Enrico Costa: un socialista resistente a Cagliari

5 Dicembre 2009
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Maria Grazia Caligaris
Presidente Associazione “Socialismo Diritti Riforme”

Un ricordo indelebile con la dignità di una pagina di storia. Il destino non procede a caso. Al contrario, pur senza preavviso, disegna modelli di virtù e li assegna alle persone solo apparentemente uguali alle altre. Sceglie, in realtà, robuste caratteristiche morali volendo così iscriverle nella memoria della comunità. Enrico Costa, cagliaritano, nato il 12 maggio di 100 anni fa, nipote dell’omonimo autore del “Muto di Gallura” e di “Giovanni Tolu”, è un esempio da non dimenticare. Eppure finora poco noto.
Una vicenda amara che rischiava di restare nell’oscurità perché il tempo ne sta via via offuscando la nitidezza essendo ormai quasi archiviate le testimonianze dirette ed estinti i coprotagonisti degli eventi. Ma anche forse non casualmente trascurata in tempi in cui si tende a limare il significato di persone e ideali che si richiamano a epoche non proprio edificanti.
Un incontro-ricordo che, sabato 5 dicembre nell’appuntamento “Un socialista resistente: Enrico Costa, documentarista antifascista a Cagliari”, promosso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme” in collaborazione con gli eredi Costa e il patrocinio della Presidenza della Provincia di Cagliari, intende offrire una fotografia storico-culturale della città capoluogo dell’isola.
Ruoterà infatti intorno alla Cagliari degli anni Quaranta la rievocazione della vicenda che ha avuto come protagonista Enrico Costa, scomparso a 60 anni nel 1969. Una città molto diversa da quella attuale ma in cui sono riconoscibili i luoghi fisici e i tratti del carattere di una comunità poco avvezza a sottomettersi alle prepotenze. Tra i nomi ricorrenti delle strade figurano le vie Garibaldi e Manno, le piazze Yenne e Martiri, le terrazze del bastione Saint Remy e il viale Buoncammino.
Riaffiorano le personalità dell’avv. Pelopida Siotto, amico di Emilio Lussu, e di Iago Siotto, Giuseppe Asquer, Titino Melis e Francesco Cocco Ortu, dell’ingegner Verdura, del professor Pinuccio Doglio, del signor Tullio De Stefanis, dei fratelli Luigi ed Emilio Pirastu tutti frequentatori della libreria “Il Nuraghe”, di proprietà di Raimondo Carta Raspi. Intelligenze e culture democratiche in una realtà dominata dal fascismo. Enrico Costa nel 1941, non ancora trentaduenne, conoscerà il carcere, prima Buoncammino e, dopo la condanna del Tribunale Speciale, Regina Coeli. Sarà anche rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà per l’attività svolta a sostegno della libertà. Una drammatica esperienza che non gli permetterà più di vivere in modo sereno.
L’appuntamento tuttavia non sarà soltanto uno sguardo rivolto al passato. Negli interventi del Presidente della Provincia Graziano Milia e dello storico Salvatore Pirastu ci sarà anche una riflessione sul presente, su quale democrazia stiamo sperimentando. Si parlerà del ruolo che i socialisti hanno avuto allora e dei loro rapporti con il Partito Sardo d’Azione. Un video curato dalla critica cinematografica Valeria Patané illustrerà la produzione documentaristica di Enrico Costa. Saranno a disposizione dei partecipanti anche documenti e fotografie dell’archivio del figlio Guido.
Un’occasione per apprendere, ricordare, riflettere. Un modo per ragionare del presente e del futuro e per condividere ideali, sogni e prospettive nel rispetto dei diritti e delle libertà conquistate con il sacrificio di tante persone come Enrico Costa.

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