I giudici decidono i ricorsi, Berlusconi ricorre alla piazza

10 Marzo 2010
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Amsicora

Gli organi amministrativi e giurisdizionali competenti si pronunciano sui pasticci creati dai presentatori delle liste PdL nella Lombardia e nel Lazio, e - a dimostrazione della loro terzietà - decidono in modo diverso a seconda delle situazioni. E così il Tar della Lombardia ha confermato ieri, decidendo nel merito, la riammissione della lista ‘Per la Lombardia’ di Roberto Formigoni. “La Quarta sezione, presidente-relatore, dottor Adriano Leo - è scritto in un comunicato del Tar Lombardia - ha accolto i ricorsi e annullato gli atti impugnati, dichiarando ‘ammessa’ la lista ‘Per la Lombardia’ alla competizione elettorale del 28-29 marzo 2010″.
Non e’ stata, invece, ammessa dall’ufficio circoscrizionale elettorale di Roma e dalla Corte d’appello la lista del Pdl per le prossime elezioni regionali nel Lazio. La lista era stata presentata avantieri per effetto del nuovo decreto legge, dopo il mancato deposito di sabato scorso.
Non rimane ora al Pd che l’appello al Consiglio di Stato. E’ questa la strada fisiologica che si segue in un ordinamento democratico.
Berlusconi, invece, ricorre alla piazza, confermando di non tollerare le regole e di ritenere ch’esse s’impongano solo agli altri. Ecco il suo proclama,indirizzato ai Promotori della Libertà la nuova organizzazione coordinata da Michela Vittoria Brambilla.
“Cari promotori della Libertà, presto vi darò appuntamento per una grande manifestazione nazionale per difendere il nostro diritto al voto e quindi la nostra democrazia e le nostra libertà.”
“Come sapete - ha detto tra l’altro Berlusconi - si è cercato di estrometterci dal voto per le regionali in Lombardia, nella città di Roma e nella sua provincia. Vogliono impedire a milioni di persone di votare per il Popolo della Libertà. E’ un sopruso violento e inaccettabile, che in parte abbiamo respinto. A Milano, sia pure con un ritardo di una settimana, la nostra correttezza è stata pienamente riconosciuta. A Roma, invece, abbiamo subito una duplice ingiustizia”.
Prima le liste non accolte in tribunale, “poi il Tribunale Amministrativo ha completato l’opera”. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si lamenta della “duplice ingiustizia” subita dal Pdl a Roma sottolineando che il Tar ha respinto “non solo il nostro ricorso, ma anche l’invito che il Presidente della Repubblica aveva lanciato con una propria lettera, affinché il diritto di voto, attivo e passivo fosse garantito nei confronti di tutti i contendenti, compresa la maggiore forza politica in Italia: il Popolo della Libertà”.
La manifestazione indetta dal Capo del governo si farà a Roma, probabilmente il 20 marzo. E’ questo l’orientamento emerso nel corso del vertice che il premier ha tenuto a Palazzo Grazioli con i coordinatori nazionali del Pdl, la candidata Renata Polverini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La scelta della Capitale non è casuale, riferiscono fonti del Pdl, secondo le quali Roma è diventata il simbolo “di come l’opposizione vuole vincere le elezioni” e cioé “attraverso ricorsi e battaglie legali”.
Bersani tiene botta. “Hanno sommato turbamenti a turbamenti, pasticci a pasticci. Vuole il centrodestra raffreddare la testa e riposarsi un attimo? E’ ora che i ministri smettano di avanzare ipotesi. C’é una scadenza elettorale ed operazioni di validazione in corso. Punto”. Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani spiega la contrarietà dei democratici all’ipotesi di rinvio del voto nel Lazio. Anche se - secondo il PdL - l’ipotesi non esiste. Era stato Panella a lanciare l’idea di rinviare le elezioni regionali a fine aprile, “per consentire un minimo di campagna elettorale, dopo tutto questo casino che è successo”. Le ragioni di Panella sono comprensibili, ma - ha ragione Bersani - di fronte alle forzature di Berlusconi è meglio non introdurre nuove deroghe in queste elezioni regionali inquinate dagli errori e dalle leggerezze dei presentatori delle liste del PdL e dal tentativo anticostituzionale e dilettantesco di ammetterle ope legis.

1 commento

  • 1 Bomboi Adriano
    10 Marzo 2010 - 14:01

    Ha ragione Massimo Cacciari: che democrazia sarebbe nel Lazio se non partecipa uno dei due protagonisti? Non so se fa più paura il centrodestra con i suoi errori rimediati in corso d’opera o la sinistra con la sua prosopopea a vanvera sulla “democrazia”. Ma a noi Sardi che ci frega di tutto questo teatrino italiano? Cosa ce ne viene in tasca? Forse PD e PDL hanno tutelato i nostri diritti democratici quando si trattava di andare in Europa?

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