Energia: eppure è avvenuto …

7 Luglio 2010
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Gonario Francesco Sedda

Non poteva avvenire. Chiunque avesse avanzato anche il più piccolo dubbio, sarebbe stato zittito malamente.
“La tecnologia è assolutamente sicura”: così abbiamo sentito dire e ridire. Come si fa a dubitare di una tecnologia tradizionale e perciò molto sperimentata?
Eppure è avvenuto l’incidente della piattaforma fuori costa per l’estrazione del petrolio nel Golfo del Messico.
È stata sconquassata l’irragionevole fiducia sull’assoluta sicurezza della tecnologia, che si basa su una specie di superstizione tecnologica piuttosto che sulla scienza. Ma i propagandisti del “rinascimento nucleare” fanno finta che tale sconquasso non li riguardi, fanno un gran rumore sul più grande disastro ecologico del rinascimento petrolifero terracqueo perché il pensiero non corra ingenuamente (in mancanza di “una coscienza nucleare scientificamente e tecnicamente ben orientata” – direbbe F. Conti, amministratore delegato dell’ENEL) a congetturare su un qualche ben più grave disastro nucleare che non potrebbe avvenire.
Ma una coscienza nucleare “scientificamente e tecnicamente ben orientata” non dovrebbe puntare sull’occultamento del carattere problematico della sicurezza tecnologica – soprattutto nel caso di sistemi complessi. Il margine di sicurezza è sempre relativo.
Il fatto è che l’evento Cernobyl non può essere sradicato da una coscienza civile “scientificamente e tecnicamente ben orientata”, nonostante i tentativi di spiegarlo in termini di eccezionalità (per il tipo di reattore e per il contesto della sgangherata URSS). E nessuno può assicurare in modo assoluto che non vi sarà in tempi storici qualche disastro nucleare – indipendentemente dal tipo di reattore e dal contesto geopolitico – con conseguenze paragonabili al caso Cernobyl o anche peggiori.
Nessuno fuorché i propagandisti dell’ENEL. Così l’amministratore delegato F. Conti, intervenendo (21 aprile 2010) alla trasmissione della RAI – La storia siamo noi – non ha esitato a dire riguardo ai rischi: “il nucleare non mi preoccupa. Mi baso sull’esperienza di tanti Paesi che […] usano da sempre [l’energia elettronucleare], sui fatti scientifici che ne comprovano l’assoluta sicurezza”. E per fugare eventuali dubbi sul conflitto di interessi, ecco un’altra occasione – un incontro all’Auditorium dell’ENEL a Roma (nell’ambito di “Orienta”, iniziativa dell’azienda per stimolare “la formazione e la cultura manageriale”) – in cui il concetto viene ribadito da un autorevole interlocutore indipendente e disinteressato: Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace Canada e per sette anni direttore dell’associazione a livello internazionale. Lo “scienziato” Moore – così viene presentato tra virgolette – ha affermato: [il nucleare] “è una tecnologia assolutamente sicura e ostacolarla rappresenta per gli ambientalisti un clamoroso errore”.

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