La vergogna sotto la foglia di fico: la straccerà la Consulta?

13 Novembre 2009
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Amsicora

Il ddl sul processo breve e’ stato presentato dal gruppo Pdl e sottoscritto dalla Lega al Senato. Firmatari Gasparri e Quagliariello. Il ddl, composto da 3 articoli, prevede, tra l’altro, la prescrizione dei processi in corso in primo grado per i reati ”inferiori nel massimo ai dieci anni di reclusione” se sono trascorsi piu’ di due anni a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero senza che sia stata emessa la sentenza. Il provvedimento entra in vigore il giorno dopo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Il presidente emerito della Corte costituzionale, Antonio Baldassare, dice che la legge è incostituzionale ed anche imbarazzante. Baldassarre, benché nominato giudice costituzionale in quota PCI, è oggi vicino al centro destra; e tuttavia si dice “desolato innanzitutto come cittadino”, che il provvedimento viola il principio di uguaglianza soprattutto perché si applica a “reati gravissimi, come quelli di corruzione e concussione” mentre tra quelli esclusi ce ne sono alcuni “lievi”. “Non è una cosa seria, visto che stiamo parlando di leggi e non di regali”.
Come dicevamo ieri in questi blog, c’è poi un altro profilo di incostituzionalità legato all’applicazione soltanto per alcuni processi futuri, mentre la legge penale favorevole al reo, secondo la Costituzione, è sempre retroattiva.
Dura anche l’ANM - Ass. Naz. Magistrati. Una riforma con “effetti devastanti sul funzionamento della giustizia penale in Italia”. E parla di “inevitabile prescrizione per reati gravi”. Anche l’ANM esprime “forti dubbi di costituzionalità”. La lettura del disegno di legge “conferma e aggrava le forti perplessità già espresse ieri dall’Anm nell’incontro con la Consulta per la giustizia del Pdl”. Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini soggiungono: “gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni, che pone forti dubbi di costituzionalità. E’ impensabile, infatti, che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell’imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato”. “Saranno invece destinati a inevitabile prescrizione - avvertono - tutti i processi per reati gravi, quali abuso d’ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d’ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d’autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino”. Per tutti questi reati, concludono i due magistrati, “sarà impossibile arrivare a una sentenza di primo grado entro due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, quindi sarà sempre impossibile accertare i fatti. Più che di una amnistia, si tratta di una sostanziale depenalizzazione di fatti di rilevante e oggettiva gravità”. “Truffatori di professione, evasori fiscali, ricettatori, corrotti e pubblici amministratori infedeli che non abbiano già riportato una condanna, avranno la certezza dell’impunità” sottolineano ancora Palamara e Cascini, che poi puntano l’indice anche contro la norma transitoria che estende ai processi in corso l’applicazione delle nuove disposizioni. “E’ destinata a determinare - dicono - l’immediata estinzione di decine di migliaia di processi, anche per fatti gravi. Per limitarci a qualche esempio, la legge provocherà l’immediata estinzione di gran parte dei reati nei processi per i crac Cirio e Parmalat, per le scalate alle banche Antonveneta e Bnl, per corruzione nel processo Eni-Power.
Anche la Bongiorno, artefice, in concorso con Ghedini, di questa pagina regressiva della nostra civiltà giuridica, ha manifestato disagio. “Suscita un certo stupore la scelta di includere nell’elenco dei reati di grave allarme sociale, come quelli di mafia e terrorismo, l’immigrazione clandestina che è una semplice contravvenzione peraltro punita con una banale ammenda”. Speriamo che come presidente della commissione Giustizia della Camera, l’on. Bongiorno si batta per porre rimedio.
Per nulla turbato invece l’ineffabile Ghedini, che esalta la foglia di fico della brevità del processo, ben sapendo che il DDL e la corsia preferenziale di approvazione deriva dal diktat del suo padrone. Che bravo l’Avv. Ghedini! Vince tutti i processi del Cavaliere, perché quelli che deve perdere, li aggiusta prima, come legislatore! Chissà che sensazionea, entrare nell’aula di giuistizia e dire alla Corte “il fatto non costituisce reato perché depenalizzato” oppure ”non luogo a procedere per prescrizione del reato”. Che forte l’avv. Ghedini!

1 commento

  • 1 Massimo Marini
    13 Novembre 2009 - 09:09

    Il tutto quindi a vantaggio della peggio classe dirigente e politica dell’intero mondo civilizzato - premier in testa. Ah beh, i benpensanti possono comunque dormire sonni tranquilli: il reato di clandestinità non è compreso nell’elenco degli “amnistiati”. Perché è il crocifisso il simbolo della nostra cultura, è l’insegnamento evangelico la radice della nostra comunità nazionale. Disgustoso.

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