La foglia di fico è la brevità del processo

12 Novembre 2009
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Amsicora

Qual’è la priorità italiana? La lotta alla disoccupazione e al precariato? La civilizzazione della vita dentro i penitenziari, secondo il dettato costituzionale, che affida alla pena il compito di rieducare il reo e non di farlo fuori? No. Tutti al lavoro, dagli avvocati del premier allo stesso Berlusconi e Fini per salvare il primo da condanna preannunciata nel rpocesso Mills. Che si fa? Ci si mette la foglia di fico del processo breve, per nascondere la vergogna sostanziale dell’ennesima legge ad personam.
Il disegno di legge che la maggioranza dovrebbe presentare tra oggi e domani per abbreviare i tempi dei processi potrebbe essere discusso dalla Commissione Giustizia del Senato durante i 15 giorni di pausa che saranno previsti per la presentazione degli emendamenti alla riforma delle intercettazioni. Questa è l’intenzione del presidente della Commissione Filippo Berselli, anch’egli senza indugio mobilitato per questa improrogabile emergenza nazionale!
Avant’ieri l’intesa Fini-Berlusconi in tre punti, l’ultimo dei quali introdurrà una norma transitoria che inciderà sui processi Mediaset e Mills in cui è imputato il premier.
Il primo articolo della bozza di ddl, sostanzialmente già pronta, modificherà la legge Pinto che, approvata nel 2001, introduce un’equa riparazione per chi ha subito processi troppo lunghi: per la prima volta verrebbe esplicitato che il processo, per non essere ingiusto, ma in linea con le sollecitazioni del Consiglio d’Europa, non deve durare più di due anni in primo grado, due anni in appello e altri due in Cassazione. Prima della richiesta di indennizzo, però, la ‘vittima’ dovrebbe presentare al giudice un’istanza di accelerazione che farebbe scattare una corsia preferenziale per definire il processo in tempi brevi, con tanto di sentenza motivata in modo sintetico. Per i processi pendenti al momento dell’entrata in vigore della legge, l’istanza acceleratoria deve essere presentata entro 60 giorni. Il secondo punto del ddl riguarderà la prescrizione processuale con la creazione di una nuova norma del codice di procedura penale (l’articolo 346 bis).
Questo è il fumo. Veniamo ora all’arrosto. La bozza prevede che, in caso di processi per reati con pene non superiori a 10 anni (ad eccezione dei reati di mafia, terrorismo o grave allarme sociale come rapina, omicidio, estorsione), ciascuna fase del processo non possa durare più di due anni (sei in totale), altrimenti scatterà la prescrizione. Tale norma non si applicherà ai recidivi e ai delinquenti professionali o abituali. Il terzo punto attiene alla norma transitoria grazie alla quale la ‘tagliola’ della prescrizione sarà applicata anche ai processi in corso, ma limitatamente a quelli pendenti in primo grado. In questo modo, potrebbero rientrare nella previsione sia il processo sui diritti tv Mediaset (in cui il premier è imputato per reati societari), sia quello Mills (nel quale Berlusconi deve rispondere per corruzione in atti giudiziari). Non essendoci però il via libera di Fini sulla cosiddetta prescrizione ‘breve’ (taglio di un quarto dei termini di prescrizione per i procedimenti pendenti relativi a reati di non grave entità commessi prima dell’indulto del 2006 e con pena non superiore a 10 anni) forse non si riesce a salvare il compare del Cavaliere, quell’ avvocato inglese David Mills già condannato anche in appello, o a mettere lo stesso premier al riparo dall’inchiesta Mediatrade di cui si attende la conclusione delle indagini da parte della procura di Milano.
Niente paura, però, il legale di Berlusconi, Niccolò Ghedini, è di nuovo al lavoro per individuare soluzioni alternative. In ogni caso, poiché la Costituzione prevede che le norme penali favorevoli al reo sono sempre retroattive, è probabile che i testi di legge siano formulati in modo tale da essere annullati dalla Corte costituzionale nella parte in cui non si estendono a tutti i processi in corso. Verrebbe violato anche il principio di eguaglianza. Un modo sopraffino per  salvare la faccia e anche il Cavaliere coi suoi compari.
Infine, un’altra foglia di fico: per consentire ai magistrati di celebrare celermente i processi il presidente della Camera ha reso noto che in Finanziaria saranno stanziate più risorse per il settore giustizia. Insomma, si agisce nell’interesse generale, non del solito noto!

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