Red
“La responsabilità penale è personale” dice l’art. 27 della nostra Costituzione. Basterebbe ancorarsi rigorosamente a questo principio per evitare le ventate di xenofobia e i veri e propri pogrom che in questi giorni divampano nel Paese. E infatti da cosa nasce il razzismo? Dall’estendere a intere comunità o gruppi sociali responsabilità personali di qualcuno dei loro membri. Anche contro gli ebrei è cominciato così. Prima essi erano stranieri irriducibili, poi usurai, poi assassini di bambini, e quindi uomini e comunità da espellere, perseguitare, eliminare. Ha ragione Amos Luzzatto, autorevole esponente della comunità ebraica, questi fuochi chiamano alla memoria altri fuochi della storia: l’Inquisizione, il rogo dei libri, i lager tedeschi ed altri ancora. Certo, fra i Rom, c’è chi delinque. Come fra noi del resto. E và individuato e punito. Ma estendere le responsabilità individuali ad un’intera comunità è sempre sbagliato ed ingiusto. E quando su questi fuochi soffia chi detiene le leve del governo ed usa per alimentarli potenti strumenti di propaganda, è facile che l’emozione per un fatto di cronaca si trasformi in razzismo e in pogrom. Che cos’è se no questo moltiplicarsi di ronde, questo promettere il dispiegamento dell’esercito? Che cos’è questo agitare la mano dura contro comunità di deboli, che invece avrebbero bisogni di accoglienza? E che cos’è l’indegna proposta di usare gli immigrati clandestini per liberare la Campania dai rifiuti? Ma quanta perdita del senso di umanità c’è in chi fa simili proposte! Siamo alla dissoluzione morale prima che politica della maggioranza del Paese. E meno male che c’è Zapatero, perché sono stati i suoi ministri a lanciare l’allarme. L’ineffabile Veltroni, invece, come se niente fosse, incontra Berlusconi e poi in un dibattito Fini, come se nel Paese non stesse avvenendo una pericolosa mutazione genetica indotta dai proclami incivili di ministri e di esponenti dell’attuale maggioranza. Il dialogo è sempre auspicabile, ma deve avere una base minima e indefettibile nel rispetto pieno della lettera e dello spirito della Costituzione, che sono poi semplicemente valori di civiltà.
Ma il buon Walter non è quello che da grande voleva lavorare per l’Africa? Ed allora, lui che sul continente nero ha scritto anche libri, non sa da cosa origina questa migrazione disperata di uomini, donne e bambini? Non sa perché per loro è preferibile rischiare di finire in pasto ai pesci o nelle prigioni e nei centri di raccolta piuttosto che continuare a vivere nei loro paesi d’origine. Non sa che non solo in India, Pakistan, Bangladesh, Thailandia, Mauritani, Brasile, ma anche nelle nostre città vivono milioni di nuovi schiavi? Sono stimati in 27 milioni gli schiavi nel mondo. E si tratta di stime restrittive. Non considerano tutti gli sfruttati e i diseredati del pianeta.Considerano solo uomini, donne e bambini totalmente nella disponibilità di altri uomini per il lavoro duro nei campi, nelle miniere ma anche nelle case, per riempire strade e bordelli di prostitute. Ci passano davanti tutti i giorni e noi o non li vediamo o non sappiamo far di meglio che emettere contro di loro leggi, regolamenti e ordinanze. E non è un paradosso quanto dice Dario Fò, e cioè che i nuovi schiavi stanno peggio di quelli di una volta. Fino all’Ottocento il padrone aveva diritti, ma anche doveri, che in fondo nascevano dal suo interesse: trattare bene lo schiavo significava mantenerne intatte le potenzialità produttive e il valore commerciale. Anche la prole doveva essere ben allevata, come si faceva con le bestie da lavoro, che comunque avevano mercato. Oggi invece gli schiavi sono “usa e getta”, hanno un bassissimo costo e non c’è da svenarsi nel mantenerli, perché è tale la massa degli affamati che preme che il ricambio non presenta problemi. Da cosa pensate derivino i costi bassi di taluni prodotti? Dall’uso di manodopera schiavile senza costo e sempre mutabile nel mondo globalizzato.
Ecco è questa l’umanità contro cui si accanisce la destra italiana, quella che ha capito il territorio e i bisogni della gente. E contro questa barbarie non ci resta che dar fondo agli ideali democratici e a quelli della sinistra migliore, che non solo ha avuto un sentimento compassionevole verso quest’umanità dolente, ma, considerandola parte di sé, si è proposta di organizzarla per la conquista di diritti, per rovesciare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. So che è retrò. So che non è semplice. So che richiede molta intelligenza e lavoro, ma non riesco a vedere contro questa marea che avanza un rimedio migliore e più radicale (che non vuol dire estremista o massimalista, ma, letteralmente e più semplicemente, che risolve il problema alla radice). E del resto basta leggere la nostra Costituzione per capire che questo è il modo per superare le disuguaglianze formali e sostanziali.
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