Amsicora
L’Udc, elevata al rango di forza decisiva sulle coalizioni e sui candidati ai vertici regionali, detta le sue condizioni, Sì a Francesco Boccia ”indipendentemente da Vendola” a patto che entro lunedi’ il candidato presenti la coalizione che lo sostiene. E’ Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, a dettare le condizioni in una conferenza stampa convocata al termine di un vertice del partito. ”Basta indugi - ordina Casini - il Pd faccia la sua scelta, la pantomima non puo’ continuare oltre, se no da lunedi’ si apre una partita diversa”. Che alleato affidabile! Se il PD non farà così, l’UdC farà cosà.
E le primarie? E la partecipazione democratica alle decisioni? Aria fritta per Piercasinando. ”Non perdiamo altro tempo “- dice. “Basta inutili esplorazioni ed evocazioni di primarie e altri diversivi”. Niente cazzeggiamenti democraticistici: “Boccia presenti subito la sua coalizione. Vendola faccia quello che vuole ma usciamo da questo gioco che ci sta impantanando e sta delegittimando la politica pugliese . Il Pd deve scegliere tra la strada dei riformismo e quella che la tiene paralizzata dai veti dell’ultrasinistra”. ”Non siamo interessati ad un’evoluzione del Pdl sulla scorta del popolarismo europeo e allo stesso modo siamo interessati che in Italia non ci sia una sinistra estremista, ma una sinistra riformista blairiana”, ossia tatcheriana. “Vorremmo un paese in cui ad un grande partito moderato non populista si contrapponesse una sinistra blairiana. Oggi il Pd e’ chiamato scegliere, nella vita si puo’ vincere o perdere, ma bisogna combattere le giuste battaglie e noi ci assumiamo la responsabilita’ di non perdere altro tempo”.
Il dominus, cui Bersani ha ceduto l’iniziativa, detta le regole. “Ordine e disciplina” intima Casini a Bersani.
E Vendola? “Senza primarie resto candidato”, replica.
“La mia candidatura a presidente rimane confermata”. Lo ha detto ieri. “Non contesto il nome che è stato scelto dal Pd, quello di Francesco Boccia - aggiunge - ma il metodo. L’unico metodo legittimo per l’eventuale scelta di un candidato alternativo è quello della consultazione popolare tramite le primarie: per questo ribadisco che l’unica modalità per garantire l’unità della coalizione è quella di confermare la scelta di larga partecipazione e di confronto con l’elettorato, metodo che darebbe la legittimità a chiunque fosse scelto”. “Senza le primarie, al contrario - conclude Vendola - resterebbe confermata la mia ricandidatura”. Certo, la coalizione richiederebbe un passo indietro di Casini e di Vendola in vista di una decisione condivisa con primarie serie e fondate su un programma di larga convergenza con un obiettivo unifcante: battere il Pdl per un’alternativa democratica e costituzionale. Ma in fondo Nichi ha la posizione più corretta. Non pretende la candidatura. Chiede più semplicemente che lui o qualunque altro venga scelto da primarie di coalizione in un quadro programmatico di larghe intese. Sarà un estemista, ma enuncia semplicemente la più elementare delle regole democratiche: rimettere la scelta al popolo non berlusconiano. La volta scorsa, del resto, ha funzionato. Come dargli torto?
4 commenti
1 Marco B.
6 Gennaio 2010 - 11:07
Caro Amsicora, il tuo articolo non tiene conto di un piccolo problema: data la situazione che si è creata in Puglia, le primarie non possono funzionare quale metodo di scelta del candidato governatore. Si dovrebbe infatti riflettere su questi due interrogativi: 1) primarie aperte a chi?; 2) primarie con quali conseguenze?
Partiamo dal primo: ci sono due partiti, potenzialmente inseriti nella coalizione di centro-sinistra, ovvero UDC e in parte IDV, che non sono disposti a sostenere Vendola: questi partiti possono o non possono partecipare alle primarie, dato che hanno condizionato la loro adesione alla coalizione alla candidatura di Boccia?
Veniamo al secondo quesito: mettiamo che le primarie le vinca Vendola. UDC e (probabilmente) IDV si sfilerebbero dall’alleanza. Risultato: la Puglia a Berlusconi. Altra ipotesi: alle primarie vince Boccia, con il sostengno determinante dell’UDC. Chi garantisce che i vendoliani, magari denunciando una manovra centrista e politicista, non neghino il loro appoggio al candidato del centro-sinistra, ricorrendo alle logiche già impiegate in Sardegna per azzoppare Soru?
A mio avviso, la soluzione è una sola: prendendo atto del dissenso sul suo nome, Vendola dovrebbe, per il bene della coalizione, ritirare la sua canididatura: sarebbe un gesto alto e responsabile, che meriterebbe il massimo apprezzamento anche da parte di chi verso l’attuale governatore non nutre simpatia. Se invece dovesse insistere nell’autocandidarsi, anche a costo di sfasciare il centro-sinistra, beh…allora di questa decisione dovrebbe però quantomeno assumersi le responsabilità.
2 admin
6 Gennaio 2010 - 12:48
Caro Marco,
Vendola si è assunto fin dall’inizio le sue responsabilità: è presidente perché scelto dal popolo del centrosinistra nelle primarie e dagli elettori nelle urne. Ha amministrato bene. Merita di essere sottoposto al giudizio del popolo delle primarie e, in caso di esito positivo, degli elettori.Non si dice che costorio devono giudicare aull’operato dei governanti alla scadenza del mandato? Ebbene, lo si faccia anche con Vendola.
I cambi in corsa, senza motivazione portano a sicura sconfitta. Boccia è già stato bocciato cinque anni fà e sarà bocciato anche adesso. Del resto, se ha questo gran consenso di cui si parla perché ha terrore delle primarie? Vendola è un galantuomo e non mancherà, in caso di sconfitta, di rispettare l’esito della consultazione. In realtà, D’Alema e Casini hanno paura di misurarsi con Vendola. ma dovranno misurarsi con gli elettori. E sarà dura.
Soru si è azzoppato da sé. Ha avuto un grande consenso e lo ha sperperato. Ha amministrato male, con un metodo degno della peggior destra, Ha avuto la pensata di saltare le primarie (che forse avrebbe perso) nientemeno che sciogliendo, anziché mobilitare, il Consiglio in un momento drammatico per l’industria sarda. Una vera vigliaccata per i tanti lavoratori a rischio del posto di lavoro. La sinistra non è mai stata per lo scioglimento delle assemblee elettive e tanto meno dei governi da lei guidati. L’unico interlocutore istituzionale è rimasto così Berlusconi, che non ha mancato di far valere il suo ruolo, seppure imbrogliando la gente. Soru, dalla scomoda posizione di dimissionario, si è autosottoposto al giudizio dei sardi ed ha raccolto quanto ha seminato. Una disfatta. Con l’aggravante che ha distrutto quanto in tanti anni si era costruito nell’area democratica sarda ed oggi è sparito dalla circolazione anziché fare autocritica e su questa base ricostruire l’opposizione. Non è certo questa la condotta di un leader (Amsicora)..
3 Marco B.
6 Gennaio 2010 - 16:09
Caro Admin (o Amsicora),
ti ringrazio per la risposta, devo dire però che non la trovo pienamente soddisfacente. La tua opinione in ordine alla necessità di procedere alle primarie in Puglia risulta infatti chiaramente dall’articolo. A questa opinione io però ho mosso delle critiche - critiche relative alle difficoltà che il meccanismo delle primarie incontrerebbe se applicato alla realtà pugliese (ti ricordo le due domande: primarie con quale base? primarie con quali prospettive?) a cui però non hai replicato se non in parte, ribadendo che Vendola ne accetterebbe senz’altro l’esito. Sarà. Le mie perplessità rimangono comuque in campo: le primarie dovrebbero essere aperte anche a PD e IDV? E che prospettive ci sono nel caso in cui Vendola le dovesse vincere, e l’UDC dovesse quindi passare a destra? Vale la pena, per sostenere Vendola (che sarà pure una brava persona, ma non è nemmeno un Gramsci redivivo) di condannare il centro-sinistra ad una sconfitta matematicamente certa (i numeri infatti parlano chiaro)?
Infine, una provocazione (che formulo col sorriso sulle labbra: mi sei troppo simpatico per aprire una polemica): io ho dedicato a Soru appena mezza frase, tu la metà del tuo post: dai, è un pò troppo…
In ogni caso, io non intendevo nascondere gli errori e i demeriti di Soru, errori e demeriti che hanno senz’altro avuto un peso decisivo nel determinare l’esito delle elezioni. Mi limitavo ad osservare che una parte importante del PD (o meglio, del gruppo dirigente democratico) ne ha avversato la candidatura, e questa non è un’opinione, è un fatto. Soru ha senz’altro tante colpe, però…quando una persona milita in un Partito, ha un ruolo in quel Partito, magari ha anche degli incarichi politici grazie a quel Partito…non può secondo me boicottare il candidato di quel Partito solo perchè non ne condivide la figura. Non ti pare?
A presto Marco.
4 admin
6 Gennaio 2010 - 19:36
Caro Marco,
quando si dice che le primarie non si possono fare, (non c’è tempo o altro) vuol dire semplicemente che non si vogliono fare. Non è accettabile però che una forza politica si autoqualifichi “partito delle primarie” e poi le faccia solo quando l’esito è scontato. I cittadini non ci stanno a queste incoerenze le puniscono.
Su Soru hai ragione su tutto, solo su due cose non condivido: tu parli di partito, di dirigenti di partito e di disciplina di partito, Dovrebbe essere come tu dici. Ma qui è proprio il partito che non c’è.
In questa situazione: si può essere vincolati da una scelta che ci ha coinvolti e ci vede in minoranza. Questo vale oggi per Vendola e valeva per Soru. Quest’ultimo, in realtà, si è autocandidato. La sua autocandidatura vincolava solo i volenterosi, com’era facile capire e come poi l’esito elettorale ha mostrato, E’ poi sbagliato attribuire la sconfitta di Soru “a fuoco amico”, come dice lui e i suoi nostalgici. Per fuoco amico si perde d’un soffio, non si hanno disfatte. Queste sono il frutto di processii più profondi.
Ne parlo molto? E’ vero. Ma è perché bisogna partire da un’analisi di quel voto per ricostruire il centrosinistra in Sardegna. E questo nessuno finora lo ha fatto seriamente e con apertura. (Amsicora) .
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