Bossi: a presentare le liste avrei mandato persone per bene

12 Marzo 2010
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Amsicora

Con toni populistici, Silvio Berlusconi vaneggia, attaccando magistratura e sinistra. Lo fa in casa arringando il popolo degli eletti Pdl nel Lazio, riuniti con Renata Polverini. Il premier strilla chiamando a raccolta per la manifestazione di piazza del 20 marzo,”che non sarà ‘contro ma per’: per il diritto di voto e per la nostra libertà”. “Stanno tentando di fare una grande porcheria”, punta il dito Berlusconi contro ‘la sinistra e la sua mano giudiziaria”, che vogliono “vincere senza avversari”. E allora sarà “forte e dura” la risposta alla manifestazione di sabato dell’opposizione, quando sfileranno a braccetto “il campione del giustizialismo Antonio Di Pietro”, “il campione della faziosità politica Pier Luigi Bersani” e “la campionessa della cultura radicale Emma Bonino”. “Un amalgama terrificante”, grida Berlusconi pronto a scendere nella piazza del Pdl “per rispondere ad un inaccettabile ingiustizia”, insieme ai militanti, per difendere “il diritto fondamentale alla democrazia che ci è interdetto”.
Poi, con manifesta schizofrenia, attacca i giudici, “la magistratura di sinistra, quella politicizzata che usa i suoi poteri a fini politici e ha dettato i tempi di questa campagna elettorale”, ma, al tempo stesso, confida di avere ancora fiducia nel prossimo pronunciamento del Consiglio di Stato: “Ho fiducia, non possono chiudere gli occhi solo per non dare torto agli altri giudici. Sono convinto che non ci sia nessuna ragione per impedire al primo partito italiano di non essere presente nella circoscrizione di Roma”.
Strali invece contro il magistrato Anna Argento “una signora che avrebbe dovuto rincorrere i delegati Pdl per permettere a milioni di cittadini di esprimere il loro voto per il primo partito italiano” e invece se ne è rimasta nel suo ufficio “dove, guarda caso, ha in mostra un ritratto del Che…”. Giudici come lei in ogni modo hanno tentato di condizionare la campagna elettorale “prima inventandosi una Tangentopoli che non c’é” ed ora “inventandosi questa situazione di rigetto delle nostre liste”. “E’ il colmo - va giù folle il premier - l’atteggiamento di questa magistratura, di questa sinistra e di questi giornali che hanno messo in bocca delle parole al presidente del Consiglio contro i nostri uomini che io non ho mai pronunciato. E’ una vergogna”. E allora adesso bisogna spiegare, far capire agli indecisi ciò che è accaduto, far comprendere che “non è stato per un caso ma per un disegno molto ben preciso” che i problemi ci sono stati soltanto in Lazio e in Lombardia, le due realtà più importanti.
Per questo Berlusconi si prepara a scrivere una lettera agli elettori. In questo modo punta a caricare i suoi, a mobilitarli al massimo per le elezioni. E intanto dice di trarre energia dal contatto con gli eletti del Pdl. “E’ come se fossi attaccato ad una spina di corrente perché stringendo le vostre mani e salutandovi ho ricevuto tanta energia che potrei battere Carnera a braccio di ferro”. E quindi forza, perché “ora è il momento di scendere in campo”. Fin qui il premier.
Con ironia smonta queste folli esternazioni del cavaliere Bossi: ”Come segretario avrei mandato a portare le liste delle persone perbene, ma anche qualche persona decisa. Farsi mettere sotto, farsi impedire di presentare le liste dai radicali e’ il massimo. E’ gente che digiuna e che quindi non ha molte energie addosso”. Così  Umberto Bossi, ierisera a Rodengo Saiano (Brescia), ai giornalisti che l’hanno intervistato sulla vicenda delle liste. Bossi ha quindi soggiunto con leggerezza: ”Berlusconi dice che sono stati i radicali a impedirci di presentare le liste. Io non mi sarei fatto fermare da gente che non mangia, che digiuna, che non ha energia addosso, in corpo”. Bravo Bossi, ben detto.

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