Un insegnamento che viene da lontano

23 Giugno 2010
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Francesco Cocco

Mi capita in questi giorni di leggere il diario di Giorgio Asproni, il deputato sardo di orientamento mazziniano che sedette a lungo alla Camera dei deputati del Parlamento subalpino e poi in quello del Regno d’Italia. Era una limpida coscienza di uomo libero che si batteva indefessamente per difendere gli interessi della Sardegna e per l’Unità d’Italia. Alla sua morte nel 1876 anche i più accanati avversari di destra ne riconobbero la grandezza ed il Parlamento proclamò tre giorni di lutto.
Giorgio Asproni mancò l’elezione alla Camera dei deputati all’ottava legislatura (1861-1865). Lo stato, nelle mani della destra cavouriana, si mobilitò a livello centrale e periferico per non farlo rieleggere. Cosi egli annotò nel suo diario in data 5 febbraio 1861 queste parole “Io sono beatissimo di trovarmi esonerato. La deputazione, per chi non ne fa un traffico e va al Parlamento con la sola intenzione di obbedire alla voce della coscienza è un vero supplizio…
E’ la testimonianza di una coscienza onesta e libera che accettava di rappresentare la sua Sardegna in Parlamento non già per far “traffici”  ma per una difesa disinteressata  della sua regione contro prepotenze ed abusi che già allora ne causavano il degrado.
Anche quello non era tempo di uomini estranei al mercimonio. Lo spettacolo che offrivano le istituzioni non sempre era edificante. La sinistra democratica (uso le categorie del tempo) cominciò a subire il fascino di un potere  che offriva vantaggi e prebende. I padri fondatori che si erano battuti per un’ Italia repubblicana -significava un’Italia più giusta- ben presto vennero accantonati dai “trasformisti”.  Su questo sfondo l’insegnamento politico e morale del bittese Asproni: le istituzioni luogo di solo servizio e mai di mercimonio, serenità d’animo e fermezza nel perseguire l’interesse pubblico, accettazione del “supplizio” che comporta il servizio alla comunità perché esso non può essere mai condizionato dall’interesse privato.
Vorrei offrire le richiamate parole di Asproni alla consolazione di chi non è stato eletto e nel contempo alla meditazione di chi eletto dovrà sentirsi vincolo dall’esclusivo  interesse della comunità. Forse  possiamo ancora salvarci se le parole del deputato bittese sono  oggi in grado d’insegnare e di far proseliti tra gli amministratori della cosa pubblica.

Scheda biografica di Giorgio Asproni

Nacque a Gorofai - ora rione di Bitti ma fino al 1881 paese a sé stante - nel 1808, figlio di Giorgio e di Rosalia Demurtas. Rimasto orfano di padre, fu mantenuto agli studi dal canonico Melchiorre Dore, suo zio. Laureatosi in giurisprudenza abbracciò giovane la vita ecclesiastica per volontà dello zio. Divenne canonico penitenziere di Nuoro, dove insegnò appunto teologia morale. La vivacità dell’ingegno lo spinse a condurre una vita piena e movimentata, mentre emergevano le sue tendenze democratiche e repubblicane. Si presentò candidato alla I legislatura, ma la sua elezione fu annullata per incompatibilità con la carica di canonico. Svestito l’abito talare nel 1849 per seguire questa sua passione politica, divenne uomo di punta della rappresentanza sarda del parlamento subalpino e della camera del Regno d’Italia per ben 27 anni, schierato nelle file della sinistra.
Dotato di spiccate doti oratorie, si occupò delle più importanti problematiche della Sardegna del tempo: agricoltura, ademprivi, colonizzazione, infrastrutture ferroviarie e marittime, miniere, circoscrizioni giudiziarie e amministrative, ordine pubblico. Fu uno dei primi e più convinti sostenitori della concezione dell’autonomia sarda inserita in una prospettiva federalista. Gli viene attribuito l’opuscolo Progetto di legge pel miglioramento de’ Regolari dell’Isola di Sardegna del 1850. La sua azione di sensibilizzazione della classe politica nazionale sui problemi sardi portò il governo, nel 1868, ad istituire un’inchiesta parlamentare sulle condizioni dell’isola; inchiesta presieduta da Agostino Depretis che peraltro non sortì gli effetti desiderati.
Nel 1859 partecipa in maniera attiva ai moti risorgimentali procurando e fornendo soldi e armi per i volontari. In questo clima fonda a Torino la “Società dei Liberi Comizi”, promuovendo la creazione del giornale Lo stendardo Italiano. Partecipa alla Spedizione dei Mille seguendo i garibaldini a Palermo nell’agosto nel 1860 e in seguito a Napoli. In questo ambiente stringe rapporti con gli esponenti democratici meridionali e inizia la sua collaborazione coi giornali di Napoli più importanti. È inoltre riconosciuto come uno dei cospiratori che, minacciando il governo, organizzarono un’insurrezione generale nel 1869.
Irriducibile oppositore del Cavour e dei successivi governi di destra, Asproni seguì le grandi questioni di politica nazionale ed estera e acquistò prestigio anche in virtù dei rapporti che lo unirono ai maggiori esponenti democratici del risorgimento italiano: amico di Mazzini, intraprese rapporti con Garibaldi, Carlo Cattaneo, Manin ed altri; dal 1865 ebbe contatti con Bakunin, da cui però rimase poco influenzato.
Negli anni 1863-67 partecipò intensamente al movimento operaio: prese parte al decimo congresso delle “Società Operaie” a Parma; fu anche fautore dell’invio di una delegazione italiana a Londra, dove si era costituita l’Associazione Internazionale dei Lavoratori. La sua vivacità e curiosità intellettuale e politica lo portarono ad aderire anche alla massoneria. Asproni è stato anche partecipe di un duello con Fambri, per mezzo di pistole, a Napoli nel 1865. Le suddette pistole sono custodite a Nuoro presso privati. Collaborò con i maggiori organi di stampa di orientamento democratico nelle città in cui le esigenze dell’attività politica lo indussero a trasferirsi: Cagliari, Genova, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Roma e Milano; fu negli anni 1864-1865 direttore del Popolo d’Italia di Napoli di ispirazione mazziniana. La sua attività politica e parlamentare dal 1855 al 1876 è ben documentata, soprattutto in virtù del suo monumentale Diario politico: opera autobiografica in sette volumi, fonte primaria per la storia del periodo risorgimentale italiano e della Sardegna. Asproni si spense a Roma il 30 aprile 1876. L’epitaffio sulla sua tomba, nel “Cimitero del Verano” a Roma, recita:
 « NON FLECTAR
GIORGIO ASPRONI
DI STUDI E DI VITA
ANTICO
NELLA FEDE DEL DIRITTO NAZIONALE
ESEMPIO AI CONTEMPORANEI
SPERÒ ED EBBE SEPOLTURA IN ROMA
NACQUE A BITTI NEL 1809
MORÌ IN ROMA IL 30.IV.1876
FU RAPPRESENTANTE DEL POPOLO IN IX LEGISLATURE. IL COMUNE DI ROMA E GLI AMICI
»

Fonte Wikipedia

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