna Finocchiaro, capogruppo dei senatori, ha espresso solidarietà al Presidente della Repubblica, affermando che l’emendamento ‘galeotto’ è stato presentato senza coinvolgere il gruppo parlamentare, il quale non condivide nulla di questo progetto di legge e perciò ha presentato solo emendamenti soppressivi, che tendono cioé a interromperne la discussione. Ceccanti ha farfugliato, a propria difesa, qualche ragione tecnica, ma resta il fatto che non è proprio un aquila.
1 commento
1 Marcello Vignolo
8 Luglio 2010 - 18:02
Su “La Stampa” di oggi Michele Ainis dà una spiegazione tecnica interessante dell’emendamento Ceccanti: politicamente sciocco, ma forse in buona fede. Lo trverete su “tutti i commenti” di Stampa.it
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