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Le “riforme” dopo la vittoria leghista? Eccole. Si parte dalla pillola Ru 486. Dopo che il neogovernatore del Piemonte Cota ha detto che “per quanto lo riguarda può benissimo restare nei magazzini”, Maurizio Gasparri attacca il direttore dell’Agenzia per il farmaco (Aifa). Il governatore del Veneto, Luca Zaia si unisce al coro: ”non daremo mai l’autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali”. E’ piu’ moderata la presidente della regione Lazio, Renata Polverini, secondo cui la somministrazione della pillola abortiva ‘’seguira’ lo stesso percorso dell’aborto chirurgico, quindi sara’ somministrata in ospedale”. ”C’e’ una legge, la 194, che va rispettata - ha aggiunto la Polverini - io sono a favore della vita e faro’ tutto quello che e’ necessario per difenderla nel rispetto della legge”. Dello stesso avviso il presidente eletto della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti e il neo presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. E Formigoni sottolinea ”la difesa del diritto alla vita, e della salute della donna nel rispetto della legge 194”. Mentre il Presidente della Giunta lucana, Vito De Filippo fa sapere che le decisioni sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486 sono affidate alla prossima legislatura.
Plausi da monsignor Fisichella, mentre il papa esorta i cristiani a “rifiutarsi di fare ciò che negli ordinamenti giuridici non è diritto, ma ingiustizia”, a cominciare dall’”uccisione di bambini innocenti non ancora nati”. Ma il Santo Padre non farebbe bene a difendere dalle violenze in house i bambibi già nati?
La “violenza sul tema dell’aborto, anche da parte della Chiesa”, rischia di rivelarsi un boomerang per la salute della donna, “aumentando la diffusione del ‘fai da te’ e degli abortifici clandestini”, è l’amaro commento di Carlo Flamigni, ginecologo e componente del Comitato nazionale di bioetica. Maa forse è un boomerang anche per chi vuol tornare al medioevo, come lgià nel caso del divorzio e dell’aborto.
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