E’ la volpe del Tavoliere o l’imbecille di Gallipoli?

27 Dicembre 2009
3 Commenti


Andrea Pubusa

Certo a Natale abbiamo promesso d’essere buoni. Chiedo venia, dunque, se in questi giorni la mia mente è assalita da un interrogativo malizioso. E’ la volpe del Tavoliere o l’imbecille di Gallipoli? Secondo taluni la sua intelligenza politica è così sopraffina da essere difficilmente comprensibile dalle persone normali, come noi siamo; secondo altri, non c’è granché da capire: le azioni di Massimo nei momenti cruciali sono cretine e basta.
Ricordate quando fece fuori Occhetto? Disse che il segretario era un perdente e un impulsivo, mentre la situazione richiedeva ragionamento, calma e sangue freddo. Per tornare a vincere, diceva. Fatto sta che da allora Massimo ha inanellato una serie di capocciate, i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti. E mentre non ebbe scrupolo, nell’interesse “generale“, a dimissionare l’Achille, non ha mai usato lo stesso metro con se stesso. E nessuno sa quanto ce n’è stato e ce n’è bisogno! Dopo Occhetto, auspice Cossiga, ha fatto fuori Prodi, con l’aiuto del buon Bertinotti, il quale incontestabilmente tutto è fuorché una volpe se da presidente della Camera è riuscito a non farsi neppure rieleggere in Parlamento. Caso unico nella storia delle assemblee parlamentari! Il leader Massimo menò vanto d’essere il primo Presidente del Consiglio discendente dal PCI, Fausto si rallegrò con se stesso per aver defenestrato un ex DC per piazzare a capo del governo un compagno. Poi sappiamo com’è andata a finire. A farli fessi entrambi è stato il dottor sottile, sempre pronto ad approfittare delle disgrazie altrui.
Ma i primati di D’Alema non si possono contare. Ad esempio, è stato uno dei primi a gettare alle ortiche la Costituzione, inviando i bombardieri nella ex Jugoslavia. E l’art. 11 della Carta che ripudia l’uso della forza se non a fini difensivi? Un insieme di buoni principi per seminaristi, non certo consoni ad uno statista del calibro del nostro. Poi non batté ciglio quando le bombe furono indirizzate verso le fabbriche e le strutture civili (ponti, strade…). Eppure da qualche parte dovrebbe aver letto che anche in Italia i nazisti intendevano fare la stessa cosa per le fabbriche del Nord e gli operai (molto spesso comunisti, ma certo guidati da comunisti) vi si barricarono dentro, salvandole.
Nessuno dimentica poi la bicamerale, trappola nella quale fu attratto dal Cavaliere. Di fronte ai dubbi e alle contestazioni dei compagni/e, da vero leader, tagliò corto. A Togliatti - disse - la storia ha dato in sorte Rossetti e De Gasperi, a lui, D’Alema, ha dato Berlusconi. Con lui, dunque, il Massimo deve duettare. Ma nonostante gli esiti nefasti della bicamerale il nostro ci riprova. Ma, dico io, riprendi almeno il lessico delle grandi operazioni del passato “il compromesso storico” di Berlinguer, ad esempio, per delineare almeno a parole una grande operazione. No lui è contro le ipocrisie e dà alle cose il loro nome: “inciucio”, ossia un accordo poco limpido e deteriore, come ben ci ha ricordato Francesco Cocco. L’inciucio il nostro vuol farlo col cavaliere, il contraddittore che la storia gli ha assegnato e a tal fine è disposto ad abbuonargli i tanti processi in corso. Si sa i grandi leader passano sopra le leggi, gli ordinamenti sono loro creature e, dunque, vincolano solo gli altri, ma sono nella loro piena disponibilità! Ed allora? Meglio Di Pietro, che certo non è una volpe, ma neanche un cretino, ed una cosa l’ha capita: al cavaliere interessa affrancarsi dai processi, ma sa di poterlo fare ope legis, facendosi le leggi a tal uopo necessarie. D’Alema in questo può essergli utile per attenuare le sacrosante reazioni, ma niente più.
Massimo poi in questo vortice sta trascinando anche il buon Bersani, il quale spiana la strada alla batosta quando, anziché mettersi di traverso all’inciucio, invoca la sede parlamentare come luogo per siglarlo. E’ questa una proposta simile a quella di un peso piuma che, anziché rifiutare senza se e senza ma lo scontro con un peso mediomassimo, chiede ch’esso anziché in strada si svolga sul ring. Ma quale sarà l’esito del confronto in parlamento se non il massacro per il centrosinistra, dati i rapporti di forza e l’assoluta fidelizzazione dei deputati della maggioranza all’uomo di Arcore?
Ed allora non se l’abbia a male il leader Massimo se diciamo che è meglio perfino Casini, quando lancia in caso di elezioni l’idea di una grande coalizione, un vero “compromesso costituzionale” non un inciucio, per battere Berlusconi e salvare la Carta fondamentale. Certo, la proposta andrebbe riempita di contenuti circa il programma di governo, il quale, essendo un gabinetto di transizione, dovrebbe ricondurre il Paese ad una normalità istituzionale, economica e sociale, creando le premesse per una normale dialettica fra destra costituzionale e centrosinistra progressista. Tuttavia questa è l’emergenza oggi per il Paese: battere Berlusconi e salvare la Costituzione. Il contrario di un inciucio, poiché è volto a disarcionare il Cavaliere e a mettere all’angolo Bossi, non a dialogare con loro.
Che dire in conclusione? Che risposta dare al quesito iniziale? Massimo è la volpe del Tavoliere o l’imbecille di Gallipoli? Ognuno dia la sua risposta, io la mia l’ho maturata, ma, siccome siamo a Natale ed ho promesso d’essere buono,  non la dico.

3 commenti

  • 1 Lo_Spillo
    28 Dicembre 2009 - 23:31

    Ma veramente ci sono ancora persone che considerano il Max una persona intelligente?
    Dalla Bicamerale, che già in partenza era considerata un fallimento, avendo da trattare con l’ “Azienda”, con un unico CEO (il nano) si è dimostrato una nullità.
    Ma perchè non si riesce in Italia a limitare le persone che entrano in politica a non combinare più guai dopo un “tot” anni? Ma siamo proprio dei pecoroni.
    Da giovane votavo Radicale , per cambiare, più avanti sempre a sinistra , poi Lega , quando voleva cambiare effettivamente le regole, poi si è fatta comprare , sempre dal nano. Negli ultimo anni ho reso la scheda per non eleggere “ladri” dichiarati.
    Ora mi stò convincendo , contro la mia volontà , che sarebbero ancora meglio i vecchi democristiani , che volenti o nolenti, riuscivano a far quadrare il cerchio, senza pestare i piedi a nessuno.
    Benvengano i Casini, i Di Pietro, no i saltinbanchi(Rutelli) no i portatori dei propri interessi (Montezemolo) .Da sinistra che speravo portasse cose nuove devo passare al centro , da li probabilmente si riuscirà ad amministrare un popolo di , mi dispiace dirlo, PECORONI.
    Lo_Spillo

  • 2 Mario
    29 Dicembre 2009 - 11:15

    Baffo va a ca…..re
    Non sempre la gente dimentica.

  • 3 giampaolo haver
    29 Dicembre 2009 - 13:04

    Senza dubbio il Max è l’imbecille di Gallipoli. nessuno come lui è riuscito ad affossare a sinistra italiana

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