Amsicora
Un “brutto precedente”, frutto di “un atteggiamento arrogante della maggioranza”. Così mons. Domenico Mogavero commenta il varo del decreto salva-liste. “Cambiare le regole in corso d’opera è un fatto giuridicamente grave - ribadisce il vescovo raggiunto telefonicamente a Damasco. Si tratta poi di capire se questo era effettivamente un decreto di interpretazione di norme precedenti, che si potrebbe accogliere solo con grande sforzo, o di una modifica delle regole esistenti, il che farebbe concludere che si è agito in maniera gravemente scorretta”. Mons.Mogavero sostiene comunque che la maggioranza “ha preteso di aggiustare tutto senza riconoscere le proprie responsabilità “. “Si sarebbe dovuto dire - prosegue - che ci sono state delle leggerezze, delle inadempienze, ma che si è poi agito in modo da non far pagarne le spese all’elettorato”. Secondo il vescovo, “doveva esserci un’assunzione di responsabilità per poi poter cercare una via d’uscita. Il torto - aggiunge - l’hanno fatto coloro che non hanno ottemperato alle regole. Si sarebbe dovuto dire questo, pur cercando poi di non privare gli elettori di un loro diritto”.
“Cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto è altamente scorretto, perchè si legittima ogni intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno intrinseche o pertinenti mettono in gioco un valore”, soggiunge Monsignor Domenico Mogavero, che, oltre che vescovo di Mazara del Vallo, è presidente per gli Affari Giuridici della Cei, in un intervento su Radio Vaticana sul rapporto tra voto elettorale e democrazia.
Non si placano, dunque, le polemiche dopo la firma di Napolitano al cosiddetto decreto ’salva liste’ varato dal governo. Non sono bastati all’opposizione i chiarimenti di ieri del Capo dello Stato secondo il quale il decreto era l’unico strumento percorribile in quanto “non era sostenibile che potessero non partecipare nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista”. Dunque napolitano ammette la violazione, ma si erge, insieme al governo, suproa le leggi per ragioni di opportunità politica. Come dire che legge e Carta costituzionale sono nella disponibilità del Governo e del Capo dello stato. Tesi questa non più accreditata neanche nell’ulrino stato delle banane.
E mentre l’Idv con Di Pietro insiste sull’impeachment, il Pd ha convocato una manifestazione nazionale di protesta per il 13 marzo a Roma e per bocca del suo segretario, ha avvertito la maggioranza: “faremo una mobilitazione anche nelle sedi giurisdizionali, i Tar sono ancora aperti, faremo una mobilitazione mi auguro fino alla Corte Costituzionale”.
Nel pomeriggio a Roma, intanto, annunciata una nuova manifestazione del popolo viola contro il decreto legge ’salva liste’.
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