Amsicora
Se le Corti italiane sono plotoni di esecuzione è giusto e ragionevole rifuggirli con la latitanza o con ogni altro mezzo, anche con quello legislativo, per chi può. E così se Craxi dovette acconciarsi all’espatrio clandestino, Berlusconi, memore di questa “durezza senza uguali”, fa approvare dal suo Senato il ddl sul processo breve. 163 sì, 130 no, e due astenuti. Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contro Pd, Idv e Udc. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera.
Il Comitato Intermagistrature - che riunisce la magistratura ordinaria, amministrativa e contabile e l’Avvocatura dello Stato - in una nota ribadisce le ”fortissime preoccupazioni gia’ espresse nelle piu’ varie sedi istituzionali per il ddl sul processo breve ”che rischia di produrre conseguenze devastanti sull’intero sistema della giustizia italiana”. Con il ddl sul processo breve “verranno posti nel nulla centinaia di migliaia di processi, con un costo sociale e un danno erariale altissimi”, continua il Comitato intermagistrature. Tra gli altri, spiegano questi giuristi - servitori della Stato “saranno destinati all’immediata estinzione i reati contestati nei processi per i crack Cirio e Parmalat, per le scalate alle banche Antonveneta e Bnl, per la corruzione nella vi-cenda Eni-Power, per le “morti bianche” alla Thyssen, per le morti da amianto”.
Non sono mancate le proteste in aula e fuori. A Palazzo Madama cartelli dell’IDV. Berlusconi fatti processare”, “muoiono processi Cirio-Parmalat”. I commessi - su ordine del fido Schifani - hanno prontamente tolto i manifestini dalle mani dei parlamentari, ma loro continuano a tenerli sui banchi. C’é ne è anche uno listato a lutto con scritto “La giustizia è morta”.
Un centinaio di giovani aderenti al Popolo Viola capitolino (tra gli organizzatori del No B-Day) hanno manifestato davanti al Senato. Hanno esposto cartelli con le scritte: ‘L’impunità diventa maggiorenné, ‘Processo breve: 18 leggi ad personam’, ‘Processo breve per un Governo breve: Berlusconi dimettiti’. “Il popolo viola è indignato per l’approvazione in Senato di questa legge - ha spiegato Gianluca Palma - che consentirà a Berlusconi di evitare il tribunale e per questo stiamo manifestando pacificamente le nostre idee”. Accanto agli striscioni anche un cartello per ricordare l’iniziativa in programma il 30 gennaio, quando il popolo del No B-Day organizzerà “sit in in tutta Italia per difendere la Costituzione”.
Stavolta anche Anna Fonocchiaro, capogruppo PD al Senato, ha detto parole condivisibili, nel motivare la netta contrarietà a questo ddl: “Voi state approvando il 19esimo provvedimento dell’era berlusconiana destinato a incidere su di un procedimento penale a carico del premier”. “Questo - ha osservato Anna Finocchiaro - significa più cose: che per 19 volte avete usato il Parlamento, occupandone tempo e risorse pubbliche destinate a leggi generali nell’interesse del Paese, per fini particolari; che, nonostante i vostri sforzi, e gli sforzi degli avvocati del premier, non siete stati capaci di trovare soluzione; che la vostra priorità é stata, di governo in governo, innanzitutto l’interesse privato; che non avete avuto timore, a questo fine, di devastare l’ordinamento creando pubblico danno; che non avete mai avuto senso di vergogna”. “Non siete stati capaci - ha soggiunto - di dimostrare che questo provvedimento non avrà effetti negativi, decretando la fine di migliaia di procedimenti penali e quindi denegata giustizia per migliaia di cittadini italiani. Quando avete, nel precedente Governo Berlusconi, con la cosiddetta legge Cirielli praticamente dimezzato i tempi di prescrizione della pena, al punto che lo stesso proponente Cirielli di An si dimise dall’incarico di relatore perché non tollerava che quella legge portasse il suo nome”. “Le prescrizioni - ha ricordato Anna Finocchiaro - schizzarono da 200.000 a 850.000. Ora queste cifre, già impressionanti, sono destinate ad aumentare”.
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