La legge Basaglia viene aggirata col carcere. A Buoncammino 150 reclusi con disturbi psichici

14 Maggio 2010
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Maria Grazia Caligaris - Socialismo, Diritti, Riforme

“Nel carcere di Buoncammino sono reclusi non meno di 150 detenuti con disturbi psichiatrici, dalla schizofrenia alla alternanza dell’umore. Problemi che si aggiungono ad altre malattie croniche alcune gravissime. L’associazione “Socialismo Diritti Riforme” durante le costanti visite nell’Istituto di Pena cagliaritano sta effettuando un “monitoraggio” sulle principali patologie che gravano sulla realtà di Buoncammino dove sono rinchiusi in media oltre 530 detenuti.
I disturbi psichiatrici, in particolare la depressione e la schizofrenia, non possono essere curati all’interno di una struttura le cui finalità non si conciliano con patologie complesse e dove mancano i tecnici riabilitativi specifici, e dove i medici incaricati sono 3 e 11 quelli del servizio integrato di assistenza sanitaria. Un numero ridicolo di sanitari e di infermieri (complessivamente 38 di cui 4 del Ministero, uno però opera anche a Is Arenas, e 35 a parcella) che deve far fronte alle necessità dell’intera popolazione detenuta. In queste condizioni e con questi numeri è impossibile garantire gli attuali standard del Servizio Sanitario. Tutto ciò mentre tarda ancora a concretizzarsi il passaggio della Sanita Penitenziaria al sistema regionale. Insomma il diritto alla salute dei detenuti, senza opportuni investimenti, è seriamente a rischio anche perché non può sempre contare sul volontariato degli operatori sanitari e sul principio della tuttologia.
“Buoncammino inoltre è una Casa Circondariale dove in teoria i detenuti dovrebbero sostare per brevi periodi in attesa dell’assegnazione definitiva in altra struttura. In realtà non è più così da molto tempo dovendo spesso sopperire ai problemi di ristrutturazione e adeguamento degli altri Istituti sardi, che però non vivono condizioni migliori, accogliendo detenuti di altre strutture. Vi è inoltre il Centro Clinico che è costantemente in soprannumero. Un quadro complesso per una struttura dove nell’arco dell’anno entrano ed escono 1.600 persone private della libertà”.
“I problemi si moltiplicano anche per la presenza di molti anziani infartuati con disturbi derivanti oltre che da cardiopatie, sono almeno 40 i casi più gravi, da uropatie, vasculopatie cerebrali, dal diabete. In questi giorni ben cinque detenuti sono ricoverati in ospedale. Se a questa cornice si aggiunge che il carcere di per sé è fonte di grave disagio psicologico in quanto genera ansia e depressione anche in soggetti equilibrati, si comprende la necessità sempre più evidente che l’Istituto cagliaritano debba disporre di un numero di Agenti adeguato ai diversi bisogni, di psicologi e psichiatri e di sanitari in grado di affrontare le emergenze. Senza questi presupposti sarà sempre più difficile riuscire a contenere le crisi esistenziali, autolesioniste e suicidarie dei detenuti. Ovviamente è anche necessario un diverso approccio da parte della Magistratura alle misure alternative. E’ inoltre ormai indispensabile anche un rafforzamento di quella di Sorveglianza in modo che possa dare risposte in tempi rapidi alle richieste dei detenuti e dar corso ad un utilizzo più ampio delle opportunità offerte dalle norme vigenti.

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