Antonello Gregorini - Urban Center Cagliari
L’altro giorno ho partecipato alla riunione di una cinquantina di giovani che, sotto il nome di “comitato per la salvaguardia del Poetto”, si sono riuniti presso il baretto Corto Maltese.
Per chi è abituato a questo tipo di riunioni devo subito dire che i linguaggi, le fisionomia, i colori, erano diversi da quelli a cui normalmente siamo abituati.
Bellissimi ragazze e ragazzi, tatuati, con piercing al naso, un po’ bevuti, riuniti perché terrorizzati dall’idea di poter perdere i loro luoghi di intrattenimento estivo ma anche invernale. Il baretto per loro (ma non solo) ha assunto la veste del luogo di socializzazione e divertimento, dove ascoltano il concerto della band cittadina gratuitamente.
L’attuale condizione tecnico-giuridica dei baretti porta a temere che per l’estate prossima questi dovranno chiudere o che, comunque, dovranno eliminare pedane per concerti e gazebo.
Dopo aver ascoltato le motivazioni e le proposte di azione da intraprendere, ho chiesto la parola per dire:
“che non è vero che la città non ama i baretti a causa dell’equazione “baretto = casino e sporcizia”; “che non è vero che la stampa non segue la vicenda”; “che quello che sta accadendo è frutto dell’indolenza della classe dirigente”; “che loro, i ragazzi, hanno il diritto di divertirsi ma anche il dovere di accettare delle regole che limitano i fastidi ai residenti”; “che il messaggio di un cospicuo gruppo di giovani che chiedono spazio e di essere ascoltati ha forte valore sociale ma anche mediatico”;”che loro fanno economia e che la movida del Poetto ha enorme valore economico per l’intera Città, di giorno e di notte”;”che è anche vero, però, che il messaggio deve essere ben comunicato”;”che la classe dirigente e politica non potrà far orecchie da mercante”.
Per questi motivi ho messo a disposizione della loro iniziativa l’esperienza, le competenze tecnico giuridiche e le risorse dell’Urban Center per far si che il “messaggio” venga confezionato nei giusti linguaggi, nelle corrette forme e sia supportato da un’adeguata esposizione mediatica.
Si pensa all’organizzazione di concerti di sensibilizzazione, conferenze, raccolta di firme in banchetti per sensibilizzare l’opinione pubblica.
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Antonello Gregorini ci segnala questo stralcio di un articolo del fisico Erasmo Venosi dei Verdi, pubblicato nei giorni scorsi su “Quotidiano Terra”. La riflessione è particolarmente significativa per il fatto che il Governo sta attuando delle politiche volte a impedire la nascita di un sistema energetica da fonti rinnovabili, opponibile al nucleare.
Così il Governo stritola il Sud
… Nel documento della Commissione Europea si legge che l’Italia è l’unico Paese ad aver dichiarato un ampio deficit di energia rinnovabile , rispetto agli obiettivi assegnati e a individuare come rimedio lo sviluppo di progetti con Svizzera,Albania, Montenegro,e Tunisia.Tale posizione fa il paio con la modifica del funzionamento della Borsa elettrica (DL 185/2008 , modifica mercati elettrici : “del giorno prima” , “di aggiustamento” e “dei servizi di dispacciamento”).Si passa dal prezzo del Kwh definito nell’asta uniforme (System Marginal Price) al sistema dell’asta discriminatoria (Pay as Bind).
Il combinato disposto del “boicottaggio ” delle rinnovabili con connessa potenzialità di attivare una filiera produttiva e la modifica di funzionamento del mercato elettrico, rappresentano una chiara scelta politica negativa e ,in particolare contro il Meridione. Infatti l’energia può rappresentare una grande e irripetibile opportunità per promuovere nuove specializzazioni produttive , nuove professionalità, nuova imprenditorialità per l’attivazione di uno sviluppo autopropulsivo attivato da tra elementi: 1) impegni assunti dal Governo nazionale nell’ambito della Politica Energetica Europea deliberata dal Consiglio Europeo del marzo 2007 2) caratteristiche geoclimatiche che rappresentano un gigantesco giacimento di energia rinnovabile ( sia elettrica che termica!) 3) incentivi sostanziosi che ammontano a complessivi 50 miliardi di euro da corrispondere negli anni intercorrenti 2020.I deficit strutturali di rete di trasmissione e di distribuzione elettrica determinano problemi di congestione che si scaricano sul prezzo dell’energia con triplicazione del prezzo rispetto al nord. La modifica della borsa elettrica con tripartizione del territorio rappresenterà,quindi un ulteriore causa di incremento del prezzo del’energia nel Meridione d’Italia e motivo ulteriore per allontanare eventuali investitori, già disincentivati dalla mancanza di sicurezza, eccessiva burocratizzazione e assenza di misure ad hoc per incentivare i mercati più virtuosi..Infine non casuale appare la mancata assegnazione alle Regioni (Barden Sharing) di sepcifici target per rispettare l’obiettivo assegnato a Bruxelles.Solo annunci e mai atti cogenti sui limiti regionali di produzione da rinnovabili nel rispetto delle potenzialità del territorio.
… Nel documento della Commissione Europea si legge che l’Italia è l’unico Paese ad aver dichiarato un ampio deficit di energia rinnovabile , rispetto agli obiettivi assegnati e a individuare come rimedio lo sviluppo di progetti con Svizzera,Albania, Montenegro,e Tunisia.Tale posizione fa il paio con la modifica del funzionamento della Borsa elettrica (DL 185/2008 , modifica mercati elettrici : “del giorno prima” , “di aggiustamento” e “dei servizi di dispacciamento”).Si passa dal prezzo del Kwh definito nell’asta uniforme (System Marginal Price) al sistema dell’asta discriminatoria (Pay as Bind).
Il combinato disposto del “boicottaggio ” delle rinnovabili con connessa potenzialità di attivare una filiera produttiva e la modifica di funzionamento del mercato elettrico, rappresentano una chiara scelta politica negativa e ,in particolare contro il Meridione. Infatti l’energia può rappresentare una grande e irripetibile opportunità per promuovere nuove specializzazioni produttive , nuove professionalità, nuova imprenditorialità per l’attivazione di uno sviluppo autopropulsivo attivato da tra elementi: 1) impegni assunti dal Governo nazionale nell’ambito della Politica Energetica Europea deliberata dal Consiglio Europeo del marzo 2007 2) caratteristiche geoclimatiche che rappresentano un gigantesco giacimento di energia rinnovabile ( sia elettrica che termica!) 3) incentivi sostanziosi che ammontano a complessivi 50 miliardi di euro da corrispondere negli anni intercorrenti 2020.I deficit strutturali di rete di trasmissione e di distribuzione elettrica determinano problemi di congestione che si scaricano sul prezzo dell’energia con triplicazione del prezzo rispetto al nord. La modifica della borsa elettrica con tripartizione del territorio rappresenterà,quindi un ulteriore causa di incremento del prezzo del’energia nel Meridione d’Italia e motivo ulteriore per allontanare eventuali investitori, già disincentivati dalla mancanza di sicurezza, eccessiva burocratizzazione e assenza di misure ad hoc per incentivare i mercati più virtuosi..Infine non casuale appare la mancata assegnazione alle Regioni (Barden Sharing) di sepcifici target per rispettare l’obiettivo assegnato a Bruxelles.Solo annunci e mai atti cogenti sui limiti regionali di produzione da rinnovabili nel rispetto delle potenzialità del territorio.
3 commenti
1 G M P
11 Aprile 2010 - 07:55
Si abbia il coraggio di raccontare a quei giovani che una società sana si basa sul rispetto delle regole.
Regole che sono sopprattutto fate per garantire loro e i loro figli . Molti baretti in parte sono abusivi il Comune ha fatto finta di nulla e i gestori hanno lucrato anche con opere abusive . Quei ragazzi hanno il diritto ad avere spazi dove ritrovarsi ,hanno diritto ad avere luoghi dove poter suonare e ballare , ma hanno sopratutto il diritto alla verità ed a non essere strumentalizzati per gli interessi di pochi . Il Poetto ha bisogno di presidi come i baretti che pero’ non devono diventare degli stabilimento balneari ,impedendo la libera fruizione della spiaggia che e’ pubblica ossia di tutti. Mi rendo conto che in un Iralia governata da un pduista parlare di interesse pubblico e di pubblica utilità può sembrare “strano” d’altronde qui a Cagliari , pubblico interesse e bene pubblico non sempre hanno avuto vita facile vedi il caso Tuvixeddu dove chi doveva tutelare non ha tutelato e dove chi ha cercato di alvare il colle e’ stato attacato anche da alcuni ambienti( residuali) di pseudo sinistra che a volte anche in modo disordinato e apparentemente incompensibile si sono schierati a difesa dell’ interesse particolare a discapito di quello generale. Mi auguro che il Poetto non sia una nuova Tuvixeddu e che Tuvixeddu non sia una nuova Poetto.
2 a. gregorini
12 Aprile 2010 - 09:12
Gli ambienti residuali di pseudo sinistra, su Tuvixeddu, hanno più volte motivato, nel merito, la posizione di Tuvixeddu e l’hanno portato al pubblico dibattito, cercando il confronto.
La sinistra, quella col bollino non sa cosa sia la “catarsi”, anzi la rifiuta. Dove potrà andare con questi principi …
I frequentatori del Poetto chiedono regole, appunto. Leggi i giornali e vedrai che questo é il loro messaggio.
Chi deve darfe le regole sprofonda nell’inedia e nell’indolenza assoluta, trascinando con se l’intera città.
Lo slogan di “povero Poetto” é: “Se non partecipi poi non lamentarti”. Altamente politico e positivo
3 G M P
12 Aprile 2010 - 15:12
Equivoco “curioso” gli ambienti residuali a cui mi riferiscono sono quelli che durante la giunta Soru , che tanto ha fatto per la tutela del paesaggio e dell’ambiente , si erano schierati con Cualbu .
e tra cemento e tutela sceglievano il cemento.
Mi ricordo tutte le polemiche bizantinesche sulla “certezza del diritto” , cercando lo spillo e ignorando la trave.
quel zelo lo vorrei vedere anche per le sentenze del TAR che entravano in merito anche di questioni tecniche oltre che sul curriculum dei tecnici della commissione paesaggio (al limite della diffamazione ) , il medesimo zelo lo vorrei vedere sulle intercettazioni telefoniche .
Chi ha portato al pubblico dibattito Tuvixeddu da quasi 40 anni é sempre stato soggetto ad attacchi
strumentali sicuramente funzionali a chi aveva e ha interessi sul colle.
Per quanto riguarda il Poetto : si ripristino gli spazi realmente autorizzati (mi sembra il minimo) e da li si parta, ma i baretti rimangano baretti e non si trasformino in stabilimenti balneari con occupazione eccessiva dell’area demaniale.
Mi auguro solo che la questione Poetto non si trasformi in una questione elettorale.
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