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Oggi si consuma uno dei misfatti più gravi nella storia del Parlamento italiano. Viene votata la legge sulla privatizzazione dell’acqua. Il governo è consapevole dell’innaturalità del voto e pone alla Camera la questione di fiducia sul ‘decreto Ronchi’, già approvato dal Senato e il cui aspetto centrale è appunto la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa l’acqua.
La Lega ha la coda di paglia perché il provveimento mette in luce la vera essenza antipopolare di questa forza, che, invece, vuole apparire dalla parte dei ceti popolari. “Il testo che è arrivato dal Senato é migliorativo rispetto a quello originario, però la Lega sull’articolo 15 (quello sui servizi pubblici locali, ndr.) avrebbe voluto migliorarlo per farlo corrispondere con la sua posizione storica a favore dell’acqua pubblica”. Lo dice il vice capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, senza rendersi conto della flagrante contradddizione. Il Carroccio, si rende conto della gravità del voto, e, per salvare la faccia, presenterà un ordine del giorno al decreto, e non esclude la presentazione di proposte di modifiche già in Finanziaria.
Il provvedimento viene bocciato dall’opposizione, anche se sul liberismo nel campo dei servizi pubblici essenziali non ha sviluppato un’azione convinta e continua di mobilitazione.
Ora non rimane che un’arma: boicottare l”acquisto dell’acqua in bottiglia. In Italia se ne acquista più che in ogni altra parte del mondo. In ristorante non si beve che acqua minerale. In Francia normalmente servono l’acqua di caraffa attinta dal rubinetto. Fra l’altro quest’acqua è più controllata e migliore dell’altra. Ed allora rendiamo poco economica la speculazione sull’acqua non comprandola e vigilando sulle tariffe dell’acqua di casa.
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