Il piccolo mondo dei Fugatti

1 Dicembre 2009
2 Commenti


Manuela Scroccu

L’On. Maurizio Fugatti, parlamentare della Lega e capogruppo in commissione Finanze, deve essere un uomo pratico, senza le mollezze e le depravazioni di certi debosciati che purtroppo ora non stanno più solo a sinistra (vedi Fini), con la sicurezza che gli deriva dal contatto costante con il vero uomo della strada (strada padana, s’intende, anche se magari è stata asfaltata da manodopera rumena a basso costo), quello che….. “fuori i negher”, senza tante storie.
Solo uno così poteva avere il coraggio di partorire un testo definito, nell’ordine, “razzista e incostituzionale”, “semplicemente una follia” (per Damiano capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera), “da vigliacchi e miserabili” (Donadi, IdV), “aberrante” (L’Avvenire), “un’iniziativa xenofoba e una vera e propria sciocchezza giuridica” (Fulvio Fammoni,CGIL).
Il ragionamento sotteso all’emendamento alla legge Finanziaria, in base al quale si proponeva un tetto di soli 6 mesi per i lavoratori stranieri che avessero beneficiato della cassa integrazione nel corso del 2010, non si può certo definire raffinato. Appare più simile ad una conversazione ad alta gradazione alcolica in una bar di provincia. Suona così, più o meno: “Se non c’è lavoro per gli italiani non c’è per nessuno; le risorse sono quelle che sono e prima dobbiamo pensare agli italiani; noi vogliamo dare la cassa integrazione anche ai cittadini extracomunitari per sei mesi, (della serie: ci dovrebbero ringraziare, questi ingrati!); se la crisi dovesse andare avanti si creerà una contrapposizione tra disoccupati italiani e disoccupati extracomunitari e questo vuol dire che sulle strade, e in parte questo già accade in Padania, ci troveremo sia disoccupati italiani sia disoccupati extracomunitari; quindi noi dobbiamo tutelare di più gli italiani”. Sono parole sue, testuali. Volevo guardarlo negli occhi questo genio e allora ho cercato sul sito della Camera le sue informazioni biografiche. Secondo la scheda, il parlamentare leghista è nato a Bussolengo (Verona) il 7 aprile 1972, si è laureato in scienze politiche e svolge la professione non meglio identificata di libero professionista. La fotografia di rito mostra la faccia un po’ così di “noi che abbiamo visto Pontida”, il sorriso espressivo e lo sguardo sveglio a metà strada tra un Gentilini e un Borghezio. Uno che, per dire, si è fatto dare lezioni di diritto da Sacconi, che ha dovuto ricordare all’incredulo Fugatti che gli ammortizzatori sociali ordinari corrispondono a diritti soggettivi dei lavoratori e pertanto la sua proposta appariva sinceramente inaccettabile, e lezioni di pietas cristiana da Ignazio La Russa (“questa proposta sarebbe un’ingiustizia e una discriminazione”). Alla fine ha cambiato idea il Fugatti; ha detto che, pur rimanendo convinto della bontà della sua proposta, non voleva creare problemi alla maggioranza di governo. Un benemerito e un incompreso.
Come Franco Claretti, classe 1971, rampante sindaco leghista di Coccaglio, paesone di poco più di settemila anime vicino Brescia, che ha lanciato l’operazione “White Christmas” per ripulire la cittadina dagli extracomunitari. Un nome scelto proprio perché l’operazione scade il 25 dicembre. Una cosa talmente malvagia, che al confronto pure il vecchio e arido Ebenezer Scrooge, protagonista del “Canto di Natale” di Dickens, sembra una brava persona. E così, a Coccaglio, i vigili andranno di casa in casa per stanare i clandestini. Chissà, magari si vestiranno da Babbo Natale, per non spaventare i bambini. L’assessore leghista alla Sicurezza (?) Claudio Abiendi l’ha spiegato meglio il senso di questa operazione: “Per me il Natale non è la festa dell’accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità”. Chissà se in Vaticano lo sanno che a Coccaglio c’è un fine esegeta del messaggio evangelico. Il Sindaco e l’assessore hanno avuto l’appoggio convinto dello stato maggiore del partito e del Ministro Maroni. Solo sul nome il sindaco ha tentennato. Forse è stato un po’ infelice quel riferimento al Natale. Ecco, ha colto il punto signor Sindaco: in fondo è un problema di semantica. Per fortuna che c’è la Svizzera, a rinfocolare gli entusiasmi.
I soliti grugniti di giubilo hanno accolto l’esito del referendum elvetico indetto dall’Udc e dall’Udf, che ha visto la maggioranza degli elettori pronunciarsi per il divieto di costruzione di nuovi minareti. Si è destato pure l’ex ministro Roberto Castelli il quale si è subito lanciato in una proposta rivoluzionaria, capace, dice lui, “di battere l’ideologia massonica e filoislamica che purtroppo attraversa anche le forze alleate della Lega”. E’ presto detto: inseriamo una bella croce nella bandiera italiana. Povera croce, brandita come un arma da gente che venera il dio Po. Gente pericolosa, con un’idea di mondo piccolo piccolo e con soluzioni semplici semplici. Soluzioni che però rischiano di apparire appetibili per un’opinione pubblica sempre più influenzabile e spaventata di fronte alla complessità della costruzione di una grande società europea multiculturale.

2 commenti

  • 1 Massimo Marini
    1 Dicembre 2009 - 09:52

    Veramente da incorniciare.

  • 2 Carlo Dore jr.
    1 Dicembre 2009 - 13:11

    Uno dei migliori articoli pubblicati negli ultimi tempi da DemocraziaOggi. Un’autentica lezione di democrazia, civiltà e cultura politica per quanti, anche in Sardegna, non più di qualche mese fa individuavano nella strategia della Lega Nord un un’azione di freno agli eccessi del Governo Berlusconi.

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