Andrea Pubusa
Non perdono occasione i ministri Maroni e La Russa per dare risposte sbagliate a problemi reali. E non perdono occasione per mostrare i loro umori anticostituzionali. Eppure i due sono avvocati e la Costituzione, su cui poi hanno giurato come ministri, dovrebbero conoscerla.
Ma ecco i nostri all’opera dopo l’aggressione a Berlusconi. Il Ministro dell’interno: “Stiamo valutando misure più adeguate che intendo proporre giovedì” al Consiglio dei Ministri. I l ministro della Difesa, Ignazio La Russa pensa invece di inasprire le misure anti-contestazione alle manifestazioni, ed estenderle anche ai periodi che non riguardano la campagna elettorale. Maroni, manco a dirlo, è d’accordo. Si dovrebbero aggiungere – osserva - le norme riguardanti Internet “per garantire ai cittadini e a chi ha compiti istituzionali di poter svolgere tranquillamente la propria azione”. Maroni sottolinea che si tratta di “misure urgenti” e dunque è ipotizzabile che il governo intenda agire per decreto. Poi ammette che si tratta di misure che riguardano terreni delicati come la libertà di espressione sul web e quella di manifestazione e, dunque riconosce che è necessario “trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la propria critica”.
Posso permettermi, da modesto artigiano del diritto, di dare un consiglio ai due? Se posso, dico loro di lasciar perdere, perché stanno imboccando una via che porta dritti dritti alla bocciatura davanti alla Consulta. Infatti, l’art. 21 della Costituzione non ammette censure, ossia limitazioni preventive della libertà di manifestazione del pensiero. Ammette solo interventi successivi e solo per i reati per i quali la legge sulla stampa lo preveda. Inoltre, le misure repressive possono essere adottate solo dalla magistratura (la tanto vituperata magistratura!) con atto motivato. In caso d’intervento diretto della Polizia giudiziaria è sempre il magistrato che deve confermare il sequestro entro le 24 ore successive. Ed allora? Il Ministro può solo denunciare alla Magistratura i fatti di reato commessi via internet e chiedere l’intervento della Magistratura, ma non può intervenire egli stesso tantomeno disponendo oscuramenti di siti. Anche questa misura potrà essere adottata solo dalla magistratura sempre che la manifestazione del pensiero integri gli estremi del reato (incitamento a commettere reati?). Ma anche la Magistratura sulla base dell’art. 21 è improbabile possa oscurare un sito. Sarebbe come disporre la chiusura di un giornale, anziché sequestrarne solo i numeri incriminati. E questo è certamente vietato dall’art. 21 Cost.
Quanto a La Russa la libertà di riunione (art. 17 Cost.) non ammette limitazioni preventive se non in relazione ai casi specifici e o ove risulti che esistono comprovati motivi di sicurezza e d’incolumità pubblica. Dunque non è possibile una limitazione preventiva se non in casi eccezionali e gravi. Ma anche durante lo svolgimento delle manifestazioni non si può fare molto di più. La manifestazione può essere sciolta ove non si svolga pacificamente o i partecipanti siano armati. Questa libertà è rivolta al dialogo o alla critica delle idee non alla critica delle armi. Ed allora, cosa può inventare il buon La Russa che non sia in contrasto con la Costituzione?
I due ministri farebbero sicuramente meglio se, anziché gettare benzina sul fuoco, provassero il fuoco a spegnerlo, prendendo atto che la critica anche dura è il sale della democrazia e che spesso alla piazza bisogna prestare orecchio e sempre rispetto, anziché pensare di affrontarla coi manganelli.
1 commento
1 marina
16 Dicembre 2009 - 11:05
Ed è per questo che vogliono cambiare la costituzione. Come ce lo mettono il bavaglio?
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