Amsicora
La commemorazione del ventesimo anniversario è culminata ieri sera con una Festa della Liberta’ dinanzi alla Porta di Brandeburgo coi capi di Stato e di governo di tutto il mondo. A nome delle quattro potenze alleate che si ripartirono Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno presenziato i presidenti di Russia e Francia, Dmitri Medvedev e Nicolas Sarkozy, il premier britannico, Gordon Brown, e il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Ma non potevano mancare anche i presidenti della Commissione dell’Unione Europea, Jose Manuel Durao Barroso e del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, insieme ai capi di Stato e di governo dei 27 paesi dell’Ue, tra i quali Silvio Berlusconi.
Alle celebrazioni hanno preso parte personalita’ come l’ex presidente sovietico Mickhail Gorbaciov e l’ex capo di Stato polacco, Nobel per la Pace, Lech Walesa. Durante la cerimonia si è tenuto un concerto della Staatskapelle e del coro Staatsoper Unter den Linden, diretti dal maestro argentino-israeliano Daniel Barenboim con musiche di Richard Wagner e Arnold Schonberg. Esibizioni anche del gruppo classico Adoro, del cantane Bon Jovi, del gruppo percussionista Stamping Feet, del Dj Paul van Dick, che ha interpretato l’inno creato per l’occasione (”We are one”) e di Christian Steinhauser.
Ma l’evento-clou è stata la rottura della catena di pezzi giganti di domino, lunga un chilometro e mezzo, creata sull’antico tracciato dell’antico Muro di Berlino, e che e’ stato dipinto da artisti, scolari e studenti per ricordare la fine della divisione di Berlino, della Germnia e dell’Europa. Contemporaneamente migliaia di persone hanno formatoo una catena umana lunga 33 chilometri sull’antica linea che divideva il settore sovietico della citta’ dai settori occidentali di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Al termine, gli invitati alle celebrazioni sono andati alla cena offerta dal cancelliere Angela Merkel e suo marito, lo scienziato Joachim Sauer.
Che dire di tutto questo? Che la caduta di un muro va sempre festeggiata. I muri dividono e rinchiudono. Quando sono apposti fra popoli segnalano un contrasto o un’ostilità. La loro caduta ed il rimescolamento delle persone è sempre segno di dialogo e di civiltà. Nulla da obiettare, dunque, sul fatto che si qualifichi questo evento come ”Festa della libertà”. Ciò che ci sembra manchi in queste feste è un’analisi degli effetti dell’evento su scala planetaria, oltre che interna ai singoli paesi.
In Italia, per esempio, alla caduta del Muro è seguita la scomparsa del PCI e poi del PSI. E’ venuta meno la sinistra in un crescendo di rotture, cambi di nome, e dissoluzioni. Non c’è in parlamento più un rappresentante della tradizione socialcomunista, che pure è stata fondamentale nella crescita democratica del Paese.
Sia ben chiaro: la causa di tutto questo non è il Muro né tantomeno la sua caduta, ma la lettura che di quegli avvenimento è stata data dai dirigenti della sinistra italiana di allora. Da Occhetto, allora segretario del PCI, che ha tratto la conclusione che la caduta del muro imponesse una cesura netta non solo con la tradizione comunista, ma anche con quella socialista europea, e Craxi, che neppure a seguito di una collocazione ormai pacifica del PCI nell’alveo dell’area socialista, ha pensato ad una riunificazione dei due tronconi storici della sinistra italiana ed ha avanzato un’improbabile proposta annessionista del PCI, come se il più piccolo potesse mangiare il più grande. Un’occasione perduta che segnala la pochezza politica di Craxi, la sua mancanza di senso storico. Più che un leader Bettino fu un capobanda. Ne è seguita la deriva del PSI, che privo di un orizzonte autonomo di governo, che poteva derivargli soltanto dalla creazione di una grande ed unitaria forza di matrice socialista, è scivolato sempre più in una gestione fine a se stessa del potere, con la raccolta del peggio dei politicanti del tempo. E sappiamo come è andata a finire. Nella merda. Mentre sepolto il PCI, i dirigenti di quel partito ormai defunto, sono andati, privi di retroterra storico e ideale, ad un incontrollato abbandono di un patrimonio organizzativo e morale, che pure avevano conquistato un posto centrale nella storia del Paese con la Resistenza, la fondazione della Repubblica, l’approvazione della Carta Costituzionale e la costante battaglia per l’estensione della democrazia formale e sostanziale nel Paese.
Ecco, a margine, delle commemorazioni e delle feste, bisognerebbe riprendere la riflessione critica su tutto questo, perché, al di là dell’enfasi libertaria e della propaganda, è certo che il mondo, dopo quell’evento, è regredito. Ha perso legittimazione la sinistra a livello europeo, come movimento di liberazione del mondo del lavoro e delle masse oppresse su scala planetaria. Sono tornate le guerre pur nel cuore dell’Europa e la condizione delle classi subalterne è enormemente peggiorata, anche in conseguenza della compressione del Welfar nei paesi occidentali, mentre a livello mondiale, emergono nuove potenze, ma, fatta eccezione per l’America Latina, non c’è avanzamento della democrazia e del tenore di vita dei ceti popolari.
Per come vedevamo il mondo allora da sinistra, per le speranze che avevamo di cambiare il mondo in meglio, non c’è dubbio che dalla caduta del muro ad oggi si sono fatti passi indietro. All’orizzonte non c’è l’aspettativa di un mondo migliore e più giusto, ma una difficile difesa di quanto conquistato in passato proprio dalle forze che si rinnegano, difesa di diritti ormai in larga misura perduti sotto la scure del liberismo selvaggio e di un capitalismo, ormai privo di limiti e contrappesi.
Finiti i festeggiamenti e le cene in cui si mescolano, in un folle ed innaturale connubio, ex capi sconfitti, antichi rivali e protagonisti dell’attuale deriva, si può riparlare di tutto questo? Non per risollevare muri, ma per abbatterli veramente tutti, anche quelli eretti coi mattoni e i calcinacci smantellati a Berlino vent’anni fà.
2 commenti
1 Bomboi Adriano
10 Novembre 2009 - 14:10
Mah, non risulta che il ripristino dei diritti umani nell’est Europa sia un fatto negativo come l’entrata nell’UE di diversi paesi. La presunta ostalgia di molti cittadini dell’est non risulta neppure da alcuni sondaggi. Come non risulta che prima della caduta del Muro ci fosse un numero diverso di conflitti a livello globale rispetto a quello attuale. Credo che certe valutazioni siano più il frutto di nostalgiche letture della storia e meno di attente considerazioni sulla natura della guerra fredda. E poi, che differenza c’è in termini di sicurezza tra un mondo retto dalla minaccia nucleare ed uno del terrore? Anzi, forse alcuni aerei passeggeri saltavano in aria più ieri che non oggi nelle piste e nei cieli di mezza Europa…
2 nikko45
12 Novembre 2009 - 02:11
Shakespeare disse”abbattete pure le statue, ma lasciate i piedistalli: potranno sempre servire”. e così fu…Grandi festeggiamenti per l’anniversario, ma l’abbattimento del muro doveva portare all’EUROPA DEI POPOLI, invece stiamo ancora qui a discutere quale sia questa Europa. E quali sono i popoli ancora sottomessi alla arroganza dei potenti, ai loro soprusi, angherie. Dopo il muro, fine delle ideologie, sconfitto il comunismo, ma non gli altri ismi che continuano ad esistere. Basta campi di concentramento e ce li siamo trovati nella ex Jugoslavia: l’uomo è sempre un essere brutale, ha costruito altri muri, forse più consistenti di quello di Berlino, quei muri che creano preclusioni, pregiudizi, isolamenti, emarginazione. Siamo arrivati per svalutare ogni valore, soprattutto quello umano, della dignità della persona. E’ stato messo in crisi persino il termine di democrazia: che cosa è adesso e che cosa vuole dire ? E’ stata la fine delle sinistre e sono prevalse le destre. Era questo lo scopo di quel fatidico momento che doveva avere un alto significato non solo per l’Europa, ma per il mondo ? Quello che è successo dopo è stato sconvolgente ed i potenti sorridenti-entusiasti-euforici che si sono fatti vedere a Berlino, portano la loro parte di peso. di responsabilità per non avere saputo migliorare le condizioni del continente. E prima di loro, molti altri. Abbiamo fatto passi indietro ed invece ne dovevamo fare molti in avanti. Rimpiango i tempi della Dc accentratrice e del Pci portato alla egemonia su tutto: almeno a quel tempo ci si batteva per qualcosa, adesso quali sono gli ideali per i quali vale la pena combattere ? Si sta facendo tabula rasa di tutto ed ogni giorno che passa aumenta il disorientamento generale: andiamo a votare per dei nani e delle ballerine, poi si sono aggiunti i puttanieri, le escort, le veline, i trans ed i loro amici: non è che mi scandalizzi, ma il mondo sta girando a vuoto e noi restiamo dei naufraghi in balia di un circo fatto di squallidi personaggi che non giocano mai senza rete e la fanno sempre franca.
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