Andrea Pubusa
Che stratega D’Alema! Da quando ha assunto la guida del PD per interposta persona è riuscito in un sol colpo a perdere la Puglia e il Lazio. A Bari Boccia aspetta Vendola e Di Pietro. Ma basteranno i dieci partiti che dice di avere già coalizzato a vincere le elezioni? Ne dubitiamo. Ma - si dirà - Il Pd ha conquistato Casini. La Puglia vale ben un’alleanza nazionale con Piercasinando per il governo centrale. Ma, ahinoi!, Casini gioca su tanti tavoli. Nel Lazio è con la Polverini, seppure a titolo personale. Intanto che Zingaretti sonda il terreno, la Bonino si candida. E Bersani non sa che pesci prendere. Aderire alla candidatura radicale o inistere su una propria. Ma per candidare chi? Tutti se la danno a gambe, Marrazzo ha fatto terra bruciata e nessuno vuol lasciarci le penne. L’Italia non è più una terra di navigatori, santi ed eroi.
Ma al fondo di queste vicende emergono alcuni dati drammatici per il futuro del Paese. Proviamo ad elencarli in estrema sintesi:
1) Il Pd non esiste. Tutt’al più è un insieme di sigle in lotta pemanente fra di loro;
2) Se non esiste il Pd, non esiste neppure il suo segretario. Ed infatti Bersani è scomparso dalla circolazione Quando compare dà anche fisicamente l’impressione di essere frastornato, stodito, incapace doi prendere l’iniziativa. Pronto a dare forfait.
3) Casini era partito proponendo una coalizione per un’opposizione costituzionale vasta a Berlusconi. Aveva addirittura trovato il consenso di Ferrero, che è sempre fuori tempo, ma stavolta c’azzecca. Ma poi che fa Perferdinando? Si allea qui col Pd, lì con la destra e così altalenando. Morale della favola: per formare una coalizione bisogna tenere dritta la barra del programma e delle alleanze. Non si può nè andare a zig zag, né porre pregiudiziali preconcette, come invece Casini ha fatto e fa con la sinistra. Ulteriore morale della favola? L’alternativa di governo non è neppure pensabile.
D’Alema, Bersani, Casini tutti personaggi tragicomici e perdenti. La verità è che l’opposizione non ha un leader né un prigramma, mentre la destra si propone perfino di mutare la prima parte della Costituzione. Ed allora come non dare ragione a Di Pietro? “Bisogna fare on fretta - dice - se non rimane l’asino senza guidatore”. E si sà che, senza un programma e un gruppo dirigente serio e affidabile, non si và da nessuna parte. Proprio come sta succedendo al centrosinistra in questi giorni.
1 commento
1 Michele Podda
9 Gennaio 2010 - 11:12
Gentile ed appassionato Andrea,
a me, sto D’Alema, è sempre piaciuto, perchè mi sembra il più pragmatico, essendo insieme intelligente, colto, esperto per lunga militanza nei più alti livelli della politica. Nei decenni trascorsi mi è sembrato che fosse lui l’unico politico in grado di fronteggiare Berlusconi, e da questi infatti temuto più di tutti. Che mire possa avere che non siano le mie, le tue e quelle di tantissimi altri, il bene cioè di tutti gli Italiani, non riesco a vedere, per cui bisogna essere chiari, e spiegare se sbaglia nella strategia oppure negli obiettivi, o se sia un lupo travestito da agnello.
“Da quando ha assunto…interposta persona,,,è riuscito a perdere…” può essere una frase ad effetto, ma tu, DOCENTE per professione e POPOLARE per scelta ideale, non puoi concederti “battute”, sapendo di essere seguito e letto da chi vorrebbe capire, e non godere di lazzi e frizzi lanciati qua e là; troppi e vaghi e inutili fino alla conclusione che l’Italia è terra di ruffiani, ladri e qualunquisti.
Poi arrivi al dunque: affermi che il PD non esiste, e tralascio gli altri due dati drammatici che sono molto secondari rispetto al primo. Praticamente confermi che la situazione a (centro)-sinistra è confusa, gravemente compromessa, se lo stesso Bersani (quindi anche D’Alema?) non è in grado di raccapezzarcisi.
Concludi segnalando lo spiraglio di Di Pietro, che qualche volta ha ragione, c’azzecca. Dunque? Dovrà essere lui il guidatore, con la “barra dritta”?
So che mi darai dell’ingenuo, ancora una volta, ma ti voglio ripetere quanto già detto altre volte: non ci sarà cambiamento positivo in Italia fino a quando si tenterà di risolvere tutti i problemi insieme e in una volta, perchè ormai è CAOS.
Forse, agendo nei singoli territori, coinvolgendo quanto più le popolazioni, qualcosa si potrebbe fare. Ancor più in Sardegna, dove come vedi tutto il peggio ci si può aspettare dall’Italia (sono sardista) e molto di meglio da un lavoro politico rivolto ai problemi della nostra isola, che bastano, e avanzano pure.
Non sarebbe tempo che ci dedicassimo, che TI DEDICASSI a questo? Del resto materiale per battute di ogni specie se ne trova in abbondanza anche qui, dove la situazione politica che tu descrivi per il resto dell’Italia è non meno grave.
Allora: INDIVIDUA IN SARDEGNA UN PROGRAMMA E UN GRUPPO DIRIGENTE VALIDI, verso un rinnovamento della politica possibile, o il declino della nostra isola proseguirà inesorabilmente. Voglio dire che, con questo blog e le competenze di cui disponi, fuori della mischia, potresti sollecitare un possibile, diverso e positivo avvio di cambiamento. In Sardegna però, mih!
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