Carceri: il libro di un intenditore, Annino Mele

23 Gennaio 2010
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 Maria Grazia  Caligaris -Socialismo Diritti Riforme

Due contributi, scritti da Annino Mele nel carcere di Fossombrone, dove è detenuto per scontare l’ergastolo, fatti pervenire all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, caratterizzeranno la presentazione del suo nuovo libro “Strabismi. Dove si racconta del carcere e del senso delle cose”. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con la cooperativa “Sensibili alle Foglie”, è in programma oggi alle 17, a Cagliari, nella sala conferenze dell’Associazione della Stampa Sarda in via Barone Rossi, 29.
Ad animare il dibattito saranno gli interventi di Anna Maria Busia, avvocato penalista, e di Renato Curcio, direttore editoriale della casa editrice milanese “Sensibili alle Foglie”. Coordinerà l’incontro Maria Grazia Caligaris, presidente di SdR, promotrice dell’iniziativa.
Un’occasione per parlare del pianeta carcere al centro di una delle più gravi crisi nella storia della Repubblica per il sovraffollamento al punto che il Consiglio dei Ministri ne ha decretato l’emergenza.
Annino Mele, mamoiadino, 59 anni, è ristretto da 26 anni, 22 dei quali consecutivi. Autore di 7 pubblicazioni, i suoi lavori sono stati presentati anche al Salone del Libro di Torino, lo scorso mese di maggio.
“Un’ampia fetta di opinione pubblica – sottolinea Caligaris – è convinta che le pene non vengano scontate dietro le sbarre e che la libertà sia facilmente raggiungibile. Insomma quanto hanno stabilito i Giudici spesso è inutile perché molto presto si ritorna in libertà. I dati affermano il contrario. La Sardegna anche se esclusa dal piano carceri del Governo non fa eccezione. Il sovraffollamento e lo scarso numero di Agenti di Polizia Penitenziaria la rende una regione ad alto rischio”.

Scheda
1. LA SITUAZIONE DELLE CARCERI 

1.a I detenuti in Italia
Risale a 30 giugno 2004 l’ultimo documento ufficiale sull’argomento. Si tratta di un documento datato, ma ancora attuale. L’elaborazione dei dati del Ministero della Giustizia è stata redatta a cura di Maurizio Turco (già relatore del Parlamento europeo sui diritti dei detenuti nell’UE), ed è reperipile sul sito del Ministero della Giustizia (www.giustizia.it)
Secondo questo rapporto i detenuti in Italia (alla data indicata) risulterebbero 56.532, ma facendo un calcolo istituto per istituo, si ottiene un’altra cifra (56.440 detenuti di cui 2.660 donne e 53.780 uomini), che ci porta a chiedere dove siano i 92 detenuti mancanti. Le cifre da qui in poi sono quindi riferite al numero di detenuti risultanti (56.532) e non su quello dei detenuti effettivi. Di questi, 20.151 sono in attesa di giudizio (1.046 donne e 19.105 uomini), e gli altri 36.381 (1.614 donne e 34.767 uomini) hanno subito una condanna definita.

1.b Il sovraffollamento
I dati comprendono due parametri, la capienza regolamentare e i detenuti presenti. I posti disponibili (la capienza) sono 42.313, vi è quindi un indice di affollamento del 133,39% (101,64% per le donne e 135,48% per gli uomini). Dal punto di vista matematico risulterebbe quindi che per ogni 3 posti disponibili vi sono 4 detenuti presenti.
La situazione reale non è però così, se si va ad analizzare nel dettaglio istituto per istituto. Iniziamo con l’indicare che in Italia esistono tre classi differenti di istitui carcerari: gli ospedali psichiatrici giudiziari; gli istituti e/o le sezioni maschili; gli istituti e/o le sezioni femminili. Analizziamo quindi i tre nel dettaglio.

1.c Gli ospedali psichiatrici giudiziari
Vi sono 6 istituti e 8 sezioni, di cui 6 maschili e 2 femminili. Una delle due sezioni femminili è vuota, mentre l’altra contiene 79 detenute ed ha una capienza di 80.
Per le sezioni maschili invece, 2 risultano in regola e 4 sono sovraffolate. Vi sono complessivamente 579 posti disponibili e 686 detenuti, con un indice di affolamento del 118,48%. Andando nel dettaglio la più affolata delle 4 ha un indice del 138,57%.

1.d Gli istituti e/o le sezioni maschili
Sono 190 in tutto, e di questi 143 risultano sovraffollati, per un totale di 47.320 detenuti in condizioni non regolamentari su 53.780. In 15 istituti l’indice di affollamento supera il 200% (per ogni posto disponibile ci sono 2 detenuti), fino a raggiungere il massimo a Rovereto dove si ha un indice del 240%.

1.e Gli istituti e/o le sezioni femminili
Sono 73 in tutto, e di questi 31 sono sovraffollati, per un totale di 1.523 detenute in condizioni non regolamentari su 2.660. Anche in questo caso vi sono 2 istituti in cui l’indice supera il 200%, ed in particolare a Forlì si raggiunge il 240%.

1.f Riepilogo
Riepilogando in totale su 56.440 detenuti presenti nelle carceri italiane al 30 giugno 2004, 49.529 detenuti (pari all’87,76%) vivono in condizioni non regolamentari.

2. DATI AGGIUNTIVI DEL 2005

Andando a spulcare la rete si trova qualche altro dato in merito. La situazione è pressoché identica alla precedente, ma voglio aggiungere dei dati significativi riguardanti le celle degli istitui di detenzione italiani:

non ha doccia l’89,4% dei detenuti;
non ha acqua calda il 69,31%;
non ha il bidet il 60% delle detenute;
il 12,8% dei detenuti vive in celle dove il bagno non è collocato in un vano separato, bensì vicino al letto;
il 55,6% vive in carceri dove non sono consentiti colloqui in spazi all’aria aperta;
il 29,3% non può accendere le luci all’interno della propria cella (gli interruttori sono situati all’esterno);
il 7,69% vive in celle con schermature alle finestre che rendono insufficiente l’illuminazione naturale;
il 18,4% vive in un ambiente costantemente illuminato;
il 64,39% è ristretto in carceri dove non esiste la figura del mediatore culturale.
Sono 551 gli educatori, rispetto ai 1.376 previsti, con un rapporto educatore/detenuto pari a 1 a 107. Gli assistenti sociali sono 1.223, rispetto ai 1.630 previsti, con un rapporto 1 a 48. GLi psicologi sono 400, con presenza di poche ore al mese e rapporto di 1 a 148.
Sono 21.422 i figli che hanno un genitore in carcere, e 44 le mamme che hanno con se in istituto il proprio bambino (da 0 a 3 anni, per un totale di 45 bambini), perlopiù sono donne immigrate o tossicodipendenti.
Sono 14.595 i detenuti lavoranti, pari al 24,7%. La maggior pare è alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria e viene occupata in servizi di istituto, manutenzione di fabbricati, lavorazioni varie e in colonie agricole.
Sono 16.179 i consumatori di sostanze illegali e 1.525 i detenuti affetti da HIV.

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