A.P.
Il giuoco si fa pesante, anzi pesantissimo. La destra ricorre sistematicamente alla minaccia. I giudici della Corte Costituzionale sono in camera di consiglio per decidere sulla legittimità del ‘Lodo Afano’, la legge che sospende i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, e Bossi ricorre all’intimidazione.”Se la Consulta dovesse bocciare il Lodo noi potremmo entrare in funzione solo trascinando il popolo. E il popolo lo abbiamo, sono i vecchi Galli”. Cosa intende dire il leader della Lega Nord? Minaccia azioni di piazza? pare proprio di sì. “Se il Lodo sarà bocciato? No, non credo - afferma -. Ma non ho segnali. Io sono per la saggezza: chi è che vuole sfidare l’ira dei popoli”. Una minaccia così esplicita ad un organo costituzionale nell’eserciszio delle sue funzionida parte di un ministro della Repubblica non si era mai visto, almeno in epoca repubblicana. Le minacce al Parlamento, poi seguite dai fatti, risalgono al primo periodo fascista.
Ora, non pare allarmistico affermare che la situazione è grave, anche perché quella di Bossi segue la minaccia di azioni di piazza contro la magistratura ordinaria nell’esercizio delle sue funzioni, dopo la condanna di Berlusconi al megarisarcimento in favore di Debenedetti.
Sul ‘lodo Alfano’ i 15 giudici della Corte Costituzionale sono in Camera di Consiglio e in molti danno per imminente l’atteso verdetto sulla legge . A tenere banco, nel giorno più atteso sono i suoi risvolti politico-giudiziari. Dall’esito del giudizio dipenderà la ripresa o meno dei due processi milanesi Mills e Mediaset a carico del premier Silvio Berlusconi e anche la stabilità del governo.
Ma quali sono i nodi principali da sciogliere dalla Consulta? In particolare uno, che più mette in fibrillazione il governo Berlusconi: il lodo Alfano poteva essere fatto con legge ordinaria o serviva una norma costituzionale? In caso di violazione dell’articolo 138, infatti, il governo potrebbe rimediare alla bocciatura solo con un ddl costituzionale.
I giudici della Consulta stamane hanno potuto ascoltare in udienza unicamente le ragioni pro ‘lodo’ dei tre legali di Berlusconi (Niccolò Ghedini, Gaetano Pecorella e Piero Longo) e dell’avvocato dello Stato Glauco Nori: l’intervento della procura di Milano, per il quale era stato chiamato il presidente dei costituzionalisti italiani Alessandro Pace, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte. Ed è significativo che contro il lodo sia sceso in campo il Prof. Alessandro Pace, che non solo è un illustre costituzionalista, ma è anche - come si è detto -il Presidente dell’Associazione dei costituzionalisti italiani. Come dire contro il lodo c’è tutta la cultira costituzionalista del Paese.
Pace, uomo molto misurato, dopo l’udienza di ieri non ha nascosto il proprio disappunto. “Sono amareggiato. Ora la vedo male”, ha commentato. L’illustre costisuzionalista, fermo assertore dell’illegittimità del lodo,lasciando Palazzo della Consulta, h auspicato che anche per i giudici costituzionali vengano introdotte le norme di ricusazione e di astensione, così da evitare il ripetersi di casi come la cena a casa del giudice Luigi Mazzella, con Berlusconi, il Guardasigilli Alfano e un altro giudice, Paolo Maria Napolitano. Segno questo di un’azione concertata di pressione del cavaliere sui giudici della Corte. Ed anche questo è un vulnus che aggrava la situazione di pericolo per le nostre istituzioni, anche perché la Corte costituzionale è stata finora il baluardo più efficace contro l’attacco berlusconiano e bossiano alla Costituzione.
1 commento
1 andrea
7 Ottobre 2009 - 20:15
Ma perchè alle stronzate di Bossi si risponde sempre invocando il rispetto delle istituzioni?
E non è questione di unità, patria, fede, o razza: è questione ca innoi seusu esauriusu perdiusu. Vuol fare la guerra? E facciamola sta guerra, cosi magari ci contiamo e vediamo chini è tostau e chini moddi.
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