Andrea Pubusa
Che settimana meravigliosa! Che giorni indimenticabili! La sentenza della Consulta che boccia il lodo Alfano, il premio Nobel per la pace ad Obama. Due notizie eccezionali. Due fatti di grande rilievo che danno speranza. Perchè ciò che è importante in questi due atti è il messaggio, una indicazione sostanzialmente simile.
La Corte costituzionale, annullando il lodo Alfano, ha richiamato il principio fondamentale di uguaglianza della nostra Costituzione, la pari dignità sociale delle persone, il loro pari valore per il solo fatto d’esistere. Un principio polemico nei confronti delle politiche discriminatorie e financo razzistiche del governo Berlusconi. Pari dignità delle persone significa che il carattere umano dell’essere importa di per sé un bagaglio, un corredo di diritti inviolabili perfino dal legislatore, che anzi è chiamato a svilupparli. L’esatto contrario dei respingimenti.
Il secondo comma dell’art. 3 impone poi all’ordinamento un moto perpetuo verso la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale. Ed anche qui è manifesto il cozzo con la politica della destra volta a rafforzare le differenze, i privilegi, le primazie dei potenti. Da questo punto di vista la decisione della Corte costituzionale è andata ben oltre le aspettative.
Analogamente, l’assegnazione a sorpresa del Nobel ad Obama indica che l’orizzonte nel quale devono muoversi i governi ed i popoli è quello del dialogo e della pace. Altro che scontro di civilità! Ed anche qui come non vedere la polemica ferma verso quelle politiche fondate sulla forza e sulla guerra che ha prevalso nell’era Bush. Come non vedere un ritorno ai grandi ideali di fratellanza fra i popoli che hanno animato le Carte del secondo dopoguerra a partire da quella dell’ONU. Come non sentire in tutto questo l’eco del ripudio della guerra di cui parla l’art. 11 della nostra Costituzione.
Ecco il monito comune che viene da questi due atti, da Roma e da Oslo: per ritrovare una via di sviluppo civile e sociale occorre tornare ai grand ideali che hanno pervaso le più alte e nobili personalità del passato, anzitutto di quelle che hanno sconfitto il nazismo e il fascismo. L’eguaglianza e la pace sono state le due idee forza su cui si è fondata la ripresa democratica del secondo dopoguerra e ad esse bisogna tornare per uscire dalle crisi e dalle angustie di questi anni.
Questi due messaggi sono per i democratici e per i popoli uno stimolo enorme a mobilitarsi, a riprendere in mano i propri destini. A ritirare le deleghe a chi ci ha così mal rappresentati, a chi ci ha trascinati nella crisi e nella guerra.
A ben vedere anche in Italia le forze progressiste e della sinistra da qui devono ripartire se vogliono tornare ad essere protagoniste di grandi processi di avanzamento civile e sociale, come lo sono state nella Resistenza al nazifascismo e negli anni della ricostruzione in Italia e nel mondo.
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