Da Santiago del Cile un amico ci scrive…

12 Maggio 2010
1 Commento


Octavio Abarca Castelli

Riceviamo dal Cile terremotato questa toccante lettera da Octavio, un amico, che molti cagliaritani conoscono da quando, a causa del golpe di Pinochet, venne a studiare nella nostra città, dove si è laureato in Economia e Commercio negli anni ‘70. Octavio ci parla della tragedia del terremoto e testimonia il lavoro che i cileni, il martoriato popolo cileno sta svolgendo per risollevarsi. Fra le tante difficoltà la prima è di natura economica. Un aiuto anche piccolo, oltre che sul piano materiale, è importantissimo sul piano morale. Ecco perché un gruppo di amici legati al CIDI (insegnanti democratici) abbiamo lanciato una raccolta di fondi con un piccolo-grande obiettivo: rimettere in piedi la biblioteca di una scuola rurale. Dare a dei bambini, così duramente colpiti, un segno forte della nostra solidarietà, stimolandoli  a porre sulla cultura il fondamento della loro crescita. Con questa finalità, limitata ma realistica, abbiamo formato il Comitato “Una scuola per il Cile”, che si propone la raccolta di fondi fino al 2 giugno, data in cui si terrà al Bestione di Saint Remy di Cagliari, la Festa della Repubblica e della Costituzione. Di quanto raccolto e del ripristino della biblioteca daremo conto attraverso Octavio, che si occuperà in loco della loro concreta destinazione.
Invitiamo, pertanto, i lettori a dare e a raccogliere, fra amici e conoscenti, un contributo, anche piccolo,  per chi non possa di più, almeno la somma per l’acquisto di un libro, mettendovi in contatto con Rosa Maggio, presidente del CIDI di Cagliari, alla mail rosamariamaggio@yahoo.it

Santiago del Cile Maggio 2010

Cari Amici/e,
Sono già passati due mesi dal terremoto che ha colpito il nostro paese e la popolazione nelle zone più danneggiate cerca con difficoltà di rimettersi in piedi e partecipare ai lavori di ricostruzione.
Sono tornato da poco da un viaggio in quelle zone e sono rimasto colpito, non solo dalla forza distruttiva della natura, ma anche dalla forza e dal carattere della gente che non si lascia abbattere dalla tragedia, ma piange e sotterra in silenzio i suoi e si rimbocca le maniche per cercare di ritornare alla normalità.
Questa é una terra sofferta, dove la natura si è scagliata molte volte su di lei e altrettante volte é tornata alla vita. Questa volta non sarà differente.
Erano cinquanta o forse sessanta anni che non si verificava un terremoto e maremoto di tale intensità in queste regioni ed il colpo e stato devastante.
Le prime reazioni, a poche ore dal terremoto, sono state di disperazione e caos.
Per alcuni giorni la gente ha dovuto convivere in una condizione di calamità e di isolamento completo, con molte case distrutte e centinaia di morti, strade e autostrade interrotte e senza comunicazioni di alcun tipo in quanto mancavano tutti i servizi essenziali. Poco a poco la popolazione ha cominciato ad organizzarsi ed a cooperare con i più bisognosi, fino a che i primi aiuti sono cominciati ad arrivare.
La reazione del paese civile e del resto del mondo nel venire in aiuto delle zone colpite, sono state un gran appoggio per superare lo shock iniziale e assicurare alla popolazione colpita certi servizi essenziali come quelli sanitari, acqua, viveri, allogio ed elettricità .
Gradualmente, dopo alcuni giorni, si e messo in moto il lavoro di aiuto e riscatto con una forte componente del mondo civile .
Certamente sono ancora in molti a vivere in tende e in condizioni di precarietà senza acqua corrente ed elettricità e l’inverno è alle porte. E con l’inverno arrivano il freddo, le pioggie e le malattie. E’ un clima particolarmente duro questo della regione della Araucania e della regione che fa a capo alla città di Concepciòn e il Maule, le regioni più colpite.
Come sempre sono i più deboli, i bambini ed i vecchi, a soffrire le conseguenze più pesanti. L’arrivo degli aiuti e i lavori per accudire le persone in condizioni più precarie, è diventata una corsa contro il tempo e la sensazione di urgenza si è, per fortuna, imposta nel sentire del paese, delle organizzazioni civili e delle autorità. E quando le cose non si fanno bene, i cittadini, come è successo nella città di Talcahuano, si fanno sentire in piazza con forti proteste.
In queste condizioni di emergenza sono state molto importanti e di gran aiuto per la gente colpite dal sisma e dal maremoto, le dimostrazioni di solidarietà che sono pervenute dal resto del paese e dall’estero.
Oltre all’aiuto materiale, è importante il messaggio di speranza, il non sentirsi soli, l’incoraggiamento a continuare, ad andare avanti e a non arrendersi.
La ricostruzione delle zone terremotate sarà costosa e richiederà anni di sforzo e il paese si sta preparando a questo compito.
La generosa iniziativa portata avanti dai miei amici sardi e italiani, aiutare i terremotati cileni, è ancora una volta la migliore dimostrazione del migliore sentimento e vocazione di solidarietà degli italiani, solidarietà espressa in altri momenti difficili per il Cile e della quale sono stato testimone e sono profondamente riconoscente.
Sono sicuro che questo aiuto, qualunque esso sia, sarà molto apprezzato in questa terra.
In nome dei miei conterranei vi ringrazio una volta ancora e vi mando un forte abbraccio.

1 commento

  • 1 germana
    12 Maggio 2010 - 11:57

    Tante gocce fanno il mare. Ciao Ottavio

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