Maria Grazia Caligaris . Socialismo Diritti Riforme
In attesa che venga definita la data per il rinnovo dei consigli provinciali, in Sardegna si evidenzia una significativa costante: la scarsa valutazione della rappresentanza di genere. Nei due schieramenti infatti le donne candidate alla guida delle Giunte non solo rischiano di essere minoritarie ma addirittura di scomparire con buona pace della politica e dell’amministrazione ‘specchio’ della società. Si richiama l’attenzione sulla necessità di riflettere sulle presidenze provinciali anche in termini di parità di genere e sulle candidature a guidare le città.
Anziché procedere nella strada della parità nella rappresentanza di genere in ogni luogo decisionale, i responsabili dei partiti in Sardegna manifestano una singolare forma di onnipotenza. Esprimono infatti senza dubbio alcuno la volontà di candidare alla Presidenza delle Giunte delle 8 Province e alla guida delle principali città esclusivamente uomini. Non è un caso del resto che i componenti delle coalizioni siano tutti di genere maschile.
Non solo. Anche le notizie in merito alla conferma delle presidenze per gli uscenti appaiono particolarmente severe verso le donne. Proprio le uniche due su otto che hanno governato in questi ultimi anni sembrano destinate alla non riconferma. In questo modo non solo non si favorisce la partecipazione qualificata di donne nella gestione della cosa pubblica ma si estende al genere femminile una valutazione negativa sulle sue capacità.
“Una preclusione che indirettamente penalizza anche l’elettorato a cui si nega la possibilità di esprimere un giudizio o di scegliere un’altra candidata donna. La speranza è che i programmi delle coalizioni possano trovare più compiuta espressione con autorevoli esponenti di entrambi i sessi in modo tale che le esperienze e le qualità individuali possano rappresentare e far crescere in modo equilibrato le comunità locali.
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