“Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu”

4 Febbraio 2010
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Amsicora

“Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu” diceva un simpatico ritornello degli anni ‘60. Chissà quante volte l’avrà cantato il giovane Berlusconi, su e giù, nelle navi da crociera quando tentava la via del successo nel mondo della canzonetta. Ma la canta ancora. Ora, da capo del governo, davanti a tutti gli italiani, rivolto alla magistratura, per scansare i numerosi processi che lo vedono imputato perché coinvolto in vicende oscure.
In questa Italia rovesciata è il processo che aspetta il Cavaliere a causa dei suoi molti impegni di governo, nei Paesi civili, fino a poco tempo fa, erano gli uomini di governo a chiedere di essere giudicati con celerità per provare la loro innocenza. L’alternativa erano le dimissioni per potersi meglio difendere. Oggi, in quest’Italia sventurata,  il giudice viene privato della sua funzione giudicante nei confronti dei potenti. E, quasi a presa per i fondelli, lo hanno chiamato “legittimo impedimento”.
Il testo salva Berlusconi è stato approvato con 316 voti a favore, 239 voti contrari. Gli astenuti sono stati 40. Alla votazione ha partecipato il governo al gran completo, in palese conflitto d’interessi: i posti si sono esauriti e i ministri Tremonti e Meloni hanno dovuto votare dagli scranni dei deputati. Ma non hanno voluto mancare da dare il contributo a questa nobile causa.
Ha ragione Bersani. Il provvedimento sul legittimo impedimento è composto da ‘tante norme non semplici, ma la gente capisce una cosa semplice: c’é di mezzo Berlusconi, un premier che non vuole farsi giudicare e tiene ferma l’Italia su questo punto in una folle guerra tra politica e giustizia”.
Ma il salvacondotto l’hanno voluto anche i ministri. La Camera ha respinto con 30 voti di scarto l’emendamento soppressivo del comma 3 dell’articolo 1 del legittimo impedimento, quello che estende la norma anche ai ministri. Nel Pdl c’era grande preoccupazione per il voto di questo emendamento visto che i deputati dell’Udc avrebbero votato con il resto dell’opposizione. L’esponente del Pdl Simone Baldelli gridava preoccupato a tutti i colleghi di partito che uscivano, magari per prendere un caffé, di rientrare “subito in Aula” per la votazione. Tutti gli esponenti del Pdl hanano ricevuto un Sms telefonico con il quale si raccomandava la presenza in Aula senza eccezioni. Più che un governo sembra un’accolita di malfattori in cerca d’impunità. E così banchi del governo al gran completo per scrivere questa grande pagina di alta civiltà giuridica.
Colorate, ma giuste le parole di Di Pietro: “Una cosa è il legittimo impedimento perché ti sei rotto una gamba e sei in ospedale, un’altra è dire ‘faccio il ministro e il lavoro mi blocca’. Prenditi un sabato mattina per andare in tribunale, invece di andare a sciare o andare con la Noemi di turno”. “Oggi è in corso un omicidio della legalità - soggiunge - Alcune persone hanno occupato le istituzioni e seguendo un modello piduista le stanno trasformando in loro dipendenze”.
Bossi, che ai tempi di Craxi mostrava il cappio in Parlamento, oggi ha cambiato sponda: “E’ andata. C’é sempre qualche moralista ma andava fatta e l’abbiamo fatta. Questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte”. Fuori gli operai Alcoa accendono i fuochi per un’altra notte all’addiaccio.

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