Cristiano Sabino - Direzione A Manca pro s’Indipendentzia
A Manca ci invia la sua lettura del voto alle comunali di Sassari, che volentieri pubblichiamo, anche per ricordare che Bruno Bellomonte ha diritto ad un giusto processo, e cioé ad un dibattimento celere, mentre è da tempo detenuto nella lontana Catanzaro con accuse, almeno a quanto è dato sapere, tanto gravi quanto assurde (avrebbe progettato un attacco aereo al G8 di La Maddalena).
Certo i voti per Bellomonte sono espressi da uomini liberi e solidali. Tuttavia pensare che, al di fuori di questi, non ci siano altri uomini e donne liberi è una visione disperata dell’indole dei sassaresi (e dei sardi), per fortuna non rispondete alla realtà, come dimostra anche l’ottimo risultato di Gianfranco Ganau.
Nella sola città di Sassari ci sono 931 sardi liberi che hanno
avuto il coraggio e la forza di votare un prigioniero politico
dell’indipendentismo sostenuto da una lista di radicale
rottura con lo stato italiano e i suoi rappresentanti in
Sardigna.
A Sassari, lo sappiamo bene, gran parte dei voti erano già
assegnati, lottizzati dalle note clientele trasversali dei
comitati d’affari italianisti (alias partiti italiani). Voti
incanalati di lavoratori ricattati da padroni e padroncini,
voti ai padrini, alla massoneria, alle reti della Curia, voti
manovrati dalle lobbie di potere che da sempre governano
Sassari ed esprimono la sua classe politica, voti
letteralmente comprati, voti attribuiti in seguito alle solite
promesse di lavoro o semplicemente convogliati sul “meno
peggio”.
Al contrario i 931 voti a Bruno Bellomonte e i 612 alla nostra
lista sono voti liberi, di persone che hanno fatto una scelta
di rottura chiara e palese, voti di fuoriuscita dal solco di
una campagna elettorale dai toni bassi e dalle dispute da
condominio o da piazzetta. In effetti non si tratta solo di
voti, ma di schiaffi al regime di umiliante sfruttamento a cui
lo stato italiano ha costretto la nostra nazione e di profonda
e sincera ribellione alla persecuzione politica condotta nei
confronti di Bruno Bellomonte e della nostra organizzazione.
A Manca pro s’Indipendentzia ha lanciato una proposta di
rottura netta con tutto questo che ha un sapore storico. Fra
20 o 30 anni, quando nessuno si ricorderà delle sterili
diatribe di facciata fra i vari candidati italianisti, la
nostra città terrà bene a mente la candidatura di un
prigioniero politico indipendentista a sindaco e l’atto eroico
di mille sassaresi di votarlo nonostante il clima di pesanti
intimidazioni e abusi che ha accompagnato tutta la campagna
elettorale, a partire dalla negazione del diritto di voto di
Bruno Bellomonte!
1 commento
1 Marcello Desole
5 Giugno 2010 - 11:15
E’ significativa la lettera scritta dalla moglie di Bruno Bellomonte, e sarebbe importante capire cosa le istituzioni abbiano risposto, gradirei che al riguardo Cristiano Sabino interloquisse maggiormente e ci informasse.
Lettera su ventirighe.it
Non accetto però l’idea che un cittadino passi come martire anche simbolicamente perchè si perde la gravità del trattamento che sta ricevendo nell’indifferenza di chi nella disperazione quotidiana ha altre cose a cui pensare. Non è accettabile che una corrente indipendentista venga poi dipinta nel modo con la quale viene dipinta dalle allusioni, dalle mezze verità, dalle ricostruzioni dei giornali.
Così come sarebbe auspicabile che anche i dirigenti e militanti di A Manca si rendessero maggiromente disponibili ad interloquire e confrontarsi con le altre forse identitarie sarde, ma non solo naturalmente, per capire se è possibile strutturare analisi e soluzioni condivise. Sono certo che così si entrerebbe nelle istituzioni non solo per “reazione” ai soprusi come quello che sta ricevendo un loro dirigente ma anche perchè i cittadini vedrebbero un futuruo condiviso e migliore di quello che le limitate amministrazioni italiane permettono.
Con stima e in attesa di un riscontro
Marcello Desole
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