Efis Pilleri
Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini è uomo politicamente assai stimato dalla destra, della quale è leader ai massimi livelli sin da quando era molto giovane, ma anche dalla sinistra che riconosce in lui, all’interno di un percorso ideologico comunque coerente, una passione riformatrice non comune ed una grande correttezza nei comportamenti. Grande è stato comunque lo stupore degli osservatori quando sabato scorso, di fronte ad una platea di giovani immigrati, l’onorevole Fini si è espresso in questi termini: “Se qualcuno pensa che gli stranieri siano diversi è uno stronzo”.
L’espressione, molto chiara ancorchè politicamente scorretta, ha avuto, anche per questo, un grande risalto sui mezzi d’informazione, suscitando insieme le ire di buona parte della destra e le invidie di una parte della sinistra che si è sentita scavalcata, se non nella forza delle idee, certamente in quella di una comunicazione efficace.
Non si tratta, beninteso, di un fulmine a ciel sereno. L’onorevole Fini ha infatti più volte, negli ultimi mesi, manifestato l’opinione, largamente condivisa a sinistra, che sia necessario riconoscere importanti diritti civili agli immigrati che vivono in Italia, incluso il diritto di voto alle elezioni amministrative dopo cinque anni di regolare soggiorno.
Tuttavia sbaglieremo se pensassimo che uno dei più importanti problemi per la crescita sociale ed economica della società italiana si stia avviando verso soluzioni positive. Non si può infatti dimenticare che l’immigrazione è disciplinata in Italia da una legge veramente pessima, che viene comunemente chiamata Bossi-Fini dal nome dei principali proponenti, all’epoca leaders indiscussi delle rispettive forze di destra. Nè può essere omesso il fatto che, precedentemente, la materia era regolata da un’altra legge, quasi altrettanto iniqua, che recava il nome di due autorevolissimi esponenti della sinistra: Turco e Napolitano.
Invero, a parte le apprezzabili revisioni dell’onorevole Fini, bisogna dire con grande chiarezza una verità che tutti gli operatori sociali nel campo dell’immigrazione conoscono. Se la legge che porta il nome del Presidente della Camera insieme a quello del leader della Lega nord, non ha prodotto tutti i suoi effetti devastanti lo si deve esclusivamente all’accortezza ed al buon senso con la quale è stata applicata (e più spesso disapplicata) dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Questo è il vero punto positivo da cui si deve partire per soluzioni del problema che restituiscano al nostro Paese la dignità di un popolo che rispetta i diritti umani insieme ad una grande opportunità di crescita che si avrebbe liberando importanti risorse dallo sfruttamento in nero e dal controllo della malavita organizzata.
pubblicato il 23-11-09 da Cagliari2000
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