Francesco Cocco
“Il Senato taglia i privilegi” titolano i giornali. A dire il vero è solo una sforbiciata ai tanti benefit di cui godono gli ex senatori. Riduzione di voli e biglietti ferroviari e niente più telepass autostradale. Il risparmio è per un totale di 1.050.000 euro. Anche alla Camera dei deputati, nelle settimane scorse, c’è stata una riduzione del 40% della somma a disposizione dei 1600 ex parlamentari che usufruiscono di analoghi benefit. E così l’importo a disposizione di ciascun ex-deputato passa da 1.600 a 960 euro.
Nel rallegraci e nell’auspicare che analoghe misure vengano estese ai consiglieri regionali (cosa si aspetta a dare esecuzione ad un referendum che vide una netta presa di posizione in tal senso della stragrande maggioranza del corpo elettorale?!), sentiamo però il dovere di rilevare che nella sostanza tali provvedimenti obbediscono essenzialmente ad una logica di semplice riduzione della spesa. Siamo cioè ancora lontani dall’adozione di una misura diretta a modificare la prassi che negli ultimi sessant’ anni ha finito per fare dei parlamentari una sorta di casta separata dal complessivo corpo sociale.
Una visione autenticamente democratica non può accettare che lo status di parlamentare sia una sorta “abito sociale”che si proietta al di là dei limiti temporali del mandato. Quasi un’applicazione del principio canonico “sacerdos in aeternum”. Ci piace piuttosto pensare al parlamentare come ad un cittadino chiamato ad esercitare un mandato, cessato il quale torna al comune ruolo di cittadino, con tutti i diritti e doveri che esso comporta, e che per essere veramente tale non contempla alcuna forma di privilegio.
Ad onor del vero la misura adottata dal Senato pare più rispondente di quella della Camera alla logica del superamento di una condizione di favore permanente. Non si tratta infatti di una semplice riduzione del budget ma della sua eliminazione. Anche se poi il provvedimento appare inficiato dal fatto che esso viene applicato solo ai senatori da maggior tempo cessati dalla carica.
Non credo siano auspicabili tempi come quelli in cui l’on. Miglioli., il ferroviere socialista eletto agli inizi del ‘900 alla Camera, era costretto a dormire sui treni fermi alla stazione, non avendo i mezzi per pagare una camera d’albergo. Sarebbe un salto indietro verso forme di potere oligarchico, che per altro verso sembra l’assetto istituzionale che certa demagogia mediatica vorrebbe dare all’Italia. E’giusto che i parlamentari in carica abbiano tutti i mezzi necessari per assolvere con efficacia al loro mandato, ma nulla giustifica il protrarsi del loro status una volta cessato il mandato stesso.
Il trattamento a favore degli ex-parlamentari è significativo per individuare l’indirizzo negativo che nel nostro Paese è andato prendendo certo parlamentarismo deteriore. La sinistra, tutta la sinistra, dovrebbe fare una seria riflessione e soprattutto assumere come obiettivo non secondario della propria lotta la tendenza degli eletti a farsi corpo separato dal contesto della società.
Anche di qui nasce la sfiducia che serpeggia tra i cittadini nei confronti delle istituzioni. Senza mai dimenticare che la lotta al privilegio è sempre stata una bandiera del movimento operaio. Una bandiera che non dovrà essere calpestata ma saldamente impugnata nella lotta.
1 commento
1 tito
31 Dicembre 2009 - 00:09
è una verogna, a noi allungano sempre più in avanti la data per andare in pensione, loro invece allungano sempre di più i “benefici” di essere stati parlamentari!!!! che schifo………
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