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Che polemiche da pollaio tra gli schieramenti sulla proposta del viceministro Adolfo Urso di istituire l’ora di religione islamica a scuola! Il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia rilancia con l’ora di religione cattolica obbligatoria per tutti gli studenti islamici. “Serve a far capire a loro perché noi siamo così - spiega Zaia -; usando il linguaggio rugbystico, la proposta di Urso è una ‘mischia al centro’. Il vero tema è obbligare gli islamici a studiare la nostra religione”. Obbligare! Capito?
“La proposta Urso non merita nemmeno considerazione: bisogna prima parlare del sano principio di reciprocità tra Paesi: dove c’é una moschea ci dev’essere una chiesa”, afferma Mario Baccini, leader dei Cristiano popolari PdL. Ma che c’entra il principio di reciprocità: la libertà religiosa è garantita dalla nostra costituzione a tutti, cittadini e non. Poi, le moschee le vogliono anche islamici italiani. Ed allora?
“Non si tratta di provocazione. Ma di una proposta politica condivisa tra settori della maggioranza e dell’opposizione”, si legge su Ffwebmagazine, il periodico online della fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, che continua a ripulire la destra dalle proposte più incivili e impresentabili. “Non si comprende, a questo punto, la natura delle polemiche”.
“Vediamo la cosa in maniera molto positiva. Sarebbe l’occasione di far conoscere da un punto di vista laico a tutti gli studenti, non solo quelli musulmani, le specificità e le caratteristiche dell’Islam”. Il vice presidente del Coreis, comunità religiosa islamica italiana, imam Yahya Pallavicini, promuove la proposta dell’ora di religione islamica nelle scuole lanciata ieri dal vice ministro Adolfo Urso e sposata oggi anche da Massimo D’Alema. Pallavici pensa così di far pagare dallo Stato un pò di professori islamici. Che bello!
Nel pollaio c’è però anche qualche testa pensante. E così Mario Scialoja, membro del Cda del Centro culturale islamico italiano, osserva: “Rappresenterebbe un problema costituzionale di uguaglianza con le altre religioni presenti nel nostro Paese”. E soggiunge:”Personalmente sarei contentissimo, ma non la vedo facile. Bisognerebbe fare lo stesso con tutte le altre religioni”.
Della stessa idea anche la Rete degli studenti medi, secondo cui se si fa l’ora di islam, si dovrebbe fare anche l’ora di cristianesimo ortodosso o quella di buddismo. E, aggiungono, si arriverebbe a una vera lottizzazione dell’istruzione da parte dei credi, in cui prevarrebbe tra l’altro la legge del più forte o della maggioranza. Giusto! Ci vuole motlo a capirlo!
E la laicità dello Stato? Ma è così difficile comprendere che, stante la libertà religiosa, ognuno può insegnare, amministrare i culti e manifestarli, nelle prorie chiese, moschee o altro? Deve però stare alla larga dalla scuola. Qui sono i professori di storia a dover parlare anche delle religioni. Sopratutto per spiegare le tante guerre che hanno concorso a provocare e i tanti massacri perpetrati in loro nome. Potrebbero essere più precisi, ad esempio, sulla S. Inquisizione, che per 300 anni ha terrorizzato e insanguinato l’Europa. Quando io ero studente se ne parlava velocemente in qualche paragrafetto secondario, mentre è il fatto più rilevante della storia recente. A Siviglia, dove tre forni sono rimasti in funzione ininterrottamente per tre secoli, c’è voluto Napoleone per spegnerli. Chissà perché, ma a me questa vicenda ricorda altri forni più recenti. Beh, sì. I professori di storia potrebbero anche fare dei collegamenti o delle comparazioni. O delle classifiche, per dirci chi ne ha massacrati di più.
1 commento
1 angelo aquilino
18 Ottobre 2009 - 19:17
per affermare l’uguaglianza,per lo stato, delle varie religioni sarebbe meglio non insegnarne nessuna,neppure quella cattolica..
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