Andrea Pubusa
Andrea Raggio ha compiuto 80 anni. Una vita spesa nel movimento operaio, nel PCI, in difesa della democrazia e dell’ampliamento dei diritti della classe operaia e dei ceti più deboli. Lo ha fatto con piglio deciso, che è espressione di un carattere forte, ma è anche segno di una profonda convinzione negli ideali e nelle finalità perseguite.
Certo, in una militanza così lunga, non sono mancati errori e sottovalutazioni. I compagni de Il Manifesto gli hanno sempre rimproverato un’eccessiva chiusura al momento della loro radiazione. Allora Raggio era segretario della Federazione comunista di Cagliari. Ma son sicuro che Andreino (come lo chiamano affettuosamente i vecchi compagni) potrebbe aggiungerne tanti altri, forse oggi dimenticati. E tuttavia in un bilancio complessivo le azioni positive sono senz’altro largamente prevalenti rispetto a quelle negative, che, del resto, in un’impresa collettiva, qual’era quella del PCI, sono anche il riflesso di decisioni o tendenze generali.
In positivo, c’è innanzitutto lo stile, il metodo. Andrea Raggio appartiene alla vecchia guardia. A quella leva di comunisti ch’era adusa alla perserveranza, all’assiduità e continuità nel lavoro. Una generazione di politici avvezza allo studio e all’esame dettagliato delle questioni e delle situazioni considerate. Mai decisioni improvvisate, superficiali e non meditate. Grande attenzione alle posizioni altrui, per condividerle o per contrastarle, ma sempre senza deformarle a proprio uso e consumo. Uno stile mille mille volte lontano dall’attuale politica dell’immagine. Un’approccio al confronto rigoroso e senza sconti, sempre volto alla ricerca della chiarezza e, auspicabilmente, dell’unità.
Raggio è stato uno dei protagonisti della battaglia per la Rinascita ed ha avuto come interlocutori grandi personalità nel PCI e negli altri partiti, da Dettori a Soddu a Mario Melis, per citare solo alcuni nomi.
Non si arrende, nonostante sia stato privato ormai del suo partito. Pubblica e partecipa al dibattito politico con puntualità e decisione. Non è caduto nella deriva degli ammicamenti verso le mode e le aperture del centrosinistra al liberismo o alla cultura berlusconiana. E così lo abbiamo visto in prima fila nella battaglia contro la legge Statutaria in difesa di un concetto di autonomia-ordinamento che ha contribuito ad elaborare fin dal PCI. Ed oggi è una delle voci più autorevoli contro la deriva berlusconiana anche in campo regionale. Lo provano i suoi frequenti interventi in pubblici dibattiti, sulla stampa regionale e su questo blog, di cui la redazione ed io lo ringraziamo ed andiamo orgogliosi.
Andrea Raggio poi ha creato una splendida famiglia, di persone positive e, come lui, tenaci. Ha animato fino a qualche anno fà insieme alla diletta moglie, ed oggi insieme ai due figli, la Fondazione Luca Raggio, in onore di un figlio valoroso, prematuramente e tragicamente scomparso. Una istituzione, la Fondazione, ormai ben radicata nella realtà culturale isolana e sempre in prima fila nelle battaglie per i diritti. Un luogo di incontro e riflessione dell’intelletualità e della cittadinanza democratica. Un esempio anche questo di tenacia e di dedizione ai valori democratici.
A cent’annus in bonna saludi Andria!
Pubblichiamo di seguito un affettuoso indirizzo di augurio ad Andrea Raggio, pronunciato dal Presidente della Fondazione Luca Raggio, Pasquale Alfano, nel corso di una simpatico incontro fra amici e compagni in occasione del genetliaco.
Pasquale Alfano
“Non ho nostalgia del passato. Non solo perché il passato non ritorna e rimpiangerlo è fatica sprecata, ma perché la Sardegna è cambiata in meglio e tutti abbiamo contribuito al cambiamento. Ho nostalgia, invece, della buona politica: questa sì che può e deve tornare”.
Queste parole sono contenute nel libro intervista “L’impegno per la buona politica” pubblicato tre anni fa e rappresentano chiaramente il pensiero di Andrea così come spiegano la sua filosofia di vita.
Auguri, caro Andrea, per questi tuoi 80 anni, anche a nome di tutti i presenti.
E’ per me un grande piacere rivolgerti questo saluto ed augurarti ogni bene per il futuro. Questo è un traguardo molto importante perché tu con il tuo lavoro, il tuo impegno e la tua forte passione politica hai contribuito ad affermare principi di libertà, giustizia ed emancipazione che hanno cambiato la Sardegna ed hanno posto le basi per la creazione di una nuova Europa.
Durante tutti questi anni il tuo impegno è stato indirizzato alla realizzazione del bene comune.
Hai percorso un lungo cammino che ti ha portato ad assumere incarichi di direzione politica nel tuo partito, che per alcuni è stato anche il nostro, il vecchio PCI, e di responsabilità istituzionale nel Consiglio regionale della Sardegna, prima come semplice consigliere e poi come primo Presidente, comunista, dello stesso Consiglio, assessore alla Programmazione economica in occasione di un primo generoso tentativo di giunta regionale espressa dalle forze di sinistra ed infine parlamentare europeo per due legislature.
Questo tuo impegno è proseguito, e prosegue tuttora, libero da impegni istituzionali, nel far udire la tua voce nella ricerca intellettuale sulle prospettive della Sardegna e sui mutamenti radicali che ne hanno attraversato la storia dalla seconda metà del Novecento ai nostri giorni.
Non nascondo che è stato ed è per me motivo di grande piacere aver potuto collaborare con te in questi ultimi anni perché ho avuto modo di conoscerti da vicino e di apprezzare le tue grandi doti umane.
La frequentazione ed il lavoro svolto nella Fondazione non ha fatto altro che confermare questa mia convinzione attraverso il tuo contributo nelle diverse discussioni fatte durante la preparazione del programma di attività che annualmente la Fondazione svolge.
Ma devo anche aggiungere di aver vissuto un’esperienza intensa e straordinaria, insieme all’amico Gianluca, durante i mesi di lavoro per la realizzazione di quel libro intervista “L’impegno per la buona politica” ove tu racconti, tante volte anche in modo gioioso e ironico, della Sardegna, del tuo impegno, delle tue convinzioni con aneddoti che hanno caratterizzato tanti momenti della tua vita.
Così come hai raccontato momenti tristi e dolorosi che hanno così fortemente segnato alcuni quei passaggi della tua vita.
Hai raccontato con passione, affetto e commozione eventi dolorosi come la perdita del tuo primogenito e della tua compagna di vita. E lo hai fatto con quell’umanità e con quella ragionevolezza che porta a riflettere sui drammi umani e con la capacità di collocarli nella loro giusta dimensione.
Ho potuto capire quanta umanità ci fosse nella tua persona, un carattere riservato il tuo che viene apprezzato solo conoscendoti.
Ti chiedo scusa se in questo momento nel rievocare questi eventi ho riaperto antiche ferite. Lo faccio perché voglio evidenziare il fatto che anche dal dolore può derivare un atto fecondo ed in questo mi aiuta ciò che ebbe a scrivere Maria Paola Masala su L’Unione Sarda del 5 ottobre 1991 in occasione della nascita della Fondazione intitolata a Luca, “…un lacerante dolore privato si è trasformato in un momento di importante crescita collettiva: la Fondazione che nel nome di un giovane coerente ed entusiasta farà la sua parte per trasformare i bisogni in diritti, il catastrofismo in inquietudine, la sfiducia in solidarietà”.
Ebbene caro Andrea, lo posso affermare con grande forza: la Fondazione, grazie alla tua famiglia, alla tua determinazione ed al tuo insostituibile contributo, è tutto questo.
Oggi la Fondazione è uno strumento importante di discussione, di confronto e di formazione per tanta gente che ci segue e ci aiuta a mettere in piedi iniziative importanti per la promozione e l’affermazione dei diritti e per la crescita culturale di tanta parte del territorio regionale. E questo impegno continuerà anche per il futuro. Di questo ne siamo tutti consapevoli e questa consapevolezza ci rende più forti e determinati nel proseguire in questo impegno.
Ma, caro Andrea, così come il dolore è parte della nostra vita, lo è parimenti la gioia. Ed io mi permetto di dire che, alla vigilia di questi tuoi 80 anni, hai ricevuto, con la nascita del piccolo Lucas, un regalo veramente eccezionale.
Caro Andrea, io insieme a tutte le amiche e gli amici della Fondazione siamo lieti di augurarti una ancora lunga e serena vita e nel concludere questo mio intervento utilizzo le stesse parole da te utilizzate a chiusura del libro intervista:
“Le nuove generazioni faranno sicuramente meglio della mia. Faranno meglio anche perché la strada è stata in buona parte spianata. Non intendo tacere le difficoltà, è certo però che le trasformazioni operate in tutti i campi hanno rimosso le cause antiche del sottosviluppo ed aperto una nuova pagina della nostra storia. Una trasformazione epocale favorita dalle condizioni di libertà e di democrazia create dalla sconfitta del fascismo e perseguita con ferma determinazione da tantissime donne e uomini che hanno animato grandi lotte sociali e politiche. Tra questi tantissimi io c’ero. E’ una gran bella soddisfazione. Tra i tantissimi, giovani e meno giovani, che continueranno l’opera avviata, nel tempo che rimane io ci sarò ancora”.
E questo è il nostro augurio e la nostra speranza.
1 commento
1 Democrazia Oggi - I miei ottant’anni
10 Dicembre 2009 - 06:05
[…] Andrea, ti sono molto grato delle belle parole che hai dedicato ai miei ottant’anni. Hai detto bene, la mia è stata una vita intensa, ricca di momenti esaltanti ma segnata anche da […]
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