Socialisti ed elezioni: M.G. Caligaris ci scrive…

13 Maggio 2010
2 Commenti


Maria Grazia Caligaris - Socialismo e Diritti

Caro Direttore,

in questi giorni in cui il simbolo del Partito Socialista è stato inserito tra quelli che sostengono uno dei candidati del centrodestra alla presidenza della Provincia di Cagliari, ho ricevuto diverse e-mail e alcune telefonate di iscritti al PSI o ex compagni che hanno scelto il PD. Gli uni e gli altri, rammaricandosi per il destino del nostro partito, mi hanno chiesto come ciò sia potuto accadere e che senso ha, a questo punto, restare ancorati a un simbolo umiliato e isterilito da persone e scelte contro natura. Hanno palesato come ineluttabile una sparizione imminente e un disfacimento che non più tornare indietro. Qualcuno mi ha riproposto il pensiero che viene agitato dai guru della politica: non c’è più destra e sinistra; oggi conta la capacità di rispondere alle richieste della gente. Qualche altro mi ha invitata a cambiare strada, a iscrivermi al PD dove la corrente di Marino esprime e rappresenta istanze socialiste con convinzione.
E’ evidente che l’assenza di dibattito e di proposta politica ha minato e compromesso l’immagine del Partito Socialista che, dopo tangentopoli, non era mai arrivato in Sardegna a questo livello di vacuità. Il mutato sistema elettorale, i profondi cambiamenti nella comunicazione politica, l’affermazione del berlusconismo con l’assimilazione di un vasto numero di esponenti ex socialisti, la scarsa propensione al rinnovamento, a cedere eredità e a condividere esperienze hanno fatto emergere una profonda debolezza del Partito incapace di uscire da una palude fatta di tatticismi e tecniche antiquate.
L’opinione pubblica sarda e l’elettorato per un certo lasso di tempo hanno, tuttavia continuato a dare fiducia al Partito e ai suoi rappresentanti. Quando però hanno colto la frattura insanabile tra i suoi principali esponenti e la mancanza di una proposta inequivoca non hanno più accettato di firmare una cambiale in bianco. Hanno voluto vederci chiaro e disillusi hanno fatto un’altra scelta. Le ultime elezioni regionali hanno sancito il netto distacco tra un elettorato fedele e una classe dirigente ormai incompresa (o incomprensibile).
C’è tuttavia una ragione più profonda a questo genere di reazioni. Il sistema politico dominante è affetto da un gravissimo disturbo. Una malattia che continua a deteriorare l’immagine dei partiti nei confronti dell’opinione pubblica e a generare nei cittadini profondo disgusto, anche morale. E’ il risultato della diffusa autoreferenzialità di chi ritiene che il Partito sia una proprietà privata acquistata insieme alle tessere che è riuscito a collezionare.
E’ in atto un processo che consente di fare lo scambio di posizioni politiche come se si trattasse di figurine di giocatori. Così i simboli vanno e vengono da una parte all’altra in cambio di un favore, di una nomina. Oggi si considera quasi un eroe chi cambia casacca rispetto a chi si porta dietro un simbolo nobile e autorevole rendendo il gesto ancora più odioso e volgare. Regalare una proprietà comune, costruita con il sacrificio e l’impegno di tanti come se fosse un’esclusiva personale eredità è un furto e un danno gravissimo specie quando non c’è stata alcuna determinazione condivisa.
Tutto questo per dire che è ingiustificabile per un iscritto al PSI la scelta di schierarsi con un candidato a Presidente della Provincia espresso dal centro destra! Il dolore e lo sconcerto nascono dall’assenza di identità che si vuole attribuire al Partito. Scaturiscono dalla volontà di accreditare che non c’è più destra e sinistra. Emergono dall’uso di un simbolo per finalità estranee alla sua storia. E’ la svendita dell’orgoglio socialista.
Basta riflettere un attimo per non cadere nelle trappole del personalismo. Le deleghe ai dirigenti non sono valide comunque. La maturità e la saggezza politica richiedono questa importante dote: ascoltare.
Perché non lascio questo Partito? Perché sono convinta che la sua vita non è conclusa in quanto le disuguaglianze sociali non sono state colmate, i diritti si stanno restringendo, le opportunità per apprendere stanno diventando di nuovo un lusso, il lavoro è quasi ormai un’utopia e lo sfruttamento delle persone sta ancora una volta assumendo la forma della schiavitù. Non si può abbandonare un Partito perché le persone che oggi lo governano sono incapaci di farlo vivere nella dignità della sua storia.
Non perdere la bussola oggi è più che mai importante e crescere sulle radici della propria identità non può essere uno sbaglio. Bisogna rinnovarsi certo discutendo sui problemi e trovando strade per risolverli ma nel segno di chi non ha riconosciuti i propri diritti. Offrendo a chi ancora non è in grado di farlo di poter camminare con le proprie gambe. E’ questa la responsabilità che abbiamo scelto e che perseguiamo con un Partito che non può finire perché è il futuro della nostra società, quella che i socialisti vogliono vedere realizzata. Non votare per il centro destra significa questo.

2 commenti

  • 1 Alessandro
    13 Maggio 2010 - 22:40

    Le iniziative intraprese dagli avventurieri capi-bastone socialisti della prov di cagliari, hanno sconcertato numerosi militanti del garofano.
    I numerosi tentativi di ricreare lo storico PSI in Italia, all’indomani di tangentopoli sono stati continuamente boicottati dall’azione di pseudopoliticanti all’arrembaggio che hanno costantemente indebolito, dall’interno, un partito che cercava di risorgere.
    Queste azioni sono dei colpi mortali inflitti alla rinascita socialista, che ci convincono sempre di più che l’Italia si dovrà rassegnare a non avere un partito del laburismo o della socialdemocrazia come invece accade in tutta Europa.
    Il risultato è che i divari fra redditi in Italia si fanno sempre più ampi, il potere viene gestito sempre più indisturbatamente da un moloch di interessi lobbistico-corporativi, lo Stato diviene sempre più forte coi deboli e debole con i forti.
    Complimenti alla Segolene di Sardegna
    Il

  • 2 Claudia
    14 Maggio 2010 - 17:07

    Non è accettabile che nella strade della Provincia di Cagliari in questi giorni siano affissi manifesti lettorali in cui si vede la rosa del Partito Socialista che affianca Il centrodestra.Il PARTITO SOCIALISTA NON PUò ESSERE ASSIMILATO AL CENTRODESTRA sia per la sua storia sia per le sue battaglie!
    Non capisco come gli organi nazionali non si siano schierati pubblicamente su questa vicenda con una posizione chiara. La cosa più assurda, che non concepisco è perchè i soggetti candidati non abbiamo chiesto il consenso soprattutto della federazione di Cagliari.
    L’unica ragione non può non essere quella che le persone candidate uttilizzano il simbolo di questo partito per raggiungere interessi personali.
    Credo che il Partito socialista debba ripartire in Sardegna dalla Federazione di Cagliari che come dichiarato pubblicamente non sosterrà tali candidature,riacquistare la fiducia degli elettori stufi dei continui scambi di posizioni politiche, scendere nel sociale e occupparsi di quelli che sono i veri problemi della società. Ecco perchè ammiro e condivido pienamente le scelte di MariaGrazia Caligaris che ha lasciato la poltrona tanto comoda a molti,rimanendo fedele al suo Partito e occupandosi di molte tematiche sociali.
    Perchè non và mai dimenticato che nella società è fondamentale l’apporto del Socialismo per combattere battaglie sulle diseguaglianze,il riconoscimento dei diritti e delle libertà…Il Partito non può essere identificato con queste persone e non dev ‘essere abbandonato.Questo è un problema che colpisce tutta la politica non solo il partito socialista,occorre ripartire dalla propria identità politica ma soprattutto dare il buon esempio ai giovani, molti dei quali si stanno avvicinando alla politica, che cercano validi punti di riferimento.Perchè Il Partito Socialista deve ripartire anche e soprattutto dai Giovani che sono il futuro della società.
    Ecco perchè’ NON SI DEVE VOTARE PER IL CENTRODESTRA

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