Amsicora
La giustizia è amministrata nel nome del popolo italiano o in quello di Gesù Cristo? Il quesito potrebbe apparire blasfemo e in realtà occorre la massima cautela nel nominare il Nazareno, che, al di là della fede, merita rispetto universale per l’insuperabile messaggio di fratellanza e di uguaglianza che ha lanciato agli uomini. Ma proprio per questo rispetto che si deve anzitutto al suo sacrificio, la croce dovrebbe stare nei luoghi di culto e nei cuori di chi lo ama o di chi, semplicemente, lo rispetta. Cosa ci stà a fare nei luoghi del potere?
La pensa così anche Luigi Tosti, il magistrato di Camerino salito agli onori delle cronache perché si rifiutava di tenere udienze nelle aula nelle quali è esposto il crocifisso. Ora é stato perfino rimosso dall’ordine giudiziario. La decisione è stata presa dalla sezione disciplinare del Csm, che in questo caso ha vestito i panni di un antico Tribunale dell’inquisizione.
Tosti è stato rimosso dall’ordine giudiziario per non aver tenuto udienza in tutto il periodo compreso dal maggio del 2005 al gennaio del 2006. Il magistrato si era difeso spiegando di averlo fatto per la presenza del crocifisso nell’aula giudiziaria, che lui contestava. E aveva anche spiegato che finché il crocifisso non fosse stato rimosso avrebbe continuato con questo comportamento. Una posizione che ha convinto la sezione disciplinare del Csm a ricorrere al più drastico provvedimento, perché configurava il rifiuto di compiere atti connessi all’attività giudiziaria. In sede penale Tosti era stato assolto per questa stessa vicenda dall’accusa di omissione di atti d’ufficio, ma solo perché il magistrato era stato sostituito e dunque le udienze erano state regolarmente celebrate.
Tosti è un giudice e certo conosce l’orientamento delle Corti europee sul tema. La vicenda avrà, dunque, risvolti giudiziari. Certo, questa decisione del CSM lascia sconcertati. Anzitutto, perché, a fronte dei tanti casi impuniti di lassimo giudiziario, quella di Tosti è una civile protesta in nome della laicità dello Stato, ossia di un fondamentale valore costituzionale. Inoltre, che io sappia Gesù Cristo in vita più che le aule di giustizia frequentava i poveracci che spesso vengono trascinati sul banco degli imputati: gli umili, gli infermi, i poveri, i disoccupati, i disperati della terra. Chissà, forse Tosti, proprio per un eccesso di rispetto anzitutto per Cristo, ha contestato il crocifisso in aula.
1 commento
1 Marco Liscia
24 Gennaio 2010 - 11:38
Mi immagino (ma in effetti è proprio così) un immigrato clandestino, magari di fede islamica, in un direttissimo in attesa di giudizio al cospetto di un crocefisso. La scena ricorda vagamente il poveretto de “La ricotta”. E me ne cruccio.
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