Par condicio in salsa pugliese: arrestato Frisullo (PD)

19 Marzo 2010
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Red

Certo è che se non siamo alternativi il popolo democratico e di sinistra non vota. Cosa diciamo anche noi che è una giustizia ad orologeria? Toghe nere anziché rosse?
Ecco la notizia. L’ex vicepresidente della Giunta regionale pugliese (Pd) è stato arrestato e condotto in carcere su disposizione della magistratura barese nell’ambito delle indagini sulla gestione della sanità pugliese. L’indagine si avvale anche delle dichiarazioni accusatorie rilasciate dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Nichi Vendola: “Penso che la politica debba assumere un atteggiamento di assoluto rispetto nei confronti di chi ha il compito delicato e cruciale di accertare e perseguire i reati”. “Massimo rispetto per la magstratura e per il lavoro che sta svolgendo” viene espresso anche da Sergio Blasi, segretario regionale del Partito democratico. Ci mancherebbe, ma certo questa è una bella mazzata per Vendola.
Ma chi è Frisullo?
Esponente di spicco della sinistra salentina, da sempre vicino a Massimo D’Alema Sandro Frisullo è nato a Castrignano dei Greci, in provincia di Lecce il 20 aprile del 1955. Laureato in filosofia, Frisullo ha seguito tutta la vicenda del Partito Comunista pugliese nelle diverse fasi di passaggio, dal l Partito Democratico della Sinistra fondato da Occhetto, poi Democratici di Sinistra e infine dentro l’avventura veltroniana del Partito Democratico.
Il suo sodalizio con D’Alema risale proprio agli anni Ottanta quando questi fu inviato a dirigere il partito pugliese. D’Alema sarà poi eletto più volte deputato in Puglia, nel collegio del Gallipoli, anche grazie al sostegno dei compagni salentini.
Frisullo viene eletto la prima volta nel Consiglio regionale nel 1995 e dal 1997 al 2002 è stato consigliere comunale a Lecce.
Confermato poi nel 2000 Consigliere regionale Frisullo approfondisce la conoscenza della macchina amministrativa della Regione, governata da sempre dalla Democrazia Cristiana, nelle diverse formule politiche degli anni della cosiddetta “prima Repubblica”, da componente della Prima commissione consiliare (programmazione, bilancio, finanze e tributi). Verranno poi gli anni delle Giunte di centrodestra berlusconiana guidate prima dal prof. Di Staso e poi da Raffaele Fitto, figlio di Salvatore, leader della Dc leccese deceduto in un tragico incidente stradale mentre era presidente della Regione Puglia. Negli anni dell’opposizione Frisullo guida i Ds da presidente del gruppo consiliare ed entra a far parte della Direzione nazionale del suo partito.
Ma sta arrivando la valanga elettorale della cosiddetta “primavera pugliese”, che sconvolge tutti gli equilibri: nel biennio 2004 e 2005 il centrosinistra conquista tutte le Province, quattro capoluoghi su cinque, svolge il primo esperimento nazionale di elezioni primarie e porta Nichi Vendola alla guida della Giunta regionale: Sandro Frisullo assume la carica di vicepresidente con deleghe assessorili “pesanti”: industria, commercio, energia, innovazione tecnologica, commercio e artigianato.
L’estate scorsa arriva la bufera del caso D’Addario - Berlusconi con il coinvolgimento di Gianpaolo Tarantini, giovane imprenditore nel lucroso settore delle forniture sanitarie. Le inchieste sui presunti rapporti illeciti tra politici e imprenditori si dipanano tra colpi di scena e intercettazioni, alcune delle quali coinvolgono lo stesso Frisullo, che si dimette praticamente subito dall’incarico di vicepresidente della giunta Vendola, si autosospende da consigliere regionale e annuncia di voler rinunciare ad ogni incarico politico e pubblico. Infatti non si candiderà neppure nelle successive scadenze elettorali.
La giustizia deve fare dunque il suo corso, anche se - a dieci giorni dalle elezioni - fa discutere l’arresto dell’ex vice di Vendola. Le accuse sono pesanti (associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta), ma le motivazioni dell’arresto sono ignote. Frisullo stava forse inquinando le prove? Era pronto a fuggire all’estero? Si preparava a reiterare i reati di cui è accusato? Se così non fosse perché l’arresto?
Ma, suvvia!,si mormora negli ambienti PD pugliesi, un po’ di par condicio! Il plurindagato ministro Raffaele Fitto,nei suoi 5 anni da Governatore, pur essendo sotto indagini della magistratura, rimase tranquillamente al suo posto: con lui un quarto della sua giunta fra i quali il vicepresidente Giovanni Copertino, l’assessore all’Urbanistica Enrico Santaniello e l’assessore ai Trasporti Pietro Franzoso, per ricordarne solo alcuni.
C’è solo una differenza piccola piccola fra centrodestra e centrosinistra. Nonostante tutto, l’elettore progressista tiene ancora alla moralità dei suoi rappresentanti. Non accetta che requisito per la candidatura sia un precedente penale o, ancor meglio, un arresto. per fortuna, è ancora così!

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