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La ricostruzione della Sinistra in Italia? E’ una necessità, di cui – come nella tela di Penelope – alcuni pazientemente tessono la trama, che altri disinvoltamente distruggono. Il Movimento della Associazioni è senz’altro uno degli infaticabili tessitori. Ecco perché ci pare utile pubblicare, nell’apposita sezione, il documento predisposto dal Movimento in vista dell’Assemblea che si terrà il 22 giugno alle ore 10.00 al Piccolo Eliseo a Roma. Di seguito riportiamo uno stralcio della parte conclusiva. Eccola.
Anche per noi – associazioni, movimenti e reti che hanno partecipato all’esperienza della Sinistra l’Arcobaleno – si impone un’autocritica e la necessità di una svolta. Se vogliamo dare continuità al Movimento politico a cui abbiamo dato vita con la manifestazione del Farnese a Roma il 10 febbraio, dobbiamo innanzitutto fare chiarezza anche tra di noi, e soprattutto trasformare noi stessi. E’ necessario intanto lasciarsi alle spalle la Sinistra l’Arcobaleno. La stessa esperienza di Sinistra Europea-sezione italiana, a cui molte delle associazioni che hanno dato vita al nostro movimento hanno partecipato, nelle condizioni che si sono determinate con la campagna elettorale e il risultato del voto è irriproducibile. La situazione impone una netta soluzione di continuità, una riformulazione del patto tra di noi e di quello, poi, con le forze politiche della sinistra in base alle linee tracciate in questo documento, una riaffermazione priva di ogni equivoco sulla necessità che la sinistra italiana dia vita a un nuovo soggetto politico, unitario e plurale, che è l’obiettivo per cui lavoriamo.
Dobbiamo essere consapevoli della sfida che si pone di fronte a noi. O saremo in grado di mettere a disposizione le nostre forze per quel processo di costruzione – a partire dalla società e dai luoghi di lavoro – di una sinistra politica, che sia effettivamente popolare e capace di riaprire la possibilità di un’alternativa di governo al centro-destra a partire da un ripensamento radicale della esperienza dell’Unione, oppure noi stessi diventeremmo sterile terreno di contese altrui. Da ciò deriva l’importanza di una riforma dell’agire politico a sinistra, della riaffermazione del suo carattere democratico, della capacità di rappresentare i conflitti ma anche di intercettare i bisogni e le domande che nascono nel corso della vita quotidiana di milioni di persone. Da ciò deriva la necessità di una riflessione, invocata da più parti, sulle forme di organizzazione della sinistra nel momento attuale.
Il nostro movimento vuole essere uno degli strumenti per aprire la fase nuova di cui c’è bisogno. Esso è composto di reti e associazioni politiche che mette a disposizione di un processo di rinascita della sinistra nella società. Sappiamo di essere solo una parte di quella realtà che a sinistra si muove e vive fuori dai partiti, e che esprime l’aspirazione al rinnovamento. Vi sono aggregazioni cittadine o regionali a base territoriale, vi sono centri di ricerca, giornali, riviste, cantieri. Sono esperienze che spesso si somigliano. E gli stessi soggetti associativi partecipano a volte contemporaneamente a tutte queste forme di aggregazione. Appuntamenti e progetti spesso si sovrappongono. Dopo la sconfitta, il rischio della confusione e di un’agitazione impotente è enorme. Una funzione ordinatrice e di sintesi è necessaria ed essa può essere svolta a partire da quel processo positivo di ricostruzione e di autorganizzazione entro cui collocare lo stesso dibattito che investe oggi i partiti della sinistra e l’azione di tutti.
C’è la necessità di un confronto esplicito tra le diverse opzioni, un reciproco riconoscimento, la ricerca di una convergenza e la costruzione di un comune progetto. A questo percorso siamo disponibili con spirito aperto, ma per quel che riguarda il nostro Movimento siamo del tutto consapevoli che se si vuole ricostruire una sinistra politica a partire dal suo reinsediamento nella società sono necessari organizzazione, assunzione di responsabilità da parte di un gruppo permanente e riconoscibile, sebbene a termine, cioè fino al momento in cui – possibilmente entro l’anno – l’avvio della rete di organizzazioni potrà dare luogo a un’investitura democratica della funzione di rappresentanza. Per questa ragione è nostra intenzione procedere da un lato al rafforzamento dell’esecutivo che abbiamo nominato all’indomani dell’assemblea del Farnese e alla costruzioni di coordinamenti macroregionali (al nord, al centro e al sud) con compiti di cooperazione alla pari con l’esecutivo nazionale del Movimento nella promozione di quella rete territoriale e sui posti di lavoro del nuovo soggetto politico della sinistra italiana che costituisce il nostro impegno principale in questa fase di avvio di quello che speriamo possa essere un nuovo capitolo nella storia della sinistra.
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