Revisionismo topografico: piazza Emilio Lussu

13 Maggio 2010
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Francesco Bertolino

SCRITTORE, MINISTRO DELLA REPUBBLICA,
FONDATORE DEL MOVIMENTO AZIONISTA
E PROMOTORE DELL’IDEALE AUTONOMISTICO
NAZIONALITARIO DELLA SARDEGNA.
ARMUNGIA 1890 ROMA 1975

Questa è l’epigrafe che il Comune di Cagliari ha “concesso” ad Emilio Lussu nella piazza a lui benignamente intitolata.
Non ci vuole molta fantasia per immaginare la tagliente ironia di Lussu alle prese con quel ridicolo “promotore dell’Ideale Autonomistico Nazionalitario (sic!)”, nonché a tutti gli indicibili sforzi del creativo Assessore alla Toponomastica per giungere alla sgangherata sintesi epigrafica.
Pensiamo a Lussu e ai suoi poveri Sardegnoli che furono capaci di oltrepassare i reticolati della trincea dei Razzi, ed al nostro zelante Assessore che, privo di fegato e di risorse morali, si arresta di fronte alla parola “combattente” non osando pronunciarla.
Pensiamo a Lussu che scelse la libertà evadendo da Ventotene, ed al Nostro che non riesce ad evadere dalla gabbietta nazionalitaria e da imprecisati ideali autonomistici che, a quanto si vede, escludono la parola “antifascista”.
Ma la penosa faccenda non è solo frutto dell’ignoranza, dell’ipocrisia e del ridicolo. Non è solo la conclusione di «vi concediamo una lapide purché non ci sia scritto “combattente antifascista”». È innanzi tutto il frutto del revisionismo-falsificazionismo-negazionismo. Tendenza storica per la quale “antifascista” è parola turpe dal suono osceno.
Fedele alla tendenza, il Nostro Assessore offre ad essa tutto il Suo nazionalitario talento.
Invito i docenti democratici di storia a portare le scolaresche in piazza Lussu allo scopo di mostrare agli studenti un istruttivo esempio di revisionismo epigrafico e di illustrare, “lapide de visu”, che cosa rappresentò il fascismo per l’Italia e per la Sardegna.
Ma anche per leggere, tutti insieme, gli attualissimi versi

«Qui si convien lasciare ogni sospetto,
Ogni viltà convien che qui sia morta

Nota conclusiva.
L’epigrafe si trova nell’aiuola dell’isola pedonale di fronte alla sede della Cariplo. È di offensive dimensioni. Per leggerla sono stato costretto a calpestare l’erba.

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