Full Monty al femminile. Che rabbia!

21 Aprile 2010
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Red

Ricordante il film Full Monty - Squattrinati organizzati , un film inglese del 1997 nel quale, in una Sheffield deindustrializzata, Peter Cattaneo mette in scena una commedia proletaria. Un enorme successo commerciale e un Oscar per la colonna sonora di Anne Dudley. La simpatica idea? Alcuni operai licenziati e disoccupati, per campare, fanno lo streep tease.
Nella realtà la commedia fa ridere di meno, anzi non fa proprio ridere. Anzi fa girare le palle. Cosa sono sette, ottocento euro al mese se devi pagare l’affitto e, magari, mantenere gli studi del figlio? In questa situazione, se sei donna, che fai? Hai scelte di vita o terribili necessità?
Ecco la storia. In assenza di un’altra occupazione, in un periodo difficilissimo per chi cerca impiego, lavoravano tutti i pomeriggi, ad eccezione della domenica. Tre ore al giorno, dalle 15,30 alle 18,30: un orario facilmente mascherabile nel menage quotidiano, che non avrebbe dovuto destare sospetti fra i conoscenti. Ma i pettegolezzi hanno cominciato a circolare e la voce che un garage vicino al ponte alla Vittoria, a Firenze, era diventato una casa d’appuntamenti per improvvisate squillo italiane è arrivata fino ai carabinieri. Ieri pomeriggio il blitz: i militari si sono appostati di fronte al garage, hanno visto entrare le donne e qualche minuto dopo i primi clienti. A quel punto si sono fatti aprire anche loro e, tra l’imbarazzo dei presenti, hanno interrotto il ‘business’ , che durava ormai da alcuni mesi. La ‘tenutaria’ del fondo - una fiorentina ultrasessantenne, pensionata da 242 euro al mese, divorziata e domiciliata in una casa popolare del Comune, un figlio iscritto all’università - è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione. Secondo gli inquirenti, era lei, prostituta a sua volta, a ’subaffittare’ a due amiche, una sessantenne e l’altra di 37 anni, anch’esse fiorentine, entrambe da poco disoccupate, una stanza del fondo in cambio di una tariffa di dieci euro ogni prestazione. I clienti, secondo i risultati dell’indagine, erano tutti di una certa età, ma ogni prestazione veniva remunerata con almeno 50 euro. Si pubblicizzava l’attività con inserzioni nella bacheca degli annunci di un quotidiano locale, ma le tre donne lavoravano soprattutto grazie al ‘passaparola’. Nel fondo trasformato in alcova, adesso sotto sequestro, i carabinieri hanno rinvenuto anche falli in lattice e film pornografici, utilizzati per soddisfare esigenze particolari dei clienti. Sono state sequestrate anche numerose confezioni di profilattici. Li procurava, hanno riferito le casalinghe-prostitute, la tenutaria, assieme a sapone e carta, anche se poi le spese venivano equamente divise in tre.
In questa Repubblica fondata sul lavoro, ogni commento è superfluo. Ma i carabinieri non hanno altri da arrestare?

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