Omofobia: mentre l’ONU cazzia l’Italia, nel cortile di casa si corre ai ripari

15 Ottobre 2009
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Red

Omofobia, immigrazione e stampa: per Navi Pillay, combattiva Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu, sono diversi i problemi che affliggono l’Italia. A iniziare dalla notizia della battuta d’arresto della legge contro l’omofobia. Per Pillay il blocco del Parlamento “é un passo indietro” per l’Italia. Giudizi duri anche sull’aggravante di clandestinità e sulla situazione dei media, espressi in un incontro con la stampa in occasione della presentazione a Bruxelles del nuovo Ufficio dell’Onu sui diritti umani presso la Ue. Dopo aver evidenziato il passo indietro per il Paese, l’Alto Commissario Onu ha ricordato che “é necessaria ovunque la piena protezione” dei diritti di gay e lesbiche.
“L’omosessualità - ha continuato - e gli omosessuali vengono criminalizzati in alcuni Paesi ma non possiamo ignorare che i gruppi minoritari e, tra loro gli omosessuali, sono soggetti non solo a violenza, ma a discriminazioni in diversi aspetti della loro vita”.
E l’aggravante di clandestinità? Una norma “discriminatoria” perché “devono esserci le stesse regole per tutti per lo stesso crimine”. Inoltre, insiste l’Alto Commissario Onu, “noi puniamo la criminalizzazione dei migranti per il solo essere migranti irregolari”. Pillay pensa anche, eventualmente, ad un intervento presso il governo Berlusconi.
“Possiamo chiedere all’Italia di cambiare la legge, non lo escludiamo”, ha affermato, ricordando che l’Onu aveva “già sollevato il problema quando era stata presentata la bozza del pacchetto sicurezza e - ha ammonito - continueremo a farlo”. La questione verrà discussa in un prossimo incontro con la Presidenza svedese della Ue.
L’Alto commissario Onu ha infine affrontato anche il tema della libertà di stampa. “Stiamo monitorando la situazione in Italia e ovunque la libertà di stampa venga minacciata”. Si tratta, ha detto ancora la sudafricana, di “un diritto prioritario”. Pillay ha annunciato che l’anno prossimo si recherà in Italia, anche se al momento solo su invito del Vaticano. Il governo Berlusconi la scansa? Che contraddizione per un esecutivo che si fonda su un partito delle libertà! La libertà dei potenti di fare i propri affari.
Ma torniamo nel cortile di casa nostra. Dopo lo stop alla legge contro l’omofobia é già cominciata la corsa per presentare un nuovo provvedimento che tuteli le persone omosessuali e transessuali. E se il Pd ha depositato una nuova proposta di legge alla Camera e ha ‘riesumato’ per il Senato la proposta Concia bocciata dai deputati, il ministro Mara Carfagna sta mettendo a punto un nuovo disegno dilegge. Della serire tutti mobilitati, ma poi non se ne fa nulla. Prevalgono gli umori reazionari e oscurantisti di una destra becera.
Il presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso, chiede invece al ministro Carfagna un decreto legislativo urgente invece del disegno di legge annunciato. E Andrea Maccarone, presidente dello storico Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, parla di “Parlamento sempre più delegittimato e distante” dai problemi dei cittadini. Interviene anche la sezione italiana di Amnesty International, che torna a chiedere che tutti i crimini determinati da motivi etnici, razziali, religiosi, di identità di genere o di orientamento sessuale siano investigati e perseguiti secondo leggi che prevedano sanzioni tali da riflettere la gravità della violazione dei diritti umani. Il gruppo del Pd alla Camera ha presentato una proposta di legge “armonizzata con il Trattato di Lisbona ratificato all’unanimità dal Parlamento nello scorso luglio”: un testo composto da un solo articolo e firmato dai componenti dell’ufficio di presidenza del gruppo (Antonello Soro, Marina Sereni e Gianclaudio Bressa) e da tutti i componenti del Pd in commissione Giustizia alla Camera: l’obiettivo è di farlo calendarizzare a novembre.
Si è saputo qualcosa di più sul testo Carfagna. Il suo ddl è già pronto, perché il ministro per le Pari Opportunità lo aveva preparato per presentarlo in Commissione Giustizia. Quel testo fa esplicito riferimento al Trattato di Lisbona, prevedendo l’aumento fino a un terzo delle pene per chi avrà commesso un delitto per finalità inerenti alla discriminazione legata al sesso, alla disabilità, all’età, all’orientamento sessuale e al transessualismo.
Al Senato, invece, è stato il senatore democratico Felice Casson, capogruppo in commissione giustizia, a presentare il testo della deputata Anna Paola Concia bocciato ieri alla Camera. E’ annunciata anche una proposta di legge dell’Italia dei Valori. Antonio Di Pietro fa sapere che il nuovo testo “mira a introdurre una nuova fattispecie di reato per chi discrimina o istiga a discriminare o commettere violenza contro gli omosessuali e i transessuali”. Una pdl, spiega, che “oltre a riproporre l’estensione della legge Mancino anche agli atti di discriminazione nei confronti delle persone a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere, tiene conto dell’approfondimento che è stato fatto in commissione Giustizia della Camera, durante l’esame del testo unificato, respinto ieri in Aula, e recepisce l’attività emendativa dell’Italia dei Valori”.

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