Amsicora
Sono un credulone. “Si terranno il prossimo 18 aprile le primarie di coalizione di centrosinistra. Lo ha deciso la direzione regionale del Pd sardo riunita per discutere delle candidature in vista delle elezioni di fine maggio”. Così titolavano i giornali sardi ai primi del mese. E io ci son cascato. Ecco perché ho deciso di non andare in campania domenica: volevo finalmente concorrere a decidere qualcosa, da homo civus, preoccupato del bene pubblico. Immaginate la delusione, quando ho saputo ch’era uno scherzo, che dovrò votare chi mi viene proposto, anzi imposto, col ricatto di non lasciar spazio alla destra.
E se io pensassi che è destra anzitutto privare i cittadini del diritto di partecipare? Che è destra decidere in cerchie ristrette? E se fossi fra quelli che ritengono queste condotte disinvolte espressione di quel “monopartitismo disgiunto” di cui ci ha acutamente parlato nei giorni scorsi il costituzionalista Gianni Ferrara? E se ritenessi che di fronte a questo esiste un diritto inalienabile: il diritto di resistenza? Che farei se pensassi tutto questo? Aduso ad essere lasciato a casa in tutti i momenti delle decisioni, non tenuto in alcun conto neppure nella scelta dei candidati, rimarrei a casa anche il giorno del voto. Anzi, recuperei il tempo perso nell’attesa che qualcuno mi chiedesse qualcosa prima delle decisioni: me ne andrei al mare o in campagna. Andrei ad ingrossare le fila degli astenuti. Paradossalmente, per voler essere homo civicus, mi priverei del primo diritto del buon cittadino: l’elettorato attivo, il voto.
Immerso in questi pensieri, mi chiedo: cosa frulla per la testa dei dirigenti del PD sardo. Le sconfitte elettorali non insegnano nulla? Si vince dove ci sono candidati condivisi, si perde dove c’è chi si autocandida. Non è così? Cosa è successo in Sardegna quando l’autocandidato è stato addirittura così sfontato da sciolgiere il Consiglio regionale per non sottoporsi alle primarie? Eppure è passato così poco tempo da allora. Che imperdonabile smemoratezza!
“Milia rimane solo”, “Milia corre solo” hanno titolato i giornali sardi, riferendosi alla decisione annunciata del PD: niente primarie, contrordine compagni! Milia solo: che constatazione premonitrice!
2 commenti
1 G M P
19 Aprile 2010 - 08:20
Il PD ha dimostrato di aver gestito male il caso Milia e se sconfitta ci sarà allora avremmo la certificazione della debolezza dell’attuale segreteria regionale che oramai appare anche dopo il caso Arbau tanto autoreferenziale quanto lontana dal territorio, dalla base dai temi strategici della attuale fase politica sarda e nazionale.
Ma la segreteria persiste in strategie pseudo concertative con Cappellacci sfasciando così il partito e la coalizione di centro sinistra. Il PD cambi rotta prima che sia troppo tardi,si é ancora in tempo e si faccia capire ai propri eletti, anche richiamandosi alla disciplina di partito , che se ci fosse la possibilità di far cadere il governo nazionale o regionale, non si tirino indietro. Si anteponga l’interesse generale a quello personale. Nessun soccorso rosso.
2 Efis Pilleri
20 Aprile 2010 - 20:20
La condanna riportata da Milia è una delle questioni che terranno lontane dalle urne una parte dell’elettorato di sinistra, oltre a dividere la coalizione. Ho cercato di farmi un’idea precisa dei fatti che hanno originato tale condanna ma non sono riuscito ad avere un’informazione completa dai quotidiani sardi di questi giorni. Viene presentata, semplicisticamente, come una ridicola contrapposizione tra il codice etico del PD e quello di IDV.
Mi piacerebbe che DEMOCRAZIA OGGI, che spesso ci ha fornito notizie e commenti interessanti su aspetti giuridici e giudiziari di questioni politiche d’attualità, ci desse qualche informazione anche su questa vicenda.
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