Caccia al nero a Rosarno

9 Gennaio 2010
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Red

A Rosarno ormai è caccia all’immigrato. La tensione in paese è altissima. Le violenze contro gli immigrati da parte di abitanti del paese si susseguono. Vogliono lo sgombero immediato degli immigrati. I neri si difendono. Una vera e propria guerriglia, ormai, per la quale ha chiesto uno stop immediato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Fermare senza indugio ogni violenza”, ha auspicato il Capo dello Stato. Già dalla mattina Napolitano aveva chiesto informazioni al prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, sui fatti della sera precedente, chiedendo di essere informato sull’evolversi della situazione. Poi, in serata, quando sono giunte notizie di nuovi feriti, anche gravi, ha lanciato l’appello per riportare la calma e favorire un confronto su come risolvere la situazione.
La reazione devastante messa in atto ieri dagli immigrati, dopo che due loro connazionali erano stati feriti con colpi di fucile caricati a pallini, hanno scatenato la violenza di gruppi di abitanti di Rosarno, che hanno reagito non sulle cose ma sulle persone. Si è scatenata così una vera e propria caccia all’immigrato, con un avvertimento razzista: gli immigrati devono andarsene. E’ questo il “messaggio” o meglio l’avvertimento.
Il bilancio della Prefettura di Reggio Calabria parla di 37 feriti. Tra loro, 19 extracomunitari, due dei quali in gravi condizioni, presi a sprangate. Altri due sono stati gambizzati con colpi di fucile caricato a pallini: vivevano in un casolare abbandonato tra Rosarno e Laureana di Borrello. Le loro condizioni, per fortuna, non sono gravi. Sono ricoverati nell’ospedale di Polistena. Feriti anche 18 rappresentanti delle forze dell’ordine, nessuno dei quali grave. Ma è un bilancio, che a questo punto, appare assolutamente parziale. In serata c’è stato anche un assalto con una sassaiola da parte di alcuni abitanti, che hanno tentato di avvicinarsi e accerchiare la struttura di ricovero ex Esac delle centinaia di immigrati che vi sono accampati. I neri si sono difesi rispondendo a loro volta con lancio di sassi. Gli assalitori hanno costruito una barricata, composta da auto, copertoni e cassonetti dei rifiuti, per impedire agli immigrati di uscire dai loro capannoni. I razzisti che stanno attuando il blocco sono armati di spranghe, bastoni ed hanno con loro taniche di benzina. Hanno propositi manifestamente criminali, ma Maroni non interviene. Anzi, ha costituito una task force, ma non per impedire gli attacchi ai neri, bensì per “gestire la situazione” in relazione, soprattutto, alla presenza degli immigrati. detto in altri termini per colpire i neri.
Ma perché il Ministro non indaga sullo sfruttamento del lavoro nero? Perché non interviene a regolarizzare questi lavoratori anziché lasciarli alla mercé del peggior caporalato? Perché non si riconoscono a questi lavoratori i diritti più elementari, sanciti dalla Costituzione? Salario dignitoso, casa, scuola, salute.
Il prefetto ha assicurato che “non ci saranno sgomberi con la forza”. Ma qui la forza va usata contro gli assalitori. Non sembra, però, indirizzato nella giusta direzione neppure l’invio a Rosarno di un “consistente contingente di uomini delle forze di polizia”. “Per assicurare il miglior controllo del territorio e garantire serenità a tutta la popolazione presente”, dichiara il capo della Polizia Manganelli. Senza però dire chi sono gli assalitori e chi gli assaliti. E’ la ben nota tecnica razzista quella di nascondere la verità, di trasformare i lupi in agnelli e gli agnelli in lupi.

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