Andrea Pubusa
Che tristezza! Un Paese allo sfascio. Un attacco alla Costituzione già consumato sul piano materiale e ora presentato come grande riforma sul piano formale. La magistratura nella morsa della delegittimazione, sul piano politico, ad opera della destra, sul terreno militare da parte della criminalità organizzata, bombe di mafia o ‘ndrangheta poco importa. In mezzo a tutto questo un Presidente della Repubblica che invita ad un dialogo impossibile, posto che una parte si propone la rottura dell’unità del Paese, con un capo populista, che dovrebbe d’autorità dar voce all’insieme degli italiani, assicurando un quadro unitario.
E l’opposizione? Si barcamena fra un impropabile voglia di dialogo con la maggioranza e un incapacità di decisione tanto forte da renderla imbelle e poco credibile anche agli occhi degli antiberlusconiani più convinti.
Sul piano istituzionale torna in auge la c.d. bozza Violante, approvata dalla Commissione Affari costituzionali della Camera nella scorsa legislatura. Si tratta di un testo unificato di varie proposte di legge. Stabilisce in particolare la riduzione del numero dei parlamentari, e la trasformazione del Senato in senato federale superando così il vigente bicameralismo perfetto (due Camere con eguali poteri) . La bozza è considerata anche dal Pdl una possibile base di discussione per una riforma costituzionale. Dove si andrà poi a parare, iniziata la discussione, non si sà. Certo è però che la sua innovazione maggiore, il senato delle regioni, suscita più di una preplessità, anzitutto perché questo organo sarebbe ad elezione non diretta, ma di secondo grado. I senatori sono eletti dai Consigli regionali e dal Consiglio delle autonomie locali. Insomma, un probabile mercato delle vacche, per compensazioni e transazioni del ceto politico d’inqualificabile natura. Il risultato? Una Camera scelta prevalentemente dai boss nazionali, l’altra, il Senato, dai capobastone regionali e locali.
C’è in questa bozza anche un rafforzamento dei poteri del governo, dove l’istituto della fiducia, pur formalmente non soppresso, risulta molto depotenziato.
Se il PD cadrà in questa trappola, gli esiti saranno nefasti. Nè è consolante l’idea di portare la discussione nelle Camere, come chiede il deludente Bersani, perchè lì lo schiacciamento dell’opposizione a colpi di maggioranza è certo e preannunziato.
Il PD, se sul piano nazionale è diviso e vive in un’eterna indecisione, non è certo messo meglio sul piano regionale, un tempo terreno di contrappeso politico rispetto ai governi berlusconiani.
Per la Puglia nessuna decisione dal vertice del Pd, riunitosi a Roma. Nella riunione si e’ deciso di dare un mandato esplorativo di 48 ore al deputato Francesco Boccia per sondare i partiti su una candidatura dello stesso Boccia alla presidenza della Regione Puglia. Che bella pensata, non vi pare? Boccia che esplora su se stesso? Una perdita perfino del buon senso. Boccia, per di più, sfidò Nichi Vendola alle passate primarie in Puglia, e - si scusi il bisticcio di parole - fu sonoramente bocciato. Oggi proprio lui ha ricevuto il mandato pieno del Pd per sondare tutti i partiti, dall’Udc, alla Sinistra radicale. E sentite cosa dice Boccia:”Oggi abbiamo detto una parola chiara”. Questo o ci nasconde qualcosa o è pazzo. Di chiaro qui non c’è proprio nulla, se non che non si è in grado di decidere alcunché. Ma l’ineffabile Boccia soggiunge: “Noi stiamo costruendo una nuova alleanza e coalizione e sentiremo tutti i segretari di partito, Vendola compreso’. ‘Con Vendola - ha aggiunto Boccia- ci confronteremo sui numeri e sui contenuti. Con Nichi confidiamo di parlare sul bene della Puglia e non su alchimie tattiche che non ci porterebbero da nessuna parte”. E il popolo delle primarie? E i risultati della Giunta Vendola, in genere molto apprezzati dagli elettori progressisti? Niente di nulla. In realtà il PD getta la spugna e lascia l’iniziativa all’UDC, che diviene il dominus delle scelte dell’opposizione, anche se questo partito mantiene lee mani libere circa le alleanze a livello locale. Di Pietro ha già preso le distanze dall’operazione e Vendola ovviamente non ci sta. In questa situazione, prevedere una disfatta non è difficile.
E sul Lazio? La Befana è arrivata con qualche giorno di anticipo nella sede del Pd, portando un sacco di carbone sulla schiena e una richiesta chiara: primarie subito. A promuovere l’iniziativa il ‘Comitato per le primarie’ del Lazio, composto da cittadini ed esponenti politici del Partito democratico e di Sinistra e Libertà. I manifestanti si sono presentati davanti a S.Maria delle Fratte al seguito di un uomo travestito da Befana, che ha lasciato davanti alla sede del partito un sacco di carbone e un gioco di società dal titolo particolarmente allusivo: ‘Il D’Alemone: affari, politica, strategia e inciucì. “Primarie vere, primarie sempre” recitano cartelli e striscioni esposti. “Diciamo no alle scelte verticistiche e di scambio - afferma la consigliere regionale democratica Luisa Laurelli -. Deve finire il giochetto che vede la Puglia contrapposta al Lazio. Vogliamo che i candidati vengano scelti dal popolo”.
E Casini, l’altro oppositore del Cavaliere? Accusa Vendola di atti squadristici. E sapete perché? Sarebbe il mandante dei manifestanti pro primarie. Suvvia, un pò di buon senso Pierferdinando! E dire che di Casini ci era piaciuta l’idea di formare una ampio fronte di opposizione costituzionale. Ma lo si può costruire ponendo preclusioni? Imponendo alleanze e candidati senza procedure partecipate? Si può battere così Berlusconi? Certo ci vogliono patti e programmi chiari, come dev’essere chiaro che si tratta di un compromesso transitorio in difesa innanzitutto della Costituzione. Ma, detto questo, per chi sia disposto a firmare il patto non ci possono essere veti. Se no, il Cavaliere stravincerà ancora. Ma neanche questa regola di comune buon senso politico viene seguita dagli oppositori al centrodestra. L’UDC, cui il PD ha lasciato il potere decisionale sulla coalizione, come detto, è su un’altra lunghezza d’onda, vuole creare una sua nuova centralità sul modello della DC, senza però la capacità di alleanze della defunta balena bianca. L’IdV e Sinistra e Libertà non ci stanno. Ma con questa frantumazione è pensabile che le formazioni d’opposizione andranno avanti?
Che tristezza questo inizio d’anno! Sento aria di sconfitta.
4 commenti
1 Nello Nappi
5 Gennaio 2010 - 11:14
Concordo pienamente.
2 Carmen Martinelli
5 Gennaio 2010 - 12:41
Non è una novità. E’ solo l’ultima goccia
3 paolo erasmo
5 Gennaio 2010 - 13:59
Se le premesse sono queste, i coraggiosi elettori del centrosinistra che decideranno di andare a votare oltre che tapparsi il naso dovranno essere anche bendati, ma credo che nonostante il danni prodotti dal berlusconismo non siano poi tanti…
4 claudio
5 Gennaio 2010 - 20:25
Articolo intriso di negativita su tutto. Nichilismo di sinistra che denota incapacita nel vedere il positivo e di pensare in positivo. Ma cosi dove si va? Io per lavoro giro l’Italia e vi assicuro che c’e’ molto benessere,molto piu’ di quello che immaginate.
Consiglio a tutti di leggere non solo libri e riviste di sinistra. Forse sarebbe davvero un atto rivoluzionario.
Ma c’e’ troppa paura in voi di cambiare.
Infondo siete solo dei borghesi presuntuosi da salotto.
Lascia un commento