Negata la libertà provvisoria a Bruno Bellomonte

14 Novembre 2009
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Marco Peltz - A Manca pro s’indipendentzia
 

Pubblichiamo di seguito una nota stampa di A Manca sul diniego della libertà provvisoria a Bruno Bellomonte. Non conosciamo Bruno Bellomonte. Leggiamo però i comunicati e riceviamo le locandine delle inziative che A Manca organizza dove può. Non li condividiamo, ma possiamo dire, con tranquilla coscienza, che si tratta di programmi e iniziative svolte con metodo democratico. Tendono a convincere e a mobilitare, senza che in esse vi sia alcun ricorso alla forza se non a quella delle idee. Ed è quanto la Costituzione richiede ai partiti politici, senza sindacarne i fini. Col metodo democratico, socondo la Carta, è lecito perfino battersi per la sovversione dell’attuale ordinamento. Ci sembra così credibile e convincente il messaggio di A Manca, secondo cui Bruno Bellomonte è in galera solo perché comunista e indipendentista. E questo ci sembra inaccettabile. Così come è inaccettabile che sia detenuto a Catanzaro, la città meno raggiungibile d’Italia, con grave disagio per i familiari e per i suoi difensori ed anzitutto per lui, costretto ad un isolamento nell’isolamento .
Da democratici non possiamo non indignarci per il diniego della libertà provvisoria e per il ritardo con cui si svolge la procedura. Un processo subito potrebbe mostrare l’innocenza di Bellomonte e riconsegnarlo ai suoi familiari e ai suoi compagni in libertà. In ogni caso, in pubblica udienza e in contraddittorio, verrebbe  fatta luce sulla vicenda,  Ed allora o processo subito o libertà subito per Bruno Bellomonte!  (Red).

Ecco ora la nota stampa

Ieri 13 novembre 2009, a cinque mesi esatti dall’incarcerazione del patriota sardo Bruno Bellomonte, il G.I.P. Maurizio Caivano, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare del 10 giugno 2009, ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dall’avv. Simonetta Crisci difensore del nostro Dirigente Politico!
Ricordiamo che Bruno Bellomonte è stato deportato nel carcere di Siano-Catanzaro in spregio alle stesse leggi dello Stato fascista italiano, che dovrebbero garantire la carcerazione in galere le più prossime alla residenza dei familiari dei detenuti.
Ribadiamo ancora una volta la nostra totale e incondizionata vicinanza al patriota Bruno, alla sua straordinaria lucidità e coerenza politica nel vivere segregato nelle galere italiane
per le istanze di rivendicazione del popolo sardo a sostegno della lotta per l’Indipendenza e il Socialismo della Nazione Sarda.
Viva la lotta del popolo lavoratore sardo!
Fino all’Indipendenza!

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