2 giugno 1946: un giorno indimenticabile

2 Giugno 2010
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Red

La Festa della Repubblica italiana è la principale festa nazionale italiana. Viene celebrata il 2 giugno a ricordo della nascita della Repubblica.
Cosa si ricorda? Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502,l’Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.
Perché il referendum e non - come originatriamente si era stabilito - una decisione dell’Assemblea costituente, per la quale si votava lo stesso giorno? La ragione è smplice e paradosslamente fortemente voluta da Casa Savoia. Infatti, i partiti, risorti nella Resistenza, erano in prevalenza repubblicani e non perdonavano la Corona per aver favorito l’avvento del fascismo. La nomina di Benito Mussolini a capo del governo fu un vero colpo di Stato. Così come non perdonavano la fuga del re dopo l’8 settembre, lasciando l’esercito e il Paese allo sbando. Era, dunque, sicuro che l’Assemblea costituente avrebbe scelto la forma repubblicana. Nel popolo, sopratutto al Sud, la monarchia manteneva molti estimatori. Casa Savoia pensava, dunque, che il voto popolare fosse l’unica ancora di salvezza. L’ipotesi - come le urne mostrarono - non era fasulla, anche se prevalse la Repubblica.
Lo stesso giorno venne eletta l’Assemblea costituente, che in due anni d’intenso lavoro scrisse e approvò la Costituzione, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948. L’elettorato attivo e passivo fu esteso alle donne, che, dunque, per la prima volta, concorsero ad eleggere e fecero parte di un’Assemblea elettiva.
I lavori dell’Assemblea costituente sono la pagina più alta, bella e nobile di tutta la vita parlamentare italiana. E fa vera impressione il tentativo d’imbrattarla con le brutture di Berlusconi, Bossi, Calderoli & C.
Ecco perché il 2 giugno celebra la nascita dell’ordinamento democratico, in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza). Ma mentre in quegli ordinamenti esiste un vero patriottismo costituzionale, che unisce tutti i partiti e tutti i cittadini, in Italia la Costituzione non è mai stata accettata dalle destre di matrice fascista, oggi di nuovo al governo. Occorre, quindi, una mobilitazione generale per riconquistare la Costituzione, oggi di fatto sospesa, e per creare un diffuso sentimento democratico, che vede nella Carta fondamentale la via sicura per uno sviluppo democratico nella libertà e nella giustizia. Più che le parate militari servono le feste popolari della Repubblica e della Costituzione, che vanno riorganizzandosi in tutto il Paese.
In tutto il mondo le ambasciate italiane tengono un festeggiamento cui sono invitati i Capi di Stato del Paese ospitante. Da tutto il mondo arrivano al Presidente della Repubblica italiana gli auguri degli altri capi di Stato e speciali cerimonie ufficiali si tengono in Italia.
Prima della fondazione della Repubblica, la festa nazionale italiana era la prima domenica di giugno, anniversario della concessione dello Statuto Albertino.
Con la legge 5 marzo 1977, n. 54, soprattutto a causa della congiuntura economica sfavorevole, la Festa della Repubblica fu spostata alla prima domenica di giugno. Solamente nel 2001 su impulso dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il secondo governo Amato, con la legge n. 336 del 20 novembre 2000, riportò le celebrazioni al 2 giugno che divenne nuovamente festivo.

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