Rosamaria Maggio - CIDI Cagliari - Comitato “Una scuola per il Cile”
Domani, a partire dalle 20,30, al Bastione S. Remy di Cagliari, su iniziativa del CIDI, del Comitato per la difesa della Costituzionee e di altre associazioni, si svolgerà la Festa della Repubblica e delle Costituzione, con un ricco programma di musica e rappresentazioni. In quel contesto si concluderà la raccolta dei fondi “Per una scuola in Cile”. Mentre domani daremo notizia più dettagliata della Festa, oggi pubblichiamo un intervento della Presidente del CIDI di Cagliari sulla situazione del Cile a tre mesi dal terremoto.
Certamente il Cile ha dato prova di grande forza nel rimboccarsi le maniche dopo il sisma e lo tzunami che hanno colpito il Maule ed il BIO-Bio, due regioni a Sud di Santiago.
Dopo aver pianto i suoi 480 morti, con coraggio, il paese ha cercato di affrontare le prime urgenze facendo affidamento sulle proprie risorse materiali ed umane, ma anche sulla solidarietà nazionale ed internazionale.
I primi gravi problemi legati alla distruzione di strutture pubbliche si sono registrati sia nel sistema sanitario, che nella distribuzione della energia elettrica e dell’acqua, nel sistema scolastico, nella viabilità, nella mancanza di abitazioni per molte famiglie.
In tre mesi sono state tamponate alcune emergenze, riattivata la distribuzione di energia elettrica e le linee telefoniche, ma l’acqua manca ancora in molte zone, molte famiglie vivono nelle tende ed attendono la costruzione di prefabbricati prima che arrivi l’inverno.
Le temperature cominciano a scendere (3°), perché nell’altro emisfero l’autunno è ormai inoltrato, sono stati allestiti alcuni ospedali da campo ed è stato portato avanti un programma perché gli studenti potessero rientrare a scuola entro il 27 aprile per non perdere l’anno scolastico (che normalmente inizia il 3 marzo).
Il ministro della Pubblica Istruzione, il sig. Lavin, ha inaugurato diverse scuole prefabbricate ed ha promesso che gli studenti torneranno tutti a scuola. Ma in verità non tutti riusciranno a rientrare.
L’Italia ha fornito un ospedale da campo a Talca, cittadina dove è stato completamente distrutto l’Ospedale, per la ricostruzione del quale occorrerà qualche anno.
Anche Tirua, cittadina mapuche, è stata parzialmente colpita.
I Mapuche sono un popolo indigeno, noto anche con il nome di Araucanos, che si oppose tra il ‘500 e l’800 alla colonizzazione, usando il fiume Bio-Bio come frontiera naturale contro gli invasori.
Per questo popolo, il maremoto è un evento naturale ammantato di leggenda.
“Molta gente ride di queste cose, dice ’sono storie di indios’ ma hanno una grande verità”, sottolinea Marihuan. E’ questa verità quella che un contadino mapuche ha provato la notte del 27 febbraio quando, dalla collina dove si trova la sua casa, ha sentito che Tren Tren avvertiva i suoi di un grande pericolo: Kay Kay, il serpente signore dei mari, si stava svegliando.
Un grande cataclisma segna l’origine del mondo e marca la vita mapuche. Il mitico racconto “Tren Tren e Kay Kay” si riferisce ad una grande inondazione che colpì la terra e che, secondo le credenze, tornerà a ripetersi se i mapuche abbandonano la loro cultura e la particolare relazione di rispetto verso la terra. “Lì nel mare, nel più profondo, viveva un grande serpente che si chiamava Kay kay, una weza newen o forza negativa, dello squilibrio e del caos. I mari obbedivano agli ordini di un serpente ed un giorno iniziarono a ricoprire tutta la terra. Si chiamava Tren Tren e consigliò i mapuche di salire sulle colline quando le acque iniziarono a crescere. Così come i mari ricoprivano la terra, le colline iniziarono a crescere. Quando Kay Kay non ebbe più altra acqua disponibile, la battaglia tra le due forze terminò. Molti mapuche non riuscirono a salire sulle colline e si trasformarono in shumpall. Alla fine si salvarono solo 4 persone, una coppia di anziani: Kuse (anziana), Fucha (anziano), ed una coppia di giovani: Ulcha (donna giovane) e Weche (uomo giovane). Gli anziani trasmisero la loro saggezza ai giovani e questi a loro volta ai figli, che popolarono la terra una volta che le acque si ritirarono e l’equilibrio venne ristabilito”. (da un articolo di Pedro Coyuqueo pubblicato su www.puntofinal.cl )
Questo è il racconto di Rogelio Marihuan, mapuche del settore di Piedra Alta, nel comune di Tirúa.
Il racconto di Rogelio ci ricorda quanto la natura sia tanto più forte dell’uomo e come nella saggezza dei padri araucani ci fosse questo convincimento profondo.
Le scuole in Cile
Il 27 di aprile circa 25.000 studenti sono rientrati a scuola, ma ciò non significa che siano rientrati in tutte le loro scuole né in strutture che possano avere la parvenza di scuole.
Infatti nel Maule e nel BIO-Bio, ben 51 scuole svolgono ancora la loro attività in tende. Il Governo si è impegnato a risolvere questo problema, sia costruendo prefabbricati al più presto, che sanando le scuole che hanno danni non troppo gravi. Ma per tutto questo ci vorrà ancora tempo. Anche gli studenti ed i docenti hanno lavorato e lavorano per riattivare le strutture scolastiche. Nel sito web “Ayuda a tu escuela”, si può vedere la mappa delle tante scuole che hanno bisogno di intervento.
Il nostro progetto del CIDI e del Comitato “Una scuola per il Cile”, va avanti grazie alla generosità di molti.
Sono stati raccolti circa 2.000,00 euro ed il 2 giugno, in occasione della Festa della Costituzione che si terrà a Cagliari, al Bastione di Saint Remy, si continuerà l’azione di solidarietà.
E’ realistico pensare che con i nostri fondi non potremo fare interventi strutturali in una scuola cilena, ma pensiamo di acquistare dei libri per una biblioteca. Anche nei casi migliori, il terremoto e lo tzunami, laddove hanno risparmiato le strutture, non hanno risparmiato le attrezzature scolastiche i libri, i quaderni.
Anche questo piccolo contributo andrà a migliorare questa situazione difficile.
Il Liceo industrial “Presidente Juan Antonio Rios” di Talcahuano, sarà il destinatario dei nostri sforzi.
Il Direttore del Dipartimento dell’educazione del Comune, signor Max Cabeza, ha accettato con gioia la nostra proposta di destinare le somme raccolte all’acquisto di libri per la biblioteca per il liceo Industrial.
La scuola è stata fortemente danneggiata dallo tzunami come tutta la città (v. servizi su youtube).Le autorità scolastiche e comunali prevedono di fare una cerimonia ufficiale quando arriverà la nostra donazione tramite un amico cileno, Octavio Abarca Castelli, che sta seguendo in loco tutta la iniziativa.
Sicuramente potrà essere un segno di solidarietà per bambini e ragazzi che, colpiti da questo evento, risentono dei traumi post-sisma-
Queste catastrofi naturali portano infatti con sé, non solo la distruzione materiale, ma lasciano problemi psicologici legati alle perdite delle persone care, alla perdita di certezze e punti di riferimento stabili, che si manifestano con ansie, paure, tensioni che gli insegnanti ed i servizi sociali cercano di affrontare assieme alle famiglie.
E’ nei giovani che è riposta la speranza di un futuro migliore per questo paese come per tutti i paesi del mondo. Ed è nella vocazione del Cidi operare per l’istruzione per tutti, quella istruzione che non lascia indietro nessuno. Per questo motivo abbiamo voluto che questa iniziativa fosse destinata alle scuole, perché siamo convinti che attraverso l’ istruzione possa costruirsi un mondo migliore.
Una simile catastrofe, che è tale ovunque nel mondo, lo è ancora di più quando colpisce le fasce più deboli delle popolazioni ed anche i paesi meno fortunati.
Continueremo la nostra azione di solidarietà fino alla fine di giugno.
E per coloro che vorranno aiutarci ci sono in programma ancora delle iniziative pubbliche, tra cui uno spettacolo teatrale ed una partita di calcio di cui sarà data comunicazione anche attraverso questo sito.
Sarà un modo per sentirci più vicini a questo paese col quale esiste un antico legame, rafforzato dall’accoglienza nel nostro paese di tanti rifugiati politici negli anni della dittatura di Pinochet .
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