Red
Il Comune di Iglesias ricorda oggi l’eccidio dell’11 maggio 1920 con una serie di iniziative:
11 MAGGIO 2010
ORE 10.30
Cerimonia commemorativa in via Satta presso la targa che ricorda i sette minatori uccisi.
Corteo fino al cimitero con la partecipazione di ampia delegazione di alunni della scuola media in costume d’epoca.
DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 18.00
Sala Remo Branca
Piazza municipio – via Satta
Sarà in distribuzione una cartolina con annullo filatelico per lasciare traccia
di un avvenimento che ha segnato la storia delle nostre comunità minerarie
ORE 19.00
Cineworld
Progetto ‘Il cinema racconta il lavoro’
Proiezione dei films ‘Sole Nero’ di Daniele Atzeni
e ‘Cattedrali di sabbia’ di Paolo Carboni.
Sarà presente il dott. Stefano Tunis, direttore dell’Agenzia Regionale per il lavoro.
A cura della Cineteca Sarda, dell’Agenzia del Lavoro della Regione Sardegna
e del CSC di Carbonia Iglesias della Società Umanitaria
Ecco una scheda sull’eccidio di Iglesias (da Sardegnaminiere.it )
L’11 Maggio 1920, un giorno di lotta nel bacino minerario viene ancora una volta bagnato del sangue dei minatori.
I carabinieri e le guardie regie sparano sulla folla inerme di circa 2000 minatori che scioperavano per protestare contro l’arroganza e la provocazione della Direzione della miniera impersonata dall’Ing. Binetti.
E’ strage: sei operai rimangono uccisi ed altri feriti.
Il sottoprefetto quindi già alcuni mesi prima dell’eccidio impartiva istruzioni ai comandi dei carabinieri perché utilizzassero in azioni di polizia “cittadini fidati”. E’ in queste misure che vi è già l’avvallo della violenza privata , legalizzandola, per difendere direttamente gli interessi padronali. Il pretesto o la provocazione da parte della Direzione della miniera del non pagare le ore, si dice, utilizzate dagli operai per seguire un comizio socialista, parrebbe alla luce dei documenti, solo un pretesto appunto. Il Padronato delle miniere suggerisce all’autorità politica l’uso della forza per riprendersi gli spazi conquistati dai minatori nei due anni 1919/1920. Per farlo ha bisogno di una giustificazione politica grave. E’ allora che fa circolare la voce che i minatori e le loro organizzazioni politiche, come il Partito socialista, sarebbero in procinto di occupare le miniere e costituire i soviet.
Il padronato ha effettivamente paura dell’occupazione dei pozzi ma la classe operaia ha fatto enormi passi in avanti. Ora è più matura come più consapevole anche dal punto di vista organizzativo è il PSI.
Si è sparato e si sono uccisi 7 operai per creare un qualche scompiglio nelle masse e nelle loro organizzazioni. Non succederà nulla di tutto questo. Anzi. La solidarietà di classe unisce ancora di più i minatori e le popolazioni. I funerali dei minatori uccisi vedono partecipare migliaia di cittadini.
Il ricordo dell’eccidio di Buggerru del 1904 è ancora troppo vivo perché non venga accomunato con quello di Iglesias. Lo sciopero di protesta vede la partecipazione plebiscitaria della gente.
Era tutto pre-ordinato.
Nel libro di Angelo Corsi, Socialismo e Fascismo, edizioni Della Torre, curato in modo preciso da Francesco Manconi, si cita un dispaccio, conservato nell’Archivio Storico di Cagliari, del Sottoprefetto di Iglesias al Comando di Compagnia dei carabinieri in data 28 Gennaio 1920 che indichiamo testualmente:
”In previsione delle eventuali necessità è opportuno che i comandi di stazione interessati si abbocchino coi cittadini più autorevoli e più fidati e prenotino il numero dei cittadini che reputino necessari più adatti, volenterosi e sicuri e vedano di informarli della cosa e predisporre un programma di servizio”.
I minatori sono più combattivi che mai e il 9 Ottobre 1920 la federazione minatori presenta una piattaforma rivendicativa che l’associazione esercenti miniere, dopo averla respinta, sarà costretta ad accettare “sollecitata” dalla lotta di due mesi da parte dei minatori. Si firma l’accordo il 9 Dicembre ed è vittoria sindacale: aumenti salariali, indennità di carovita e riconoscimento delle commissioni interne elette liberamente dai lavoratori sotto la vigilanza della Federazione Minatori.
Sul piano politico il 1920 segna una vittoria del PSI. Intanto si rafforza la presenza del PSI e del legame tra il Partito e i minatori.
Sul piano amministrativo, anche se indubbiamente in quel tempo assume un valore squisitamente politico, le elezioni vedono vittoriosi i Socialisti: riconquistano la maggioranza nei Comuni di Iglesias, Gonnesa, Fluminimaggiore, Portoscuso, Calasetta e Carloforte e conquistano la maggioranza ad Arbus, Guspini, Villamassargia e Buggerru.
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