Ma che paese è mai questo?

18 Giugno 2008
1 Commento


Andrea Pubusa

Ma che Paese è mai questo? Cos’è diventata l’Italia? Il ministro della Difesa e il ministro dell’Interno hanno raggiunto un’intesa su un emendamento al ddl della sicurezza che prevede l’utilizzo per un periodo di sei mesi, rinnovabili, di 2.500 soldati per azioni di pattugliamento e perlustrazione nelle città metropolitane. I soldati agiranno come agenti di pubblica sicurezza, sotto il coordinamento dei Prefetti, ha precisato La Russa. L’ineffabile Ministro non si ferma qui; ipotizzando soprattutto un utilizzo dei soldati che hanno avuto esperienze nelle missioni di pace, in fondo svela la sua visione del nostro Paese; lo equipara al Libano e all’Afghanistan, posto che ritiene che le truppe utilizzabili nelle nostre strade siano le stesse impiegate in quei paesi martoriati. E le regole d’ingaggio? Sono anch’esse identiche?
Non c’è da rallegrasi neppure leggendo le note stampa sul testo del nuovo decreto legge sull’emergenza rifiuti in Campania approvato dal Consiglio dei ministri. Certo viene un istintivo senso di sollievo nell’apprendere che i militari che sorveglieranno le discariche saranno probabilmente disarmati; l’attività vera e propria di vigilanza - dunque armata - spetterà alle forze dell’ordine. Ma non basta. L’impiego delle forze armate riguarderà anche la conduzione tecnica ed operativa degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti. Così – secondo il governo - si “assicura la massima efficacia delle operazioni in condizioni di sicurezza”. Ma c’è dell’altro. Nel decreto s’introducono surrettiziamente nuove figure di reato volte a reprimere qualunque forma di protesta e di opposizione sociale. Così è per l’ipotesi in cui si impedisca o si renda più difficile l’accesso ai siti o la gestione degli impianti di smaltimento. Come questa disciplina sia compatibile con la libertà di riunione è difficile immaginare. La Costituzione non pone alcun condizionamento preventivo, perché una libertà non può essere autorizzata. Si esercita e basta. Unico limite previsto che la manifestazione si svolga pacificamente e senza armi. Ma se questa ovvia modalità di esercizio sia violata può essere accertato solo quando la gente è in piazza, non prima. Il decreto, dunque, fa a pugni con la legge fondamentale. E certo la Corte costituzionale la casserà. Ma bisogna aspettare gli arresti e le denunce perché nei relativi processi la questione possa essere sollevata. E nel frattempo? La nostra Repubblica assomiglierà più a una vecchia repubblica sudamericana che ad uno Stato democratico e di diritto.
Non sono incoraggianti neppure le iniziative che vengono dal centrosinistra. Cacciari ci aveva appena entusiasmato per la decisione di creare un quartiere per i sinti ed ora annuncia un’ordinanza di stop ai vu cumprà e per primo in Italia adotta il decreto sicurezza per bloccare il fenomeno del commercio abusivo. E così da oggi a Venezia sarà sequestrata dai Vigili urbani la merce abusiva, e, per evitare che “i furfanti” la facciano franca, il sequestro scatterà anche se viene portata in sacchi di plastica o borsoni. Quindi anche se non è esposta. Secondo il sindaco-filosofo i vu cumprà sono in pericolo anche quando per strada, sudati e affaticati, portano i loro borsoni o le loro povere buste. E certo! Come ha spiegato l’assessore Vianello, “gli stessi contenitori ingombranti mettono a rischio, con urti e spinte nella calli strette od affollate, l’incolumità di chi circola”. La sicurezza cacciariana dev’essere integrale! E’ filosofica e scientifica insieme! Ed allora ai pacifici e sorridenti venditori neri che nessuno teme le loro misere cose verranno sequestrate per evitare che coi loro borsoni o le loro buste possano toccarci. Che dire? Cacciari, vaffanculo! Vaffanculo a te e alla tua filosofia!
Ma come potrà salvarsi questo Paese se questi sono i segnali che vengono dal governo e dall’opposizione. Sembra aprirsi una nuova fase. Al vuoto lasciato dai grandi partititi di massa si è sostituito un ceto politico egocentrico, rissoso ed avido. E siccome con queste “virtù” i grandi problemi di un paese moderno non si risolvono, si è imboccata la strada del governo monocratico nei comuni e nelle regioni. E poiché la complessità è tale da non poter impedire la partecipazione delle masse, ossia forme di opposizione e di resistenza, si ricorre alla militarizzazione. Ma che Paese è diventato l’Italia? E dov’è l’opposizione? Vuole ancora pacatamente dialogare? E la sinistra? Vendola e Ferrero, mentre la città brucia, se le suonano di santa ragione. Discutono per conto loro del sesso degli angeli. Ed allora siano irrimediabilmente perduti? No. Per nostra fortuna c’è qualche generale e il sindacato di polizia a ricordarci che queste misure sono assurde ed inefficaci. Ma anche di questo non possiamo gioire molto. In fondo, anche queste parole sensate vengono sempre da uomini i divisa, Insomma, la militarizzazione investe ormai anche la discussione pubblica, diviene totale.

1 commento

  • 1 paolo
    18 Giugno 2008 - 14:34

    l’analisi fatta dal professor Pubusa la condivido pienamente si segnalo un sito dove io scrivo e sopratutto il forun dove il mondo militare si interroga sull’uso di 2500 uomini delle Forze armate per ordine pubblico . il link http://wwww.dirittierovesci.it/

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