Carlo Dore jr.
Nella magica luce di un tramonto romano, il vecchio Caimano, per la prima volta, ha iniziato a sentirsi solo. Ha osservato a lungo la grande piazza piena di banchetti e gazebo, ha studiato ancora una volta la struttura del grande palco più adatto ad un ritrovo di rock star che ad un semplice comizio politico, ha seguito passo dopo passo l’incedere dei tre cortei che confluivano verso San Giovanni. Quindi, quella domanda stizzita “Ma quanti sono?”
La fiesta è cominciata, con tamburelli e tromboni: risuonano alte le note della colonna sonora di Guerre Stellari, con La Russa in formato Skywalker e Brunetta perfettamente a suo agio nei panni del piccolo capo della setta Jedi. Ci sono Cicchitto e Gasparri, la Carfagna e la Gelmini; mancano i finiani? No, ecco Ronchi a rappresentare l’ala irredentista del PDL. Ci sono tutti, nessuno ha disertato l’appello. Verdini tuona dal microfono: “siamo più di un milione”; al Caimano si incrina il sorriso di cartapesta: “Un milione? Ma dove?”
Un’altra occhiata alla Piazza: non è piena come nel 2006, quando il jngle “Meno male che Silvio c’è!” spopolava tra gelatai e casalinghe da copertina, quando il mantra dei magistrati politicizzati scaldava cuore e fegato dell’elettorato post-fascista, quando il mito del “Governo del Fare” trovava nell’efficientismo decisionista di Bertolaso la sua più alta rappresentazione.
La Piazza non è piena come nel 2006, Verdini ha toppato di nuovo: stavolta, bisogna fare i conti con il malessere crescente di un Paese al collasso, stanco di sentirsi ripetere che “la crisi non esiste”; con il mito del Governo del Fare che affonda nel magma gelatinoso degli scandali e delle veline, delle liste non presentate e dei decreti-truffa, della corruzione e delle intercettazioni; con una opposizione che recupera fiducia e consensi grazie alle scelte di un leader finalmente capace di parlare delle vere emergenze nazionali, senza fare concessioni alla logica del “ma anche”.
La Piazza non è piena, l’incubo dell’astensione di massa è sempre più minaccioso: il Caimano sente, lontano lontano, il fastidioso odore della sconfitta, ed inizia ad avere paura. Poi, mentre La Russa non ha ancora esaurito le presentazioni, prende il microfono e parte all’attacco con la grinta dei giorni migliori: contro i giudici comunisti, i giornalisti faziosi, l’opposizione che genera pessimismo, le Questure che rifiutano di confermare i numeri di Verdini.
Quando infine i tredici potenziali Governatori in quota PDL sono costretti a salire al centro del palco per sottoporsi ad un giuramento degno della cerimonia inaugurale di un campo delle Giovani Marmotte, tutti gli osservatori imparziali non riescono a trattenere un moto di stupore: l’epopea del Grande Comunicatore sta per concludersi come un filmaccio di quart’ordine; questo è il crepuscolo del Caimano, il crepuscolo di un uomo solo con la sua paura.
Ma se la paura davvero è la via che conduce al lato oscuro, allora attenti a sottovalutare la paura del Caimano. La colonna sonora di Guerre Stellari potrebbe infatti essere il preludio più adatto per un ultimo, disperato, violentissimo attacco dei cloni, basato su una riforma della giustizia volta a sottoporre la magistratura requirente al giogo dell’Esecutivo, e su una revisione della Costituzione diretta ad attuare quel presidenzialismo forte che consentirebbe al Premier investito dal consenso popolare di governare senza la fastidiosa intermediazione del Parlamento e delle altre Istituzioni di garanzia.
Per questo, indipendentemente dall’esito delle prossime elezioni amministrative, è necessario che la mobilitazione dell’area democratica mantenga il livello di rigore e di incisività osservato negli ultimi venti giorni: perché il Caimano impaurito difficilmente rinuncerà all’ultimo colpo di coda, all’ultimo passaggio della deriva cesarista che più volte ha rischiato di trasformare l’Italia in una democrazia minore.
Il Caimano adesso ha paura: ora come non mai, bisogna avere paura del Caimano.
9 commenti
1 Bokassa
24 Marzo 2010 - 00:34
Penso che anche gli italioti ormai abbiano capito che Italia, in 15 anni è caduta al medioevo!
Gli italioti irriducibili li potremo chiamare “imbecillioti”.
Bokassa
2 Alfred
24 Marzo 2010 - 03:48
Non credo che abbia paura. Lui sa che ha il potere dell’informazione e poi sa che gli italiani sono un popolo, grazie anche a lui, di disinformati anche in politica, basta fare qualche domanda in merito e quando rispondono sono vaghi e non sanno nulla. Lui ha fatto un indagine sull’istruzione degli italiani e ha scoperto che la maggioranza ha un’istruzione che equivale alla II° media inferiore, vuoi che non sappia ingannare persone così ignoranti, anche in politica e che in merito né si interessano ?
Lui con i suoi sondaggi, spesso veritieri, ha saputo giocare le sue carte e sono d’accordo con te quando dici che è facile che se ha paura di perdere si deve temere qualche colpo che io non definirei di coda, perché ha ancora tanta popolarità, ma mi preoccupo per qualche genialata che vorrà organizzare per aumentare la sua popolarità. La realtà è che ci vorrebbe una opposizione più credibile che parli più di programmi e che sia anche moralmente più affidabile, perché il caso ” Frisullo” ha messo in difficoltà le ragioni del dissenso contro di lui. Se non ci fosse il vuoto come capacità politica tutto sarebbe più facile, ma se abbiamo un tipo così è perché le persone non sanno più a chi aggrapparsi ed in questi casi c’è sempre chi approfitta dell’occasione, adesso è toccato a lui e non sappiamo per quando tempo ci toccherà sopportarlo.
3 Tra i tacchi 16 e la parrucca, il nulla...
24 Marzo 2010 - 09:37
Ma siamo ridotti proprio così male…
4 seka
24 Marzo 2010 - 09:51
Io credo che nanetto ha capito e giunta sua ora di dire buona notte a italiani c……ni chi ha votato per lui.HA FATTO DI DANNI,adesso basta, basta
5 onofrio
24 Marzo 2010 - 09:56
Leggendo i vs.commenti,mi rendo conto che vi state illudendo e che,dopo aver ascoltato martedi il risultato elettorale definitivo,vi sveglierete dall’incubo e capirete che Berlusconi è sempre il migliore.E’ inutile,è fatica sprecata che vi illudiate di disarcionare il Cavaliere ed il gverno,legittimamente eletto;state perdendo tempo,voi ed i vari pennivendoli del Fatto quotidiano,del Manifesto e di Repubblica! Il vasto bacino elettorale del popolo moderato crede ed ha fiducia di Berlusconi e dei partiti del fare.A voi lasciamo volentieri le chiacchiere e gli insulti:siete maestri!
6 gian54
24 Marzo 2010 - 10:58
spero che la paura si trasformi in terrore!!! deve iniziare a tremare per il terrore di perdere!!!
7 CARLO
24 Marzo 2010 - 12:04
GRANDE SILVIO! QUELLO CHE CONTA E’ CHE,COMUNQUE, IL GRANDISSIMO SILVIO SARA’ AL GOVERNO ANCORA PER MOLTO TEMPO. ROSICATE, SINISTRI, ROSICATE!
8 robby
24 Marzo 2010 - 12:30
Sono d’accordo con Alfred: il problema non è Lui, che comunque in 15 anni di presenza è riuscito a degradare il livello etico e culturale dell’Italia. E’ sempre una questione circolare: se Lui è al potere, è perchè la maggioranza degli italiani e delle italiane lo vota. Il vuoto di pensiero che si è creato nella popolazione è spaventoso, quasi surreale. Ed era iniziato già negli anni ‘80 con il craxismo. I grandi fermenti intellettuali che animarono i decenni precedenti, criticabili finchè si vuole, erano però l’espressione di valori, impegni civili e morali, progetti, speranze, impegni a realizzare futuri migliori. Erano, soprattutto, CULTURA e informazione. Oggi, invece, in un’epoca di veline, isole dei famosi, grande fratello, crollo dei quotidiani, reality e altre sciagure simili, dove è finito tutto quel fermento? In tale maleodorante palude è ovvio che individui dittatoriali e subdoli come il Caimano prosperano e…. purtroppo…gorvernano. Dovremmo interrogarci il perchè si sia creato un vuoto simile, a partire già dagli anni ‘80.
E poi, strettamente collegato, c’è la scomparsa di un’opposizione forte, ridotta sempre più alle beghe miopi e inutili di questioni interne di partiti e partitini: del tutto insignificanti in un panorama mondiale.
9 mari
24 Marzo 2010 - 16:11
…mi fa sempre piu’ schifo tutto, sopratutto quando alla televisione vedo lo psiconano, venditore di cravatte che si agita….è finita un epoca, la sua, e se ne stà rendendo conto finalmente. Spero tanto in un colpo di reni, copiando magari quello che hanno fatto i francesi, nostri cugini. Ormai siamo alla frutta e non ce ne rendiamo conto sopratutto non se ne rendono conto quelli che sabato hanno preso 100 Euro per manifestare a Roma
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