Amsicora
Nessun accenno esplicito agli scandali e agli attacchi è giunto dal pontefice nelle omelie e nei messaggi di questi giorni. E’ stata seguita puntualmente l’agenda liturgica e il cerimoniale, con la sola, significativa, eccezione, di un augurio rivolto al pontefice domenica mattina in piazza san Pietro dal decano del collegio dei cardinali,Angelo Sodano. Ma anche l’ex segretario di Stato, nonostante la sua esperienza, ha commesso un imperdonabile errore: ha parlato di chiacchiericcio riferendosi al bubbone della pedofilia nelle sacrestie. Ci si sarebbe aspettati una presa di posizione ferma contro il fenomeno, pur nella comprensibile difesa della persona e dell’opera di Benedetto XVI°.
Ma mentre la Chiesa cattolica serra i ranghi attorno al Papa, si moltiplicano le critiche della stampa estera proprio per “i silenzi” del Pontefice sui casi di abusi nella messa di Pasqua e durante tutta la Settimana Santa. Il Washington Post si spinge fino a ipotizzare le dimissioni di Ratzinger dal soglio pontificio. E a riprova del crescente clima di protesta, la petizione che compare sul sito ufficiale di Downing Street - residenza dei primi ministri britannici - contro la programmata visita di Benedetto XVI in Inghilterra e Scozia il prossimo settembre ha già raccolto oltre 11 mila firme: lanciata dal gruppo OutRage (un movimento per i diritti di gay, lesbiche e transessuali), la petizione chiede tra l’altro al premier Gordon Brown di denunciare le presunte responsabilità del Papa nell’insabbiamento degli abusi pedofili perpetrati da sacerdoti cattolici e soprattutto di non finanziare la visita di Ratzinger con soldi pubblici (secondo le stime, il viaggio dovrebbe costare al contribuente britannico circa 15 milioni di sterline).
Al di là comunque della Gran Bretagna - dove le tensioni sono state acuite nei giorni scorsi dall’attacco senza precedenti rivolto dal capo degli anglicani, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, alla Chiesa cattolica irlandese, poi parzialmente ritirato - ai media mondiali continua a non piacere la linea scelta dal Vaticano in queste settimane di bufera, quella cioé di derubricare a “chiacchiericcio” le accuse al Papa. El Pais in Spagna, il Times e il Guardian nel Regno Unito, Le Monde in Francia: tutti puntano il dito contro “le mancanze” di Benedetto XVI, che “ha terminato la Settimana Santa così come l’aveva iniziata - scrive il quotidiano spagnolo -, senza pronunciare una sola parola sui casi di abusi sui minori”. Il Times di Londra riporta invece le proteste che hanno segnato la messa pasquale nella cattedrale di Dublino, con un gruppo di fedeli che ha tentato di portare fin sull’altare delle scarpe da bambino per ricordare le vittime degli abusi al grido di ‘vergogna’ rivolto all’arcivescovo irlandese Diarmuid Martin. Negli Stati Uniti - dove ieri la più famosa columnist del New York Times, Maureen Dowd, ha suggerito alla Chiesa cattolica di servirsi di “sessorcisti” più che di esorcisti - oggi è stato l’altro quotidiano più autorevole del Paese, il Washington Post, a paragonare la crisi che sta attraversando il clero cattolico allo scandalo Watergate “che inghiottì gli Usa negli anni Settanta”. All’epoca, scrive in un editoriale Timothy Shriver - figlio di Eunice Kennedy Shriver, sorella di Jfk -, Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti, “fu coinvolto e costretto a lasciare l’incarico. La Chiesa cattolica é su una strada simile per le dimissioni del Pontefice?”.
Ma è forse dalla ’sua’ Germania che arriva il giudizio più severo su papa Ratzinger.
Il settimanale Der Spiegel, il più diffuso tra i tedeschi, gli dedica la copertina con un titolo tutt’altro che lusinghiero: sopra la foto del Pontefice campeggia infatti la scritta ‘L’infallibilé, ma con un doppio segno di pennarello rosso che cancella il prefisso ‘in’, trasformando l’aggettivo in ‘fallibile’. Nelle pagine interne, il lungo articolo dedicato alla vicenda è significativamente sottotitolato ‘La fallita missione di Joseph Ratzinger’: vi si parla di “crisi della Chiesa” e “sdegno sul suo pontificato”. “Benedetto XVI ha guastato i rapporti con ebrei e musulmani, con molti cattolici, e anche con i tedeschi che, al momento della sua elezione, erano così fieri di lui”, è la bocciatura dello Spiegel. I media stanno portando avanti “un’eclatante campagna diffamatoria” che mira a colpire non i preti pedofili ma direttamente il Papa, ribadisce nel pomeriggio dal canto suo la Radio Vaticana, che per dare il senso della sproporzione cita tra l’altro un rapporto governativo Usa secondo cui i sacerdoti cattolici coinvolti in casi di abusi sarebbero meno dello 0,03%.
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