Scajola invoca l’incriminazione, il Capo la scansa

14 Maggio 2010
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Andrea Pubusa

Confesso: dell’acume dell’ex ministro Scajola ho sempre dubitato. Cosa si può pensare di uno che si fa costruire un aeroporto vicino a casa e pretende che nessuno abbia da ridire? O di uno, cioè lui, che dice, scandalizzato, di non essersi accorto che qualche briccone surrettiziamente gli ha pagato 2/3 della casa di fronte al Colosseo? Ed ancora di uno, cioé sempre lui, che dichiara di dare mandato ai suoi avvocati per far annullare il contratto d’acquisto della casa, se a pagare sono stati altri? Cose dell’altro mondo! Non sà il ministro, pardon l’ex, che chiunque può pagare validamente in conto d’altri, purché la “sovvenzione” non sia un illecita dazione tangentara. Quanti concorrono all’acquisto della casa dei propri figli, ma nessuno pensa d’incriminarli per questo!
Ma non basta. Ora Scajola fa lo stravagante anche davanti ai magistrati inquirenti Ecco la storia. Il “nostro” è stato chiamato dal PM per essere interrogato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sul G8. E i legali dell’ex ministro cosa contestano? Hanno fatto sapere che Scajola non si presenterà perché, dopo le notizie sull’inchiesta apparse in questi giorni sui giornali, verrebbe sentito “in una veste che parrebbe ormai solo formalmente quella di persona informata sui fatti”. L’audizione avverrebbe “senza il rispetto delle garanzie difensive normativamente previste”. Cosa vuol dire? Che Scajola non gradisce essere chiamato come teste, preferisce esserlo come imputato! Chiede al magistrato, come forma di civile protesta, d’essere iscritto nel registro degli indagati! E sapete perché? In quella veste può dire anche il falso o non rispondere. Dunque, la stravagante posizione dei legali di Scajola una ragione ce l’ha: come fa l’ex a dire ai magistrati le incredibili cavolate che ha dichiarato in pubblico? Sarebbero dei falsi. E come teste è tenuto a dire la verità, nient’altro che la verità. Per poter star zitto,  dev’essere indagato.
In fondo non ha grandi pretese. Perché non accontentarlo? Ed allora, sia iscritto nel registro degli indagati!
Mentre l’ex ministro ci delizia con le sue dichiarazioni e le sue gesta tanto da meritarsi, all’atto delle dimissioni, l’appellativo di “uomo col senso dello Stato”, che per Berlusconi è la più grave delle offese, quest’ultimo più pragmaticamente lavora a scansare i giudici e i giudizi. E così il Pdl avvia la prima grande riforma costituzionale, una di quelle preannunciate con enfasi dal Cavaliere.
Di cosa si tratta? Della presentazione al Senato di una proposta di legge costituzionale con disposizioni in materia di sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. Ahi! Ci risiamo! Una legge addirittura costituzionale ad personam. E così, mentre il povero Scajola deve dimettersi e difficilmente scanserà il giudizio, lui, il Capo, quasi certamente la farà ancora una volta franca. La riforma ha carattere prioritaria, è tanto importante che, dopo un incontro con il gruppo del Pdl, anche la Lega Nord ha deciso di sottoscriverla. Pertanto, primi firmatari sono i senatori Gasparri, Quagliariello, Bricolo, Centaro e Benedetti Valentini. Appuntatevi questi nomi per raccontarne ai vostri nipoti: sono quelli dei nuovi padri costituenti!

1 commento

  • 1 aldo lobina
    14 Maggio 2010 - 07:58

    Se Gasparri è il primo firmatario.. figuriamoci l’ultimo! Sembra di vivere nel “paese dei contrari”. Di questo passo cambieranno anche le leggi della fisica. Nessuna meraviglia; Ghedini ha anche affermato un principio secondo il quale la Legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione. Non avendogli dato retta i giudici, deve aver suggerito a Gasparri, del cui acume io invece non ho mai dubitato, questa nuova proposta in materia di sospensione del processo penale alle alte cariche. Se ne avranno possibilità temo che modificheranno anche i Comandamenti, segnatamente dal sesto in poi obbligheranno le alte cariche a fare quello che il “vecchio ordinamento vietava”. Verrà in aiuto con intelligenza anche il figlio di Bossi. Che carnevale! Povera Italia!

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